44. CAMBIO DI ROTTA

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Alice.

La sento salire le scale e chiudere la porta.

Cosa diamine è successo a Jughead!
Cavolo!

Mi avvento sul cellulare in mezzo al tavolo.

<FP!> urlo quando lui mi risponde, ma mi metto immediatamente la mano sulla bocca.

Devo stare attenta a cosa dico e non urlare. Betty non deve sentire nulla e so per certo che stasera non dormirà dopo ciò che sta succedendo.

<Cosa diamine è successo a Jug?> sussurro.

<Alice> ha la voce spezzata <Non ne ho idea, ok?>

Si mette una mano tra i capelli. Non lo vedo, ma lo so.

<Ti ha contattato? Che tu sappia ha scritto a qualcuno, ha...>

<Alice, cazzo! Se si fosse messo in contatto con qualcuno, secondo te, starei messo così?> lancia una bottiglia addosso alla parete e quel rumore, amplificato dal microfono del cellulare, mi fa malssimo..

<FP, apri la porta>

Non mi sono nemmeno resa conto di avere attraversato la strada.

<Cosa?>

<Apri la cazzo di porta che entro!>

Finalmente apre questa maledetta porta rossa.

Abbiamo entrambi ancora il telefono all'orecchio e ci guardiamo.

<Alice> dice secco.

<FP> rispondo con lo stesso tono.

Chiudo la chiamata tenendo i miei occhi nei suoi.

Entro senza che lui mi dia il permesso, ma credo che gli vada bene perché non obietta.

Entro in cucina, prendo un sacco della spazzatura e comincio a buttarci dentro tutte le lattine e le bottiglie vuote.

<Ma cosa cazzo stai facendo, Alice!>

Forse sono felice di essere venuta qua, almeno posso urlare senza paura di dirle la cosa sbagliata e di far sentire tutto a Betty.

<Ti sto aiutando FP! Pensi di risucire a ritrovare tuo figlio in queste condizioni?> continuo a buttare le lattine e il tumore che fanno quando sbattono l'una con l'altra, mi fa venire i brividi.

Sta zitto e si siede. Lascio cadere il sacco e mi inginocchio davanti a lui.

<FP, per favore. Devi restare sobrio per Jug. Dobbiamo ritrovarlo...>

<Cosa cazzo te ne frega di Jug> mi interrompe.

Apro la bocca, ma lui non mi fa parlare.

<Per le indagini, eh? Solo per quelle cazzo di indagini! Solo per questo sei qua a dirmi di restare sobrio!>

<Non e vero!> scatto in piedi <Io voglio bene a Jug. Avrei voluto vederlo crescere, ma non è andata come tutti ci saremmo aspettati, ok? E sono qua, davanti a te, chiedendoti di restare sobrio perché nessuno ce la fa più. Hai perso JB, Gladys e ora hai perso Jug. Nemmeno io ce la faccio e sono qua da due settimane. FP, sei messo così da vent'anni ormai. Devi darti una regolata. Per favore...>

Ha gli occhi lucidi e incrocia le braccia al petto.

<Per favore...> mi rimetto in ginocchio davanti a lui e appoggio le mani sulle sue ginocchia.

<Va bene, Alice> si asciuga gli occhi con la manica in modo goffo.

Sembra un bambino che fa i capricci. È quello che amo di lui.

Distant - Bughead Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora