Capitolo 29 - Fiabe

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"Nelle profondità dell'acqua limpida una pietra liscia recava le seguenti parole:

'Datemi il tesoro del vostro passato.'

Messer Senzafortuna cercò di attraversare il ruscello a bordo del proprio scudo, ma lo scudo affondò. Le tre streghe lo tirarono fuori dall'acqua, poi tentarono a loro volta di superare il torrente con un balzo, ma il torrente non le lasciava passare, e intanto il sole scendeva sempre più basso nel cielo. "

Voltò la pagina, sistemandosi il libro sulle ginocchia.

"Pertanto si tratta di un riflesso sul significato del messaggio sulla pietra. Amata fu la prima a comprendere: con la bacchetta estrasse dalla propria mente tutte le memorie dei giorni felici passati con l'amante fuggito e le lasciò cadere nell'acqua. Il torrente le portò via un passaggio di pietre affiorò. Le tre streghe e il cavaliere finalmente raggiunsero la vetta. "

Tenne il segno con la punta del dito indice, correndo rapidamente tra le righe.

"Messer Senzafortuna s'inchinò e mostrò la Fonte ad Amata, ma ella
scosse il capo: ogni suo rimpianto per l'amante l'era stato portato via dal ruscello e ora capiva quanto egli fosse stato crudele e infedele, e che essersene liberata era una ragione bastante per essere felice.
«Buon signore, siete voi a dovervi bagnare, in ricompensa della vostra cavalleria!» disse a Messer Senzafortuna.
Così il cavaliere sferragliò negli ultimi raggi del tramonto e si bagnò nella Fonte della Buona Sorte, esterrefatto di essere stato scelto tra gli ultimi e. stordito dalla propria incredibile fortuna.
Quando il sole scese oltre l'orizzonte, Messer Senzafortuna uscì dall'acqua della Fonte rivestito della gloria del suo trionfo e, con la sua armatura arrugginita, si gettò ai piedi di Amata, che era la donna più gentile e più bella mai posato gli occhi. Fulgido di successo, le chiese la mano e il cuore e Amata, non meno felice di lui, capì di aver trovato l'uomo che li meritava. "

Era la parte della storia che preferiva.

"Le tre streghe e il cavaliere scesero insieme dal colle, un braccetto, e tutti e quattro vissero a lungo felici e contenti, senza mai sapere né sospettare che l'acqua della Fonte non possedeva alcun incantesimo."

Helen arriva al punto finale, poi richiuse il libro.
Quella mattina aveva deciso di rileggere qualcuna delle "Fiabe di Beda il Bardo", trovato per caso tra gli scaffali della propria camera. Qualunque famiglia del Mondo Magico ne possedeva almeno una copia e, sicuramente, qualsiasi mago o strega, ne aveva sentito parlare almeno una volta.
Tra le tante novelle, aveva scelto proprio quella della " Fonte della Buona Sorte", la sua preferita.
Dalla prima volta in cui l'aveva letta, Helen ne aveva tratto un insegnamento importante: nessun incantesimo, fonte o pozione sarebbe stata necessaria ad arginare gli ostacoli lungo il percorso, verso il raggiungimento di un obiettivo. La vera magia, la vera forza risiedeva in ogni persona.
In ognuno di noi.
Proprio come il cavaliere, che ottenne il riconoscimento del proprio coraggio, anche Amata, la quale aveva avuto fiducia in lui, trovò un uomo degno di amore; allo stesso modo, le altre streghe riuscirono a trovare, dentro loro stesse, la risposta a ciò che stessero cercando e la cura a ciò che le tormentasse.
Controlló che ora fosse dall'orologio sul comodino, drizzandosi immediatamente in piedi. Doveva sbrigarsi, a breve avrebbe dovuto incontrare Bill Weasley.
Il primogenito della famiglia Weasley le aveva dato un appuntamento davanti al giardino della Tana, dicendole di doverle mostrare una cosa che sicuramente avrebbe suscitato in lei un certo interesse.
Helen non sapeva di cosa si trattasse, era piuttosto curiosa.
Si vestì velocemente, con i primi indumenti che le capitarono a tiro, uscendo di casa subito dopo.
Percorse ad ampie falcate il tratto di strada che la separava dal traballante edificio di cui, ormai, dopo tanti anni, si sentiva parte integrante.
Ritrovava, nella Tana, l'idea di casa. Ogni cosa che fosse associata al concetto di famiglia, amore, protezione, era rinvenibile nei Weasley stessi: da Molly e Arthur, ai gemelli, a Charlie, a tutti gli altri figli; ognuno di loro occupava un posticino irremovibile nel suo cuore, anche Percy.

Non appena fu arrivata a destinazione, Helen vide Bill, che fece segno di raggiungerlo.
«Buongiorno Helen» le disse, una volta avvicinatasi.
«Buongiorno Bill» rispose con un sorriso.
Dopo circa due minuti, vide i gemelli precipitarsi verso di loro con un certo entusiasmo, particolarmente sospetto.
«Buongiorno alla più bella e brava strega del Mondo Magico!» esclamarono, posizionandosi, come sempre uno alla sua destra e l'altro alla sua sinistra.
«Cosa sono tutte queste adulazioni?» chiese, alzando un sopracciglio, palesemente divertita.
«È solo la verita» risposero in coro, facendole un occhiolino.
Helen scosse il capo, non sarebbero mai cambiati!
«Allora Bill?» si rivolse poi al più grande dei Weasley, che, intanto osservava la scena con un largo sorriso stampato in volto.
«Bene Helen, poichè hai mostrato un certo interesse verso la professione dello Spezzaincantesimi ...» fece pochi passi indietro, impugnando la bacchetta. «Voglio mostrarti delle cose, sei pronta?»
Fece un cenno del capo, come ad invitarla a mettersi in posizione.
Helen lo fissò per un attimo confusa, non sapeva bene cosa fare.
«Cosa dovrei fare?» chiese, del tutto perplessa.
«Duellare» ribattè Bill, come se fosse la cosa più normale del mondo.
Helen estrasse la propria bacchetta, confidando in essa e nelle proprie capacità.
Legno di faggio e nucleo di crine d'unicorno, capace di svolgere magie di un'arte e una finezza che raramente era riscontrabile in altri legni. Da qui deriva il suo prestigio, aveva detto il signor Olivander, quando la stessa bacchetta l'aveva scelta, al suo primo anno.
Sentì i gemelli emettere ululati, neanche fossero lupi mannari, distanziandosi e iniziando un sgranocchiare delle Api Frizzole.
«Expelliarmus!» gridò Bill, cogliendola di sorpresa.
La bacchetta le volò di mano, lasciandola disarmata.
«Avete già finito?» domandò Fred deluso.
La presenza dei gemelli l'aveva distratta, come al solito.
«Un buon Spezzaincantesimi, Helen, non abbassa mai la guardia»l'ammonì il suo avversario, continuando a tenere lo sguardo fisso su di lei. «Da un momento all'altro potresti dover affrontare una Maledizione, ricorda» disse, infine.
Riprese la bacchetta da terra. Tuttavia, non appena si mise in posizione, pronta per contrattaccare, Charlie fece il suo ingresso, avvicinandosi.
«Che succede qua?» Chiese.
«Bill ed Helen, duellano» rispose George, masticando, questa volta, delle Caramelle Mou.
«Oh bene» ribattè, prendendo poi una gelatina dal pacchetto di Fred.
Sembrava stessero assistendo ad uno spettacolo, o meglio, ad una partita di Quidditch ed era risaputo che, Helen, non sopportasse affatto di essere così tanto al centro dell'attenzione.
Tuttavia, non poteva fare la figura della debole streghetta alle prime armi con la magia, non davanti a Charlie.
Strinse forte la propria bacchetta, divaricando leggermente le gambe per avere più stabilità.
«Ricominciamo!» esclamò.
Avrebbe dato modo loro di vedere di che pasta fosse fatta Helen Clark!

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