5. BIRRA IN LATTINA

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Jughead.

Dopo una riunione con Tall Boy, in cui ha continuato ad insultarmi senza mai lasciarmi parlare, sono a casa.
Ora posso rilassarmi.

Infilo le chiavi nella fessura del grande portone rosso ed entro.
Sento un rumore: vetro in frantumi.
Cavolo, non di nuovo.

Chiudo la porta e mi dirigo verso la cucina.
<Papà?> chiedo incerto. Cazzo, speriamo che non sia successo. Di nuovo.

Entro in cucina e, come temevo, mio padre è appoggiato al bancone, con le nocche delle mani bianche per la forza con cui sta stringendo i bordi e cocci di vetro ai piedi.
Mi abbasso a raccoglierne uno. C'è ancora un pezzi di etichetta. Jack Daniel's.

<Papà, no. Ti prego, non di nuovo>
Sobbalza.

<Jug>
È proprio messo male, non si è accorto di me fino ad ora. Si passa la manica sugli occhi e sulla bocca. Ha gli occhi inniettati di sangue.

<Cosa cazzo hai fatto?> dico e cerco di scandire bene le parole, ma l'unica cosa che vorrei in questo momento è tirargli un pugno.

<Io, beh. Tua madre...è così...> non riesce a formulare una frase di senso compiuto.
Porca troia, che giornata del cazzo!

Corro di sopra, vado in camera di Jelly Bean ed apro l'armadio. Niente. Vuoto.
Vado in camera dei miei ed apro l'armadio di mia madre. Niente. Vuoto.

Ritorno giù, correndo per le scale.
<Ma porca puttana, papà! Non riesci a non spezzare la nostra famiglia per due minuti?> ringhio.

Mamma e JB erano appena tornate a casa dopo quasi un anno. Siamo durati un mese e mezzo. Papà, è durato un mese e mezzo.
Poi fa il coglione e rovina tutto. Alcolista del cazzo.

<Senti, Jug...Io non...volevo solo...ceh, lei non...>
<Santo Dio, papà. Ma ti sei visto?> lo prendo sotto braccio, gli faccio allentare la presa al bancone e, finalmente, lo faccio sdraiare.

<Scusa, Jug...Io...>
<Stai zitto! Dormi. Io sono su> dico e mi dirigo in camera mia.

Mi butto sul letto. Sono distrutto. Mi tolgo il berretto per cui sono diventato "famoso" in città e per cui mi hanno etichettato "lo strano"

Apro il primo cassetto del comodino per prendere il carica batteria e ci trovo un biglietto.
Addio, Jug. Non so quando ritornerò, e se lo farò. Faremo. Stai attento, fratellone. Copriti le spalle e non fidarti mai di nessuno tranne che di te stesso. Per favore. Ti voglio bene
- Tua sorella, JB

Non riesco a leggerlo. Vedo tutto appannato.
Stai piangendo, coglione
dice quella fastidiosa vocina nella mia testa.
Non è vero, io non piango.
Prendo il foglio, lo piego e lo metto nella cover del mio telefono.
Non riesco a restare qui dentro. Devo uscire.

Prendo il berretto, scendo di corsa le scale, quasi inciampo. Mi manca l'aria, ho bisogno d'aria.
Apro la porta. Con la coda dell'occhio guardo mio papà. Non vorrei mai averlo fatto.

<Jug! Jug! Per favore vieni!> credo di averlo svegliato scendendo le scale. È steso sul divano con un braccio alzato che fa sventolare.

Non voglio fermarmi e non voglio ascoltarlo. Esco e sbatto la porta. Mentre mi metto il berretto verde scuro, mi aspetto di sentire mia madre che mi rimprovera per aver chiuso la porta rossa con così tanta violenza, ma non c'è. Non la sentirò più. Lei non...
Una mano mi affera la spalla.

<Jug, per favore. Risolverò, come sempre> i suoi occhi sono rossi. No, non devo più credergli. Sembra un dèjà-vu: stessa storia che si ripete. Avrò vissuto questa situazione almeno cinque volte.

<Smettila di dire puttanate! Sai che non sistemerai niente. Non lo hai mai fatto, non credo che cominceresti ora! Lei lo aveva detto: questa è l'ultima volta!> sto strillando.

Lui cerca di protestare, ma capisce che farebbe la figura del coglione. Si gira e torna dentro.
Porca puttana.
Ho bisogno di...non lo so di cosa ho bisogno.
Io non...
Una ragazzina bionda mi distrae dai miei pensieri.
E adesso? Che cazzo vuole questa?
Mi guarda come se fossi l'unico ragazzo sulla terra, come se fossi l'unico maschio che avesse mia visto. Oh santo cielo, ma questa da dove arriva?

<E tu che cazzo vuoi?> sbotto, ma continuo a guardarla. Non perché mi piaccia o perché mi attragga, ma è il suo insieme. Il suo aspetto da principessina mi irrita. Sta lì, impalata a guardarmi. Senti bella, credo che tu abbia da fare con tutti quelli scatoloni ai tuoi piedi. Cavolo, anche quei pacchi avvolti nello scotch e le scritte per classificare cosa ci sia dentro sono perfetti.
Ragazzi, quanto mi irrita!

Le suona il telefono e il modo in cui risponde, alzando gli occhi al cielo, la fa sembrare snob.
Santo cielo. I figli di papà non mi sono mai andati giù. Questa non dovrà, per nessun motivo, avere a che fare con me.

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Buonasera ragazziii!
Jug ha visto per la prima volta B.
Hahaha, sono così emozionata.
-May 🌹

Distant - Bughead Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora