31. NON MOLLO MAI

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Jughead.

Oggi è decisamente una giornata no.

Dopo aver visto Betty, Alice e successivamente Veronica, mi sono sentito davvero triste e… in colpa.

Sì, mi sentivo e mi sento una merda per quello che sto nascondendo e che ho fatto a quella biondina che, ormai, occupa un posto fisso nei miei pensieri.

Nelle giornate no, di solito, sto un po’ con Toni… lei mi distrae dai miei problemi raccontandomi dei suoi.

Non pensate che fra me e lei ci sia qualcosa, eh. Siamo amici da…sempre?

E oltretutto a lei non piacciono i maschi. Ha capito di essere lesbica qualche anno fa e, ovviamente, io sono stato il primo a saperlo. Fra di noi non è cambiato nulla, ovviamente. Io sono pro all’amore, indipendentemente dal genere. Più di una volta Toni mi ha raccontato di quanto trovi figa Cheryl Blossom ahahah. Anche se entrambi pensiamo che lei sia etero al 100%.

Oggi, come ogni lunedì, c’è la nostra cena da Pop’s. Ho una fame che mangerei il primo passante per strada.

/Ma tu hai sempre fame, Jug!/

Giusto ;)

La sto prendendo in giro per il fatto che vuole colorarsi i capelli di blu elettrico, quando entriamo da Pop's.

Come ogni volta sento lo sguardo di tutti addosso, il suono di questa campanellina mi mette sempre in imbarazzo.

Cerco un tavolo libero per sederci quando sento una sensazione strana.

Mi sento osservato per tutto il tempo fino a che non arrivo al tavolo.

Poi, incontro il suo sguardo.
Elizabeth Cooper.

/Ma è bava quella, amico?/

Sta guardando il telefono. Perché è qui, da sola, ora? Sta aspettando qualcuno?

/Anche se fosse? Non è la tua ragazza./

Eh lo so, sarebbe un sogno, cazzo.

Lei mi guarda con indifferenza e distogliere lo sguardo, distratta da qualcos'altro. Qualcun'altro...

Alzo gli occhi verso la figura davanti a lei e ci metto una attimo a capire chi cazzo è. L'ultima persona che avrei immaginato venisse al Pop's con Betty: il rosso traditore.

Ma come può uscire con lui dopo quello che le ha fatto?

Lui sembra sereno, troppo, mentre Betty lo guarda frustrata e, credo, nera.

<Su, Jones, siediti> la mia amica mi spinge a sedermi sulla panca di un tavolo non troppo vicino a quello di Betty, ma abbastanza per sentire tratti di conversazione.

Non riesco a non guardarla..

<Terra chiama Jughead. Ehy, mi sta ascoltando?> mi chiede Toni mentre mi passa una mano davanti agli occhi.

Sono perso a guardare Betty.

<Jughead, mi dici chi stai guardando?> Toni si gira a guardare nella direzione in cui sono puntati i miei occhi.

<Ah, ma quella è la ragazza con cui mi sono scontrata alla festa prima di venire da...oddio! Quella è...Betty?!> strilla

<Shh, ti potrebbe sentire, idiota>le dico mettendo l’indice della mano destra sulla sua bocca.

<Questa ti sta mandando fuori di testa, Jones.>

Oh lo so, e mi vergogno di questa cosa.

Ma, parliamo seriamente: Chi non si prenderebbe una cotta per lei, dai!

/Questa cosa ti dovrebbe preoccupare, lo sai vero?/
Stai zitta.

Per un secondo incrocia il mio sguardo insistente, ma poi lo distoglie subito. Mi sta ancora ignorando.

Cerco di ascoltare la loro conversazione invano.

Sento solamente un "Elizabeth" detto ogni tanto dal rosso. Ahahah, ma non sa che odia quando lo chiama così?

<Jug, è meglio che andiamo. Capirà che la stai fissando con la bava.> forse è meglio, non vorrei che si insospettisse.

Mi alzo, vorrei fare una cosa però, avvicinarmi al loro tavolo, battere i palmi sul piano e, ridendo, dire al rosso:
<Archie, caro, ma non sai che lei odia essere chiamata Elizabeth?>

Ma non faccio nulla del genere.

Lancio un ultimo sguardo alla biondina che ha lo sguardo fisso sulle sue mani. Sta giocando col bracciale.

Esco dal locale seguito dalla mia amica.

Le apro la porta e ci incamminiamo verso casa mia senza parlare.

<Quindi…> comincia lei ma viene interrotta dalla suoneria del suo telefono.

Sbircio per vedere chi è e leggo “Sweet Pea”.

<Oh, ok. Si arrivo subito non ti preoccupare.>

Attacca e mi guarda.

<Problemi?> dico io.

<Oh no no. Però ora devo andare.>
Alzo un sopracciglio incuriosito.

<Soliti problemi di cuore di Sweet Pea ahahah>

Annuisco e le do un bacio sulla guancia per poi salutarla.

<Buona fortuna!> le urlo. Ne avrà bisogno.

Lei si gira e mi manda un bacio.

Entro in casa e mi catapulto in camera mia, senza assicurarmi che mio padre stia bene. Oggi non ho proprio voglia sentirlo urlarmi contro, ubriaco.

Mi avvicino alla finestra nella speranza di vedere la biondina. Ormai è tardi, dovrebbe essere a casa. Mi affaccio e quello che vedo mi manda in bestia.

Perché si sta baciando con il rosso?!

Sembra quasi contraria e allibita e sembra che non stia ricambiando.

Tiro un sospiro di sollievo.

Ma le sue labbra stanno comunque toccando quelle del rosso.
Cazzo.

Non riesco a sopportarlo: chiudo le tende, mi butto sul letto e mi copro la testa col cuscino.

Ho bisogno che mi perdoni.

Come cazzo farò?

Un regalo?
Un mazzo di fuori?
Una cena fuori?
/Non accetterà mai, cretino/
Una lettera?

Cavolo, sì! Scrivere è l'unica cosa che sono capace a fare, oltre che picchiare. Ma non mi sembra il caso, anche perché l’unica persona che vorrei picchiare in questo momento è il rosso e Betty ne sarebbe sicuramente contraria.

Credo.

Prendo un foglio e comincio a scrivere.

Quante cose ti vorrei dire, Elizabeth…

____

Chissà come andrà a finire con questa lettera.. 🤫
Ciao amici vi amo
-Sof 🌻

Distant - Bughead Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora