Capitolo 37 - Draghi

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Era un freddo pomeriggio di Novembre, quando gli studenti si riversarono verso il parco, dove era stata allestita un'arena per la prima prova.
Tutti erano ansiosi di scoprire cosa i campioni avrebbero dovuto affrontare, e qualcosa disse ad Helen che la risposta si celava dietro alle grosse tende variopinte che si scorgevano il lontananza.
Avvertiva una forte tensione allo stomaco, dal momento che anche Cedric fosse in gara.
Solo dopo che ebbe preso posto, aguzzó la vista.
L'arena era costituita da suolo roccioso, chissá quanto tempo ci avevano messo ad allestirla.
I campioni si trovavano in una delle tende, impegnati a scoprire quale fosse il loro destino.
Helen avanzó delle ipotesi: forse era una prova di volo, un combattimento, forse dovevano dimostrare di saper adoperare correttamente gli incantesimi.
Qualche istante dopo, Bagman uscì dalla tenda, prendendo posto laddove fosse stato più adatto a fare la telecronaca. I gemelli gli lanciarono sguardi infuocati, rancorosi per la trappola che gli aveva teso alla coppa del mondo.
Poi la folla sussultó, quando vide due uomini trascinare, fuori dalla tenda più grossa, un drago, e assicurarlo con delle catene.
DRAGHI? Era questa la prova?
Il suo stomaco si contorse.
Si scambió uno sguardo con Adeline, preoccupata quanto lei, e poi con i gemelli, estasiati.
Helen riconobbe si trattasse di un Grugnocorto Svedese, ne aveva lette abbastanza sui draghi; immancabilmente il suo pensiero fu Charlie.
Chissá da dove fossero provenissero quelle creature, se non proprio dalla Romania.
Qualche istante dopo, la gara era iniziata.
Bagman ruggì il nome di Cedric, che usciva dalla tenda, più determinato che mai, sebbene la sua espressione lo tradisse, poiché appariva pallido e sembrava in punto di svenire. Gli occhi della folla trottarono dal ragazzo a ció che avrebbe affrontato, poi ci fu un gran fracasso, tra applausi di incoraggiamento, urla, fischi. La folla sembrava essere divenuta una sola entità.
Helen trattenne il fiato per quindici minuti esatti, il tempo che Cedric impiegó a sottrarre al drago un bell'uovo d'oro. Tiró un sospiro di sollievo quando lo vide uscire dal campo; aveva azzardato, trasformando una pietra in cane, per distrarre il drago: un grande rischio, ma ne era uscito con qualche bruciatura soltanto.
Krum sfidó un Petardo Cinese, Fleur, che fu molto coraggiosa, un Gallese Verde.
Il peggio toccó al giovane Potter, che ebbe a che vedersela con un Ungaro Spinato che avrebbe voluto abbrustolirlo volentieri.
Quando la prova fu finita, tutti esplosero in applausi fragorosi. Poi attesero l'attribuzione dei punteggi.
Helen ora si era calmata, e in compagnia dei suoi amici si accinse a scendere dalle gradinate.
I gemelli commentavano la prova ancora emozionati, ripercorrendo le azioni di Harry, che aveva richiamato la sua lucente firebolt con un incantesimo di appello.
«Harry è stato fantastico, ma quel drago con me non avrebbe avuto scampo» proferì George, dandosi delle arie.
Adeline, invece, accennó al coraggio di Fleur, unica concorrente donna in gara.
Mentre risalivano per il castello, Adeline si guardó indietro, verso l'arena, aguzzando la vista.
«Ragazzi, scusatemi un secondo, credo di aver lasciato una cosa sulle gradinate» fece la mora, precipitandosi di corsa verso il luogo appena lasciato.
Helen scrollò le spalle, mentre i gemelli si guardarono interrogandosi a vicenda.

Adeline si era precipitata di corsa in discesa, senza pensare bene a cosa stesse facendo. Con la sua vista acuta, le era parso di scorgere un volto fin troppo familiare. Il cuore le era quasi esploso in petto.
Draghi. Qualcuno doveva averli portati, ed il volto che aveva visto le sembrava centrare quel contesto.
Non appena fu tornata lì, scontrandosi con una calca di studenti che prendevano la direzione opposta, si diresse verso la tenda più grande, non curandosi che non fosse il suo posto, o che potessero esserci limitazioni.
Quando ebbe scostato da parte il tessuto, e fu entrata, non potè credere ai propri occhi.
Jacob Clark.
Non disse nulla, inspiró forte per la sorpresa, lanciandosi di corsa verso il ragazzo, che non appena la vide, assunse un'espressione stranita.
La ragazza gli si lanció tra le braccia, e lui ricambió quella stretta, prendendole il viso tra le mani.
«Jacob!» esclamó sorpresa. Lui le fece segno di abbassare la voce.
«Cosa ci fai qui? E perché tua sorella non ne sapeva niente?»
«Il nostro superiore ci ha raccomandato di mantenere massima segretezza riguardo alla prova» spiegó lui.
«Io...sono felice di vederti» ammise la ragazza, arrossendo.
Jacob le sorrise, sfiorandole la guancia con il pollice.
«Anche io, ma non devi dirlo a nessuno, ti prego»
«Non posso nascondere questa cosa ad Helen, Jacob» disse lei secca.
Non avrebbe mai potuto mentire alla sua migliore amica; dal momento che la prima prova era andata non c'era bisogno di mantenere il segreto.
Jacob alzó gli occhi al cielo.
«Sai essere fastidiosa» proferì lui, tirandola tra le sue braccia.
«Vieni al castello, lei sará felice di vederti» sussurrò al suo orecchio. Jacob non se lo fece ripetere, si fece condurre per mano su per la collina.

Helen si era seduta in sala grande, in attesa che Adeline fosse di ritorno. Guardando verso la grande porta, peró, non vide solo la sua amica, ma anche qualcuno di inaspettato, che la costrinse a strofinarsi gli occhi per accertarsi che non fosse una disillusione.
Si precipitò verso Jacob, incredula, attonita.
«Sorellina!» la salutó, stampandole un bacio sulla fronte.
Helen sapeva che ci fosse qualcuno dietro quei draghi, e vedere suo fratello lì ebbe un qualcosa di rassicurante, rispetto a tutto ció che stava accadendo all'esterno.
Nel frattempo il professor Moody passó accanto a loro, guardandoli con quell'inquietante occhio roteante. Jacob guardó lo guardó con un'espressione disgustata alquanto.
«Chi è quello?» sussurró alle due.
«Il professor Moody, ci insegna difesa contro le arti oscure» gli rispose Helen.
«Non me la conta giusta...» proferì, guardando nella direzione dell'uomo, che barcollava, a causa della gamba artificiale.
«Allora, imbecille, perché non dire nulla alla tua sorellina?», Helen gli tiró un pugno sulla spalla.
«Beh vedi, io e Charlie...».
Ma prima che suo fratello avesse potuto completare quella frase, favorendo una spiegazione, Helen parve pietrificarsi.
«Charlie? C'è anche lui?» domandó, con tono di collera. Jacob annuì piano.
«Tu ne sapevi qualcosa?» si rivolse ad Adeline, che al contrario di suo fratello, scosse la testa.
Serró i pugni.
Lui era lì, a pochi passi da lei, e non le aveva detto nulla?
E allora quelle parole che le aveva scritto? La mancanza? Tutte bugie.
Uscì dalla sala grande con passi insistenti, tali che avrebbero potuto essere uditi dai sotterranei.
Sapeva dove andare.

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