19. SEMBRANO SORELLE

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Veronica.

Forse sembrerò precipitosa però ADORO il fatto di avere un'amica come Betty.

Qui a Riverdale le persone senza scheletri nell'armadio sono davvero poche, quasi nessuna forse, compresa me.

Betty invece sembra così innocente.

Ha appena perso la sorella e non riesco ad immaginare il dolore che prova. Vorrei essere io la sua spalla, riuscire a tirarla su di morale nei momenti no, come faceva Polly.

<Ehyy, V!!> eccola che arriva. Come ogni mattina parliamo delle cose che ci sono successe mentre venivamo a scuola. So che nel venire a scuola non c'è nulla di interessante, ma noi, ormai da tre giorni, ci raccontiamo ogni, ma dico ogni, cosa. Anche la più banale, esatto.

Nei giorni scorsi, in chiamata, mi ha raccontato di Polly, di cosa le ha detto la madre e del dubbio sulla sua morte.

Ovviamente io non ho fatto troppe domande, avevo paura di dire qualcosa di sbagliato che potesse farla stare male.

<B!> la abbraccio <Visto che domani c'è il ballo, e so che nessuno ci ha invitate, potremmo andare insieme...> ipotizzo.

<Oddio, V! Certo!> mi abbraccia di nuovo. Mi sento così bene con lei.

Ormai la posso considerare la mia migliore amica nonostante come la nostra amicizia sia iniziata e nonostante ci conosciamo solo da qualche giorno.

<Benissimo! Oggi pomeriggio ti passo a prendere e andiamo a prenderci il vestito.>

Passiamo il resto della mattina normalmente. Una volta finite le lezioni siamo andate tutte e due a casa a mangiare.

Ora sono le 4 e sono davanti alla porta di casa della mia amica. Busso.

<Veronica! Che piacere vederti! Ti vuoi accomodare o stai aspettando Betty?> Alice non se l'è presa per la sera della cena, anzi, credo di piacerle. Ovviamente in parte perché sono figlia della sua migliore amica, lo so.

<Ciao Alice! Aspetto Betty, tranquilla.>

<Eccomi, arrivo.> Betty scende le scale velocemente. Bacia incerta sua madre e insieme usciamo dalla casa.

Mi ha parlato tanto anche del fatto che le dimostrazioni da parte di Alice sono cambiate dopo Polly e lo vedo che B è ancora molto incerta.

Prendiamo il bus e andiamo al centro commerciale.

Una volta arrivate, passiamo in rassegna almeno 9 negozi, ma dei nostri vestiti, nessuna traccia.

<Ok. Ci rinuncio. Non riusciremo mai a trovare dei vestiti carini.> dico io rassegnata.

Ci sediamo sulla panca di legno che fa da contorno alla fontana in mezzo al centro commerciale.

<V, ho una sensazione. Entriamo in questo negozio. Sono sicura che ci saranno i vestiti perfetti.> mi trascina dentro il negozio esaltata.

Dopo un giro veloce ancora non troviamo niente.

<Non c'è nulla, Bet..> mi fermo di colpo quando entrambe adocchiamo dei vestiti a dir poco perfetti.

Sono uguali, ma di colori diversi.

Guardo complice la mia amica e anche lei ha la faccia incantata.

<Io voglio quello rosa.> dice Betty. Contemporaneamente io dico <Quello bordeaux è mio>.

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