27. PENSIERO FISSO

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Jughead.

Lunedì.

Che merda di weekend. Dopo aver picchiato il rosso ed aver pianto con Toni, sono andato a casa e, trovando mio papà, ovviamente, mezzo ubriaco, mi sono unito a lui. Lo so, non ho l'età per bere, ma sti cazzi.

Non ho fatto altro che pensare a lei in questi due fottutissimi giorni.

Venerdì ho capito come un momento di felicità pura, possa trasformarsi, in pochissimo tempo, in uno dei peggiori della tua vita.

Non avrei mai fatto niente a Betty sapendo che Archie era seduto sul divanetto dietro quella maledetta porta.

Sono stronzo, ma fino ad un certo punto.

La sveglia del mio cellulare suona ed io la spengo. Sto pensando di rimanere a letto tutto il giorno, ho zero voglia di vedere altre persone e, soprattutto, lei.

PIÙ che non volerlo, ho paura.

Ho paura di cosa possa dirmi e ho paura che possa lasciare il Blue and Gold. Non andrei avanti senza di lei perché chiuderà. Nonostante siano stati pochi, adoravo i momenti con lei in quel ufficio.

La sveglia suona di nuovo. Ok, forse vado.

Mi alzo, mi vesto, prendo un pezzo di pane dalla dispensa in cucina e mi incammino verso scuola.

Prima, però, lancio un'occhiata alla casa della bionda. In questi due giorni ho sempre sbirciato fuori dalla finestra per vedere se si affacciasse, ma non l'ho mai vista.

All'entrata di scuola sento urlare il mio nome.

<Jones!> io mi giro.

Sorrido.

<Hey!> dico con voce triste.

<Dai, tesoro. Susu!>

Mi da' una pacca sulla spalla.

Entrando, le sorrido ma non credo che sia tanto convincente perché nei suoi occhi vedo un pizzico di compassione.

<Toni...>mi fermo al centro del corridoio, in mezzo alla massa, ma vedendo tutte le persone che ci vengono addosso, la prendo per un braccio e la sposto vicino gli armadietti.

<Per favore, non parlare con nessuno del crollo che ho avuto venerdì sera, ok?>

So che non lo farebbe mai. Lei è la mia migliore amica e mi ha visto in condizioni peggiori, più volte. Lo so, non direbbe una parola, ma voglio esserne sicuro.

<Sì, Jug, non dirò niente, come sempre.>

Mi da' una bacio sulla guancia e se ne va.

<A dopo, Jones!>

La guardo, sorrido e le faccio l'occhiolino.

Scuoto testa e mi incammino verso la mia classe.

Alzo la testa e vedo i miei due occhi verdi preferiti che mi guardano.

Non sono tuoi. Sono di Archie...

Stai zitta, per favore.

Mi fermo di colpo.

Cosa faccio. Le sorrido? Faccio finta di niente? Vado avanti per la mia strada? Mi avvicino e cerco di parlarle?

Veronica e Kevin la prendono sottobraccio con fare protettivo, ma non credo che mi abbiano ancora visto.

Non è più la ragazza perfetta della settimana scorsa.

Sembra distrutta: ha delle grandissime borse sotto gli occhi e non è truccata.

Beh, non è che le serva più di tanto ma, solitamente, si mette un filo di mascara.

Lei non toglie gli occhi da me ed io non riesco a fare il contrario.

Cazzo. Anche così è bellissima.

Porca troia, come cazzo ho fatto ridurmi così per una ragazza.
Cavolo!

Veronica segue lo sguardo della sua amica e anche lei posa gli occhi su di me.

Sembra che tutto il mondo intorno a noi sia fermo. Non vedo nemmeno più la marea di gente che cammina nel corridoio di scuola.

<Andiamo, dai> sento la sua voce dopo due giorni.

Entrambi i suoi amici la guardano e, finalmente, lei mi toglie di dosso i suoi occhioni verdi.

La guardo andare via. Veronica si gira e, stupendomi, mi dice, col labiale, "Dopo parliamo".

Finalmente le ore che avevo in programma sono finite ed ora mi dirigo verso l'ufficio.

Betty è già seduta che scrive al computer.
Cosa faccio?

La saluto? La ignoro? Lei mi ignorerà?
Sí, molto probabilmente si.

<Buongiorno, Betty!> dico con il mio solito tono di voce, nascondendo la tensione che mi sta mangiando dentro.

Silenzio.

Ecco, lo sapevo.

<Che scrivi, biondina?> mi avvicino alla sua sedia e appoggio le mani sullo schienale.

Cerco di capire che sta scrivendo, ma non riesco a decifrare niente.

<Bene, Elizabeth, cominciamo?>

Sto cercando di fare scattare qualcosa in lei, ma niente.

Non mi rimprovera nemmeno perché l'ho chiamata con il suo vero nome.
Diavolo, che abbiamo fatto?!

Non mi pento per niente di avere picchiato Archie, ma lo avrei potuto fare dopo, fuori, dove lei non poteva assistere.

Chiude di scatto il computer e quel suono secco mi riporta alla realtà.
Comincia a sistemare le sue cose, ignorando palesemente la mia domanda.

<Elizabeth?>

Ma perché non mi guarda? Perché non si incazza?

<Bene, Jones. Io ho finito. Ci vediamo.>

Oh...

Non me lo aspettavo.

Mi alzo dalla sedia e allargo le braccia.

<Non potrai ignorarmi per sempre, Elizabeth!> esclamo.

<Ah, sì?> risponde palesemente ironica.

<Sì>sussurro, non più tanto convinto.
Scuote la testa e sorride. Ma un sorrido amaro, deluso.

<Va' al diavolo!> sbotta prima di andarsene.

Rimango stupito.

<Porca troia Betty!> le urlo e la rincorro, ma mi fermo sullo stupide della porta.

Non posso farlo. Non sono nessuno.

Sinceramente non me lo aspettavo, pensavo che mi gridasse dietro e si incazzasse con me...Ma non ha fatto nulla. Mi ha ignorato completamente.
Mi guardava con indifferenza.

"L'indifferenza è l'arma più letale" diceva mio nonno.

Se mi vedesse ora si metterebbe a ridere pensando a quanto sto perdendo la testa per Betty.

Il telefono vibra e rispondo senza nemmeno controllare il nome sullo schermo.

<Jug, possiamo parlare?> dice

___________

Ciaoo Amicii!
Povero Jug, ma Betty, dai, non ha tutti i torti 🥺💘
Ma chi sarà mai al telefono...boh 🤷🏼‍♀️🤫
Ciao, ragazzi.
Ci sentiamo domanii!
-Vostra, May🌹

Distant - Bughead Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora