Capitolo 14 - Rabbia

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Charlie aveva parlato di pratica.
Questa parola destò un certo timore negli studenti: nessuno di loro si era mai avvicinato ad un drago.
Lui, però, non prestando attenzione al brusio di fondo, lanciò un incantesimo scudo, con grande maestria, che avrebbe difeso gli spettatori da eventuali attacchi imprevisti.
Helen vedeva gli altri maghi intenti a capire cosa il dragonologista stesse facendo, quando si allontanò per un attimo, prendendo un sacco, che a lei pareva non pesare particolarmente, dal quale, poco dopo, Charlie ne estrasse un qualcosa avvolto in un panno scuro.
«Non posso mostrarvi come effettuare un incantesimo difensivo, perchè non sarebbe particolarmente sicuro, ne', tantomeno, credo ne sareste capace, ci vuole molta pratica» iniziò lui, continuando a tenere quell'oggetto sconosciuto in mano.
«Pertanto, vi farò vedere come nutrire un drago
Detto ciò, scoprì, tirando via il tessuto nero, quella cosa che aveva con sè: un pezzo di carne.
Nel farlo, si scorciò le maniche della maglia, rivelando i muscoli delle braccia e con essi, anche le cicatrici.
Helen rimase a fissarle per qualche secondo: ricordava il contatto della sua pelle con quella del ragazzo, la sensazione che aveva provato al tocco, il contrasto tra la sua, così liscia e fredda, e quella del rosso, così ruvida e calda. Fuoco contro il ghiaccio.
Ora Charlie, stava, con l'aiuto di un euforico Hagrid, tagliando in due quello che doveva essere il cibo della creatura alle loro spalle. Appena ebbero finito, si rivolse nuovamente a loro.
«Qualcuno vuole provare?»
Nessuno si mosse, nemmeno Helen, per quanto potesse essere in parte affascinata dai draghi, non si era mai avvicinata ad uno in carne ed ossa. D'altronde, si aggiungeva il fatto che, in presenza di Charlie e con gli occhi di tutti puntati addosso, sarebbe sicuramente arrossita a tal punto da assumere lo stesso colorito dei capelli dello stesso Weasley.
«Pss, Helen, dovresti andare tu» bisbiglió Fred, dandole un colpetto sulla spalla per spronarla.
«Non vi succederà nulla, ve lo posso garantire.» cercò di rassicurarli.
Lo sguardo del rosso vagava in cerca di qualcuno che accennava ad avvicinarsi.
«Lo faremo insieme.»
Quando proferì l'ultima frase, il suo sguardo si posò su di lei. Helen notò qualcosa nei suoi occhi, come ad invogliarla a farsi avanti, come a dirle: "Non preoccuparti, ci sono io."
Intanto Adeline, con l'aiuto di George, aveva preso a spintonarla, affinché potesse avanzare.
Era piuttosto fastidioso.
Lei avrebbe voluto, davvero, solo che non poteva, non poteva assolutamente divenire lo zimbello degli altri, nè tanto meno permettere alla Raylee di ridere del suo imbarazzo, si conosceva ed era più che certa di cosa sarebbe accaduto se fosse andata.
«Vengo io!»
Helen aveva riconosciuto quella voce, come avrebbe potuto non identificare la stridula e odiosa voce di Erika Raylee?
Quest'ultima più che camminare in direzione di Charlie, sembrò sfilare. Ancheggiava con un fare così forzatamente sensuale, che Helen dovette impegnarsi molto per non scoppiare a ridere.
Tuttavia, se da una parte quella scena la divertiva alquanto, dall'altra avrebbe voluto lanciarle una Fattura Gambemolli.
Helen si sentí infastidita dal fatto che l'oca si fosse proposta, perché era consapevole del fatto che quello fosse solo un modo per mettersi in mostra, in quanto mai la Raylee si sarebbe, in altri casi, sporcata le mani con carne cruda, né tanto meno avrebbe mai avuto un tale interesse verso una creatura magica.
Una volta avvicinatasi a Charlie, questi le fece indossare dei guanti, porgendole poi il cibo del drago, che la mora prese con un'aria visibilmente disgustata.
«Sai che tipo di carne è questo?» chiese poi il rosso, rivolgendosi prima alla ragazza e poi a tutti loro.
«Di animale, è evidente» rispose lei, come se avesse appena rivelato qualcosa di eclatante.
Che stupida, pensò.
«Di pecora. I Verde Gallesi sono ghiotti di questo animale.» s'intromise Helen.
Ora aveva gli occhi di tutti puntati nella sua direzione, persino quelli di Charlie, che aveva assunto un'espressione stupita, meravigliata, come se non si aspettasse una tale risposta da lei.
Questo, notò, lo fece sorridere, ed Helen se ne compiacque.
Erika, invece, la fissava con uno sguardo astioso, per cui decise di rivolgersi proprio a lei, sfoggiandole un ghigno beffardo.
«Quindi, Erika, fossi in te, starei attenta, potrebbe scambiarti per il suo pranzo.»
Una risata generale si levò dal gruppo di giovani maghi e streghe, ed Helen provò un senso di soddisfazione inondarle il petto.
Giuró di aver visto anche Charlie ridere sotto i baffi.
Era quello che quella viscida si meritava .
Prima che gli animi si surriscaldassero ulteriormente, Hagrid intervenne, facendo in modo che la lezione potesse continuare nel verso sperato:
«Per favore, state buoni. Non vi rendete conto del privilegio che avete? Dovreste ringraziare il signor...cioè, Charlie, per la sua disponibilità».
«Nessun problema, Hagrid. Continuiamo adesso» fece Charlie, incentivando il gruppo di studenti a prestare nuovamente attenzione.
«Come ci è stato gentilmente suggerito, questa è carne di pecora. Adesso, Erika, mettiti qui accanto a me, dobbiamo procedere con cautela»
«Tutta quella che vuoi, Charlie» rispose lei, con atteggiamento spudoratamente adulatorio.
I due si avvicinarono di poco al drago, il quale non appena vide il cibo nelle mani della ragazza, iniziò ad agitarsi, battedo le ali ed emettendo piccoli versi, come se avesse intuito che fosse arrivata per lui l'ora del pranzo.
Vide la Raylee ritrarsi istintivamente.
Helen si chiedeva come mai la creatura non le avesse già morso un dito.
Charlie poggiò una mano sulla spalla della mora, avvicinandola di poco a se' ed accompagnando, con l'altra, quella della ragazza in direzione della gabbia.
Helen provò una specie di rabbia montarle dentro a tal punto da sembrare che del fumo le stesse fuoriuscendo dalle orecchie, come se avesse appena bevuto una Pozione Peperita.
Il drago azzannò il pezzo di carne, inghiottendolo in un sol movimento della testa.
Erika emise un piccolo gridolino, aggrappandosi repentinamente al petto di Charlie, come a proteggersi.
Helen ora sentiva ribollirle il sangue nelle vene: ma come riusciva quell'asina giuliva ad irritarla in qualsiasi modo e in qualunque situazione?
Sentí poi i gemelli applaudire e fiaschiare.
«Bravo Charlie!» dissero.
«Deve essere bello fare il dragonologista.» aggiunse poi, George.
«Già, si attirano le ragazze!» concluse poi Fred, che si conquistò una bella gomitata nelle costole da Angelina Jhonson.
Helen avrebbe voluto, mai come in quel momento, lanciare un Incantesimo Silenziatore ai suoi due amici, sebbene consapevole che stessero scherzando.
In quel momento lei era più che furiosa, infastidita...quasi gelosa.
«Raylee, ci stavamo tutti preoccupando per la tua incolumità.» la beffeggiò «Per tua fortuna non ti ha scambiato per il proprio pranzo.» concluse poi, con finta premura.
Nuovamente ci fu un'ondata di risate generali, si voltò ad osservare prima la Raylee, la quale si era irrigidita dalla rabbia e poi i suoi amici, che continuavano a sghignazzare.
Si sentiva particolarmente soddisfatta.
«STUPEFICIUM!»
Non fece nemmeno in tempo a capire cosa stesse succedendo che un lampo colorato partí dalla bacchetta di Erika Raylee.
«PROTEGO.»
Helen era pietrificata, aveva gli occhi sgranati e gli arti fissi lungo il corpo.
Quella meschina l'aveva colpita alle spalle.
Era sicura di non essere stata lei a proferire l'incantesimo protettivo.
Si voltò leggermente e notò la bacchetta di Charlie puntata nella sua direzione, mentre lui sembrava decisamente essere sbiancato.
L'aveva prottetta.

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