Helen stava correndo con il suo carrello verso il muro tra i binari 9 e 10 della stazione di King's Cross.
Le faceva sempre uno strano effetto, per quanto fosse diventato un gesto abituale, ogni volta aveva paura di schiantarsi contro quei mattoni.
Passó subito dopo i Weasley, seguita a ruota dal padre e da Jacob.
C'erano tutti, anche se di lì a poco suo fratello e Charlie sarebbero dovuti tornare in Romania.
Chissà quando li avrebbe rivisti di nuovo.
Alzó lo sguardo in direzione del grande orologio che si trovava sulla banchina del binario 9 e 3/4.
Le 10:50, tra 10 minuti il treno sarebbe partito, nuovamente, alla volta di Hogwarts.
Sentiva la signora Weasley elencare un'infinita serie di raccomandazioni ai gemelli, pregandoli di non farle ricevere nessun'altra lettera d'ammonizione.
Si giró verso suo padre e suo fratello.
«Allora Helen ci ved-»
Non permise a Jacob neppure di terminare la frase, perché gli si lanció tra le braccia, stringendolo forte e poggiando la testa all'altezza del petto.
«Quando tornerete?» chiese lei, restando in quella posizione.
«In estate io, Charlie...non lo so, presumo di si.» rispose.
Sentir nominare il secondogenito dei Weasley le fece un effetto strano.
Sentì il battito accelerare per un millesimo di secondo.
Ricordó la degnomizzazione e, in particolare, la sensazione che aveva provato stando a contatto con lui, standogli così vicina.
Forse la sua pelle si era abituata a quella sensazione, forse desiderava sentire ancora una volta il suo tocco.
Cacció via quei pensieri.
A volte la mente le faceva brutti scherzi.
Si staccó da Jacob, poi abbracció il padre.
Proprio mentre era stretta al signor Clark, gli occhi scattarono in direzione dei Weasley.
Lo sguardo ricadde su Charlie, fermandosi un attimo lì.
"Sta diventando un'abitudine." pensó.
E questa cosa le faceva un po' paura, non voleva in alcun modo maturare una minima cotta per lui.
"Assolutamente no."
Ma che pensieri le venivano in mente?! Era totalmente fuori discussione.
Era cresciuta, maturata, cambiata e sicuramente non era più una stupida ragazzina che s'infatuava del primo bel viso che vedeva.
E poi lui era Charlie.
Lo conosceva da una vita. Eppure, non aveva mai pensato alcuna di quelle cose che ora la sua mente si divertiva a propinarle.
I gemelli le si avvicinarono, attesero che avesse finito di salutare i suoi, per poi incamminarsi lungo la banchina.
Sperava di trovare qualche vagone tranquillo.
«Ciao tesoro, mi raccomando.»
La signora Weasley l'abbracció.
«Non si preoccupi Molly, li tengo d'occhio io.» le rispose Helen, sorridendo.
Fece un cenno prima al signor Weasley e poi a Charlie.
«Ciao Helen.» fece lui.
Ebbe un fremito, sentendo il proprio nome pronunciato dal ragazzo.
Doveva essere sicuramente il freddo.
Il fischio della locomotiva, che segnava la pronta partenza, li indusse ad affrettarsi, così, dopo aver afferrato il proprio baule, seguì i gemelli fino all'entrata del vagone.Stavano cercando uno scompartimento libero, ne avevano passati giá cinque.
Era un'impresa ardua, Helen se lo aspettava.
Erano appen entrati nel sesto vagone, quando una figura sorridente le si posizionó avanti.
«Eccovi finalmente!»
Adeline.
Le sembrava diversa, aveva il volto più rilassato.
Adeline era una ragazza magra, leggermente meno esile rispetto ad Helen, ma alta più o meno quanto lei. Aveva capelli corti, di un castano intenso, occhi color nocciola, che ispiravano sicurezza.
Sebbene Helen avesse appena lasciato la sua famiglia al binario, accanto alla sua amica si sentiva in un posto sicuro.
Erano una bella squadra, loro due.
«Vi ho occupato dei posti.» continuó poi, invitandoli ad accomodarsi.
«Sei una salvezza, Adeline.» le rispose, salutandola con un abbraccio.
«HEY Helen.»
Non se n'era ancora accorta, ma seduto con loro c'era anche Lee Jordan, il quale si alzó immediatamente non appena la vide entrare.
«Ciao Lee.» rispose semplicemente lei.
Lui la guardava come era solito fare: pareva che le pupille avessero acquisito la forma di due giganti cuori.
Ebbene, Lee Jordan la corteggiava dal primo anno e, nonostante i suoi continui rifiuti, il ragazzo pareva non disposto a demordere. Prima o poi sarebbe arrivato ad utilizzare un filtro d'amore.
Da un lato ammirava la sua perseveranza, dall'altro la sua insistenza un po' la infastidiva.
Tuttavia, non gliel'aveva mai fatto pesare, era un bravo ragazzo dopotutto.
Doveva ammettere peró che un po' le piaceva essere desiderata in quel modo. Ogni volta che ne aveva l'occasione Lee le offriva una cioccorana, questo era sicuramente un vantaggio.
«HEY LEEE.» esclamarono i gemelli, come sempre, all'unisono.
Si sedettero subito accanto all'amico, blaterando qualcosa sulla progettazione di nuovi scherzi per il nuovo anno.
Diede un'ultima occhiata fuori dal finestrino prima che il treno si mettesse definitivamente in moto.
Squadrava le persone ferme sul binario che scuotevano le mani in direzione della locomotiva, come se stesse cercando qualcuno.
Forse stava realmente provando a trovare qualcuno con lo sguardo, e forse quel qualcuno era...
«Helen!»
Adeline la riportò alla realtà.
«Qualche volta mi farai entrare in quel mondo dove ti perdi ogni volta?» aggiunse scherzosamente.
«Mh, vedremo.» ribattè lei con lo stesso tono giocoso.
«Mi sei mancata.» riprese poi l'amica.
«Anche tu.»
Le sorrise.
Le era mancata davvero.
Adeline sapeva capirla, non la giudicava, non lo aveva mai fatto, l'ascoltava, le era stata vicina quando ne aveva avuto bisogno.
Era la sua migliore amica.
Si conoscevano da quando erano bambine, le loro madri erano state a loro volta amiche.
«Hai qualcosa da raccontarmi.»
«Mh, non molto, tu?»
«Non era una domanda.» puntualizzó lei.
«Ti conosco, sai.»
La stava guardando con occhi vispi.
Era incredibile quanto ormai sapesse leggerle i pensieri, quasi come se sapesse decodificare ogni suo atteggiamento.
Aveva qualcosa da raccontarle?
Non le sembrava, a parte il fatto che avesse passato quasi tutte le vacanze natalizie a studiare Incantesi e Trasfigurazione, e che aveva preparato dei biscotti commestibili (stranamente), e che aveva lanciato gnomi a destra e a manca, e che...
"E che Charlie..."
«Ho battuto otto volte Jacob a scacchi.» rispose.
«Otto volte???»
«Forse nove.»
Adeline rise, poi iniziò a girarsi i pollici, arrossendo lievemente.
Helen sapeva cosa quell'atteggiamento significasse, poteva voler dire una cosa soltanto: stava per chiederle di Jacob.
Anche lei aveva imparato a comprenderla, ad intrepretare ogni suo atteggiamento.
«E come sta? Intendo J-Jacob»
«Sta bene. Durante le prossime vacanze devi assolutamente venire a trovarci.»
«Sicuro, contaci!» rispose lei entusiasta.
Ora il binario 9 e 3/4 era divenuto un punto lontano.
Da ogni scompartimento provenivano schiamazzi e chiacchiere. Tutto quel rumore peró, non riusciva a tenere a freno i pensieri di Helen.
Se c'era una persona di cui Helen si fidava ciecamente, quella era Adeline.
Eppure non le aveva ancora raccontato tutta la verità.
Una verità che, nel profondo, la turbava.
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Omnia Mutantur
Fanfic[AN HARRY POTTER SPIN-OFF] Tutto cambia, niente muore. (Tratto dal testo) «Di fronte al vero amore dobbiamo essere nudi, cioè sinceri ed autentici, pronti a donarci interamente, affinchè riesca ad emergere la parte migliore di noi.» fece una breve p...