Betty.
Due giorni dopo.
Ieri mi sono addormentata immediatamente. Avevo così troppe cose per la testa che mi hanno fatto stancare da farmi dormire ancora prima di aver toccato il cuscino.
Ieri, come aveva detto T, non sono potuta andare da Jug, quindi mi sto incamminando verso l'ospedale. Toni è già lì e mi ha appena scritto che il moro sta già rompendo.
Ho sorriso leggendo il messaggio. Cosa mi fa Jughead Jones. Non so perchè lo abbia capito dopo, non so perchè io sia tornata da Archie. Infondo, credo, di aver sempre saputo chi avesse scritto quella maledetta lettera. Forse sapevo già di provare qualcosa per Jug. Forse l'ho capito al ballo e dopo in quello stanzino. Forse ero troppo offuscata da Archie, dalla serata o, forse, non volevo ammetterlo. Jug ed io non siamo simili, come lo eravamo io ed Archie. La mia stessa madre mi ha proibito di avvicinarmi a Jug, ma io, come sempre, mica l'ho ascoltata.
Ma non ho ancora capito il suo comportamento. Perchè mi vuole tenere lontana da lui quando, lei stessa, è la prima a stargli vicino in ospedale. C'è qualcosa sotto...
<Bionda!> mi giro di scatto. Perchè la famiglia Jones e company devono chiamare le persone per il colore dei capelli. Non lo capirò mai.
<Ehm. Hey...> rispondo incerta. Non mi ricordo il suo nome. Me lo avrà ripetuto trecento volte, ma non me lo ricordo.
<JellyBean, bionda. Ma chiamami JB> dice secca, ma sembra divertita.
Le apro la porta vedendola in difficoltà a causa dei due caffè che ha in mano.
<E, comunque, mi chiamo Betty> rispondo divertita ma, allo stesso tempo, le voglio far capire che non mi piace essere chiamata così.
<Ok, bionda> risponde con tono di sfida, ma ride.
Ok, credo che dovrò abituarmi ad essere chiamata così.
Insieme ci dirigiamo verso la camera di Jug.
Un po' ho il cuore in gola. Non capisco cosa siamo io e Jug. Credo di starci insieme, ma non me lo ha chiesto e non ho intenzioni di farlo io.
<Principessa!> dice vedendomi il mio-non-so-cosa-forse-ragazzo-forse-non-ne-ho-idea
<Buongiorno anche a te, Jones!> esclamo ridendo. Mi viene in contro e mi alza da terra.
<Stai fermo!> strillo. Mi mette giù e mi guarda confuso <Non credo tu possa fare tanti sforzi> rido.
Sembra offeso, ma sta sorridendo sotto i baffi. Mi bacia una guancia.
<Hey!> esclama FP entrando a fianco di una donna. Chi è?
JellyBean porge loro i caffè e intuisco sia la madre di Jug.
Mi avvicino.
<Buongiorno> le porgo la mano, ma lei la rifuita.
<Ciao> risponde secca e comincia a bere il caffè.
Mi giro verso Jug, scuote la testa e alza le spalle come per dirmi ''lascia stare, non è colpa tua''.
Entra mia madre nella stanza e l'aria si fa tre volte più pesante. Cosa diamine è tutta questa tensione,amici?
<Gladys..> dice mia mamma con aria di sfida.
<Alice...> fa l'altra donna con lo stesso tono.
Mi rigiro verso Jug, ma lui sta mettendo le ultime cose in valigia.
<Bene!> dice chiudendola <Io me ne vado a casa>
<E con che macchina?> chiedo ridendo.
<Alice? Ci porti a casa tu? Tanto credo che mamma e papà abbiano delle cose da firmare o robe del genere, no?> chiede lui ai suoi.
Loro annuiscono. Odio tutta questa tensione.
<Tu, JB, che fai? Vieni con noi, o...>
<Girerò la città. Andrò al Pop's oppure boh, non verrò a casa, comunque> sembra scocciata e la sensazione che ci sia qualcosa sotto non cessa.
<Bene> dice Jug prendendomi la mano <Andiamo?>
Annuisco.
Il viaggio in macchina è estenuante e imbarazzante. Non vedevo l'ora di scendere da quella maledetta macchina, non respiravo più.
<Entri?> mi chiede mentre io sono ancora ferma sulla soglia.
<Ehm...si>
Sorride e scuote la testa.
<Non ridere di me, idiota!> gli schiaffeggio la schiena.
Con uno scatto si gira verso di me e mi fa appoggiare la schiena alla parete del corridoio.
Appoggia la fronte alla mia.
<Non lo stavo facendo, principessa> ride.
<Certo che lo stavi facendo> gli rispondo ridendo.
Gli cingo le braccia in vita e lui sobbalza. Si guarda attorno.
<Ma, aspetta, non siamo più in ospedale, giusto?> lo guardo confusa.
<Beh.. no> rispondo io confusa ma divertita dalla domanda stupida.
<E tu stai ancora con il rosso?>
Non voglio palarne. Non sono pronta a parlare di lui. E' stato tanto importante quando disastroso per me.<No.> risponderei secca se lui non mi tappasse la bocca con un bacio.
Si appoggia a me ed io mi appoggio al muro. La testa mi fa male a causa della coda che batte contro la parete quindi mi allontano un po' e ma le sciolgo.
Lui passa del mani tra i miei capelli biondi e mi morde un labbro.
Gli poso le mani sulle guance e cerco di avvicinarmi di più a lui, anche se è impossibile.
Lo sento sospirare, mi fermo.
<Devi dormire>
<Ho dormito ininterrottamente per una settimana, posso anche stare sveglio una notte...>
<Tu dormirai, idiota> gli colpisco il petto con uno dei miei piccoli pugnetti e ridiamo.
Saliamo le scale e andiamo in camera sua. La prima cosa che noto è la fantastica foto di lui e, credo, suo nonno appesa alla parete.
<Siete bellissimi> esclamo.
Mi guarda e sorride.
Si mette il pigiama e si infila sotto le coperte.
Mi offre una sua felpa, ma non voglio cambiarmi. Non resterò a dormire qua. Aspetterò che si addormenti e poi me ne vado. Mi stendo a fianco a lui e mi posa una braccio su un fianco.
Gli prendo la mano e me la poso sotto la mia guancia.
Respiro il suo profumo e chiudo gli occhi. Non parliamo. Restiamo solo abbracciati.
Jug si sposta un po' di più verso di me e mi posa le labbra vicino all'orecchio.
Io continuo a tenere gli occhi chiusi, facendo finta di dormire. Voglio sapere che vuole dirmi.<Credo di essermi innamorato di te, Elizabeth Cooper>
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Buon pomeriggio, bimbi!
È da quando abbiamo iniziato la storia che avevo voglia di scrivere questa scena.
Sto sclerando troppo, hahaahha 💘
Spero vi piaccia!
Baci
- May 🌹
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Distant - Bughead
FanfictionCOMPLETA. Los Angeles. Città perfetta per Elizabeth (Betty) Cooper. La tipica ragazza biondina, con la vita apparentemente perfetta. Con un ragazzo che la ama e che fa il musicista. Dopo la morte di sua sorella, tutto è cambiato. Lei non respira pi...