75. VECCHI TEMPI

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FP.

<Tu stai male!> mi urla mio figlio, ma io non lo sento, o, almeno, lo sento ovattato.
Quanto cazzo ho bevuto stasera?
<Papà!> urla alzandomi per il colletto della camicia
Biascico qualcosa.
Mi fanno paura, tanta. I suoi occhi verdi, ora tanto più scuri del normale, colmi di rabbia e illuminati solo dalla luce del caminetto, mi terrorizzano.
<Ti rendi conto di cosa cazzo hai fatto!> lascia la presa e mi butta sul divano.
<Sei incredibile! Tu...tu sei pazzo!>
Si mette le mani tra i capelli e se li tira leggermente, camminando, in tondo, attorno al tavolino davanti a me.
<E tu cos'è che volevi fare?> dice fermandosi davanti a me, un palmo di mani dal mio viso <Aiutare Alice nel caso di suo figlia, eh? Quella che hai ucciso tu?>
Gli metto le mani sul petto e lo allontano da me.
<Non sapevo che fosse lei! Non vedevo Polly da anni!> urlo masticandomi metà della frase
<Non è una scusa, porca puttana! Cambia qualcosa? Hai aiutato ad uccidere due ragazzi! Te ne rendi conto? Avete tolto loro la possibilità di finire gli studi! Di farsi una famiglia! Di amarsi! Avete tolto a due persone innocenti la possibilità di avere un cuore che batte! Polly o non Polly, avete, porca puttana, ucciso due persone!>
<Non sai di cosa stai parlando! Non sai cosa c'è sotto! No parlare a vanvera, se non sai un cazzo di niente!> mi alzo dal divano, con difficoltà, ma mi alzo.
<Illuminami, grande uomo!> urla spingedomi e rifacendomi sedere sul divano

<Illuminami, grande uomo!>

Mi blocco sentendo quelle parole. Sono le stesse che mi ha detto Jug quella sera.

Ed eccoci qua, di nuovo, a raccontare la storia di come ho ucciso Polly senza, però, sapere che fosse lei.

<Alice, per favore, calmati>

Cosa cazzo hai detto?
Che cazzo ho detto?
<Cosa diamine hai detto? Sei serio?> urla la bionda azzuffandosi su di me.

L'afferro per spalle, lei si dimena, ma io stringo la presa.
L'abbraccio.

<Scusami, Alice, scusami davvero>

Non ricambia, tiene le braccia lungo il corpo, ma non importa.

<Non so come potrei...>

<Ragazzi> dice d'un tratto sciogliendosi dalla mia presa e voltandosi verso la biondina e Jug <potete un attimo andare a casa mia? Vorrei parlare un attimo da sola con...beh con lui>

Betty guarda prima sua madre, poi Jughead.

<Mamma io non credo sia...>

<Betty, per favore. Come tu hai voluto sapere la verità, ne ho bisogno pure io> la supplica avvicinandosi a lei.

<E se volessi sapere anch'io queste verità?> rispose Betty incrociando le braccia al petto.

<Te lo dirò, ovviamente. Però non voglio che tu ascolti direttamente...non so cosa potrebbe dirmi e io non voglio che...>

<Non ti capisco. E, poi, come saprò che hai detto la veirtà?>

Alice sbarra gli occhi lucidi, quella frase le sta facendo uno strano effetto...

<L'ho promesso. L'abbiamo promesso. Come credi che, dopo quello che ti ho detto, io...>

<Ok, mamma, ho capito. Lascia stare> dice uscendo da casa e dirigendosi verso la sua.
<Betts, non fare la bambina, dai> sussurra Jug e, spero per lui, che lei non l'abbia sentito.

<Vai, Jug> gli dico.
Lui, senza esitare, la segue.

Alice chiude la porta e si avventa su di me.

Distant - Bughead Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora