76. SEI LA MIA FELICITÀ

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Jughead.

Siamo usciti da casa mia e la tensione è evidente.

Apre la porta di casa e si butta a peso morto sul divano.

Mi stupisco di come possa essere bella in qualsiasi situazione. Ha gli occhi rossi dalla rabbia e le labbra gonfie. Credo di averle osservato un po' troppo a lungo, perchè si alza, sale le scale e corre di sopra.

Stupido. Non so che fare, la seguo? Resto qua?

<Mi dispiace per mio padre> riesco a dire con non so quale coraggio quando entro in camera sua, sedendomi al suo fianco sul letto.

Ora mi urlerà che sono uno stronzo, che non le devo più parlare e che tra di noi non potrà mai funzionare.
Quello che è successo mi ha spezzato il cuore, ma se dovesse fare così.. credo me lo frantumerebbe.

Pazzesco il potere che ha acquisito su di me questa ragazza..

<Non importa, ti capisco..> lo dicevo io... aspetta, cosa?!

Non ho sentito bene, credo.

<Non so le motivazioni di tuo padre, ma so che avrei fatto come te se al suo posto ci fosse stata mia madre> continua.

Rilascio un sospiro di sollievo e sorrido.

<Perchè non mi hai ascoltato?>

<Cosa?>

<Perchè non mi hai ascoltato quando ti ho messo il cucchiaino del nostro gelato davanti al naso?> abbasso lo sguardo e comincio a torturarmi le mani.

<Perchè...cosa?>

<Ieri. Da Ferdinando. Ti ho messo un cucchiaiono del nostro gelato davanti al viso e tu non mi hai voluto ascoltare>

Resta in silenzio.

<Hai infranto la promessa> dico alzando lo sguardo.

<Scusa> dice soffiando ed alzando lo sguardo per far incrociare i nostri occhi verdi

<Non farlo più>

<Non lo farò più. Non voglio più farlo...>

Si alza di scatto, si mette a quattro zampe e, da sotto il letto, tira fuori una scatola. La apre ed estrae un foglio tutto spiegazzato.

<Quella è la mia scatola dei ricordi.. in realtà ne ho tre, però le altre due sono già piene..> spiega.

Non vuole parlare del fatto che abbia infranto la promessa. L'avevo intuito da quando ho messo le carte in tavola, ma non importa.
Si sta aprendo e credo sia un lato positivo: non lo farebbe se, almeno un po', non si fidasse.

<Avevamo preso di nascosto un appuntamento per andare a farci un tatuaggio> parla di Polly <Però, il giorno prima a quanto pare è stata uccisa...> cade una lacrima sul suo volto.

Vorrei avvicinarmi per abbracciarla, ma non riesco a muovere un muscolo.

<Non l'ha mai saputo nessuno> ridacchia <Se fosse ancora viva e se l'avessimo fatto ora probabilmente saremmo in un collegio in Svizzera> ride nostalgica.

Mi mostra il foglio, che, fino ad ora, teneva nascosto e visibile solo a lei.
È una luna con un piccolo sole nel mezzo.

<La luna rappresentava lei e il sole io. La luna che protegge il sole. Il sole che si tiene ben stretto alla luna. Non importa come, non importa dove.. dicevamo> spiega.

Noto che c'è una scritta sul foglio: "Mamma ci uccide. -P".
Sorrido.

<Eravamo in punizione e dovevamo stare ognuna in camera propria senza cellulare. Lei ha preso un foglio, ha fatto il disegno e l'ha fatto scivolare sotto la mia porta, di nascosto.. > ridacchia.

<Nessuno mi ha mai capita come lei> dice dopo qualche secondo abbassando lo sguardo, mi fa un sacco tenerezza, non ce la faccio a vederla soffrire così.

<.. almeno non prima che arrivassi te> mi dice con le lacrime riportando i suoi occhi verdi su di me.

La guardo e sorrido triste, stiamo comunque parlando della sorella morta.

<Scusami Jug, sono.. sono stata stupida. E' che.. quando si tratta di qualcosa su di lei io vado via di testa.. non ragiono> piange più forte ora ma lascio che finisca il discorso <Quando ho sentito che tu sapevi.. mi sono sentita tradita sì.. ma in realtà ce l'avevo con me stessa per non aver mai sospettato nulla.. io ero quella più vicina a lei.. se mi fossi accorta che qualcosa non andava le avrei parlato.. anche con mia madre.. e magari lei sarebbe ancora viva> conclude.

Di scatto la abbraccio forte, talmente tanto che credo che non stia più respirando, ma ne ho bisogno. Ho bisogno di lei.

<P-Perdonami> sussurra.

<Shh> le accarezzo la testa e le asciugo le lacrime.

<Ti ho già perdonata> la rassicuro <Non devi darti colpe che non hai, Betty. Non avresti potuto fare niente. Non conoscevo Polly, ma sono sicuro che eri la persona più importante della sua vita, come lo sei anche per me.. non odiarti per qualcosa che non avresti mai potuto impedire>le dico sincero.

Ormai ha smesso di piangere, o almeno, un po'.

Scioglie l'abbraccio e resta a fissarmi per qualche secondo, alternando lo sguardo tra occhi e labbra.
Di scatto mi bacia. Tutto di un colpo mi rianimo, come se mi avesse ridato l'aria dopo un periodo di apnea.
Il mio cuore si sistema.

Sta ricomponendo i pezzi.

Ci stacchiamo per riprendere fiato.

<Ti amo> sussurro sulle sue labbra.

Sorride e si rituffa sulle mie labbra.
La prendo in braccio e la faccio stendere sul letto, io sopra di lei.
Continuando a baciarci come disperati.

<Ti amo anche io, Jughead Jones> sussurra poi lei.

È lei, l'ho capito adesso. È lei la mia persona.

Tutto succede molto velocemente: mi toglie la maglia e io tolgo la sua.
Comincio a baciarle il collo e il seno coperto dal reggiseno.
Fa per togliermi i pantaloni e io mi allontano.

/Ma sei coglione allora eh/

<Sei..sei sicura?> chiedo.

<Mai stata più sicura in vita mia> mi risponde.

Sorrido come un coglione e comincio a baciarla e spogliarla. Lei mi imita.
Non sono mai stato più eccitato.. ma non sono mai stato nemmeno più felice.
Sorrido al pensiero che questa ragazza da quando è entrata nella mia vita me l'ha stravolta, mi sento così completo.. forse perché è lei che mi completa, in fin dei conti.

<Che c'è?> chiede vedendomi sorridere.

<Sei la mia felicità> dico senza problemi prima di azzuffarmi su di lei e dare inizio alla notte migliore della mia vita.

Vi state chiedendo se, quello notte, lo abbiamo fatto? Sì, lo abbiamo fatto.

____

Ehy, finalmente hanno chiarito..
Manca un ultimo capitolo e poi c'è l'epilogo.. non vediamo l'ora di sapere cosa ne pensate!
A dopo.
-Sof🌻

Distant - Bughead Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora