28. QUEL CHE È SUCCESSO

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Alice.

<Jughead, ci sei?>

<Ehm, sisi. Alice, scusami. Sì, ci sono>

<Allora, volevo chiederti se potevi venire qua, a casa. Vorrei, dovremmo, iniziare ad indagare.>
Silenzio.

<Jug, tutto ok? Stai bene?> mi sto cominciando a  preoccupare.

<Sì, Alice, ci sono. Scusami. Ora arrivo>

Chiude la chiamata.

Cosa passa per la testa di quel ragazzo, solo dio lo sa.

<Ciao mamma>.

Betty sbatte la porta ed io sobbalzo. Non pensavo che tornasse a casa.

<Amore, come stai? Com'è andata a scuola?>

Ha gli occhi tristi. Da quando Archie le ha fatto la sorpresa venerdì sera la vedo diversa.

Povera piccola...
Se le ha fatto qualcosa giuro che...

<Bene> risponde fredda.

Sale le scale e mi pento di aver invitato qui Jughead. Non riusciremo a tenere nascosti i nostri piani a lungo se lei è in giro per casa. Forse dovrei chiamarlo per cambiare il luogo del nostro incontro...

<Perché non rispondi ad Archie?> mi azzardo a chiedere.

A volte vorrei che fosse sincera con me, che non si tenesse tutto dentro.
Ma io ho bisogno di sapere cosa cavolo ha fatto quello a mia figlia.

<Non sono affari tuoi!> mi urla dalla sua stanza. Me l'aspettavo.

Passo sopra al fatto che si sia rivolta a me con un tono del genere.

<In verità, si, cara. Archie mi ha chiamato stamattina per sapere come stavi. Vuole vederti. Non se ne andrà da qua fino a quando non avrete chiarito. E poi non capisco perché debba chiamare me. Ha il tuo numero...Perché non gli rispondi?> nessuna risposta.

<Amore> salgo le scale per dirigermi verso camera sua. <Cos'è successo? Avete litigato?>

La vedo intenta a provarsi dei vestiti.
<Dove vai?>

<Esco con Kevin, non riesco a stare a casa, oggi.>

Ignora tutte le altre mie domande.
Finalmente sceglie un vestito e lo indossa.

<Archie vorrebbe vederti, tesoro.>
Mi guarda attraverso lo specchio a figura intera in cui si sta specchiando.

<Ok> il tono con cui lo dice mi fa venire la pelle d'oca.

<Chiamalo> le dico, ma lei sta già prendendo la borsa, scendendo le scale e uscendo di casa.

Cosa diavolo le ha fatto?

Devi lasciarle vivere la sua adolescenza. Hanno litigato? Amen, sistemeranno.

Il campanello suona. Sobbalzo e vado ad aprire.

<Hey, Jug!>

Lo accolgo con tutto l'amore possibile. Nonostante non lo conosca, praticamente, gli voglio bene. Ci tengo a lui. È il figlio di una delle persone più importanti della mia vita. O, almeno, della mia vecchia vita...

Faccio un sospiro di sollievo ricordandomi che Betty non è in casa.
Lo faccio andare avanti e noto che, arrivati davanti le scale, sposta lo sguardo verso il piano di sopra.

<Hai proprio una bella casa, Alice> sorride.

È così troppo uguale a suo padre, diamine!

Distant - Bughead Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora