Capitolo 17 - G.U.F.O.

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Helen si sentiva piuttosto agitata.
Aveva trascorso quel giorno interamente in biblioteca, immersa tra libri e pergamene. Il solo pensiero che mancassero poche ore ai G.U.FO. le metteva particolarmente ansia.
Non era l'unica, però, tutti gli studenti del quinto e dell'ultimo anno, i quali, invece, avrebbero dovuto affrontare i M.A.G.O, erano impegnati tra ininterrotte ripetizioni teoriche ed esercitazioni pratiche. Si vedevano fogli volare da una parte all'altra.
La professoressa McGrannit era stata chiara:
«O vi concentrate nello studio, o non passerete mai questi esami per accedere alle classi successive» aveva detto, più categorica che mai.
Per capire quanto fossero intimoriti i ragazzi dagli esami, bastava pensare che addirittura i gemelli Weasley furono visti studiare e che, la Raylee avesse, per la prima volta nella sua vita, messo piede in biblioteca, provando ad inserire qualche nozione nel cervello di gallina che si ritrovava; missione che, per Helen, sembrò tanto ardua quanto impossibile.
Adeline era divenuta notevolmente intrattabile in quell'ultimo periodo, perchè se c'era una cosa che mandava in tilt il sistema nervoso dell'amica, questa era proprio l'ansia pre-esami. Helen, tuttavia, riusciva a comprenderne a pieno lo stato d'animo, anche lei era davvero preoccupata. Sebbene si fosse impegnata tantissimo, aveva paura, non tanto di essere rimandata, quello lo riteneva poco possibile (forse), ma di deludere le proprie aspettative in merito. Voleva dare il massimo, essere una delle migliori, sentirsi fiera del proprio lavoro e dei risultati raggiunti.

Il fatidico giorno arrivò, come tutte le cose che, nella vita, sembrano insormontabili.
Quella notte Helen non aveva chiuso occhio e questo la turbò notevolmente: aveva paura di non riuscire a rendere come avrebbe voluto, o peggio, di non ricordare nulla a causa della stanchezza.
La prima prova a cui i giovani maghi si dovettero sottoporre, fu quella di una delle materie obbligatorie: Incantesimi. L'inizio era previsto per le 9 in punto ed Helen, come quasi mai nella sua intera esistenza, non solo si presentò puntuale, ma addirittura, circa trenta minuti prima dell'orario stabilito. Una folla di studenti aspettava che gli esaminatori aprissero le porte della Sala Grande per permettere loro di accomodarsi. Intanto Helen, ripeteva mentalmente tutto ciò che le sarebbe servito per rispondere correttamente ai quesiti.
La prova scritta era strutturata in questo modo: c'erano circa sessanta domande, sia a risposte multiple, che aperte, a cui gli studenti avrebbero dovuto rispondere nell'arco di due ore.
Non era impossibile, ma nemmeno una cosa tanto semplice, ed Helen era piuttosto consapevole di questo, per tale motivo, si era adoperata al massimo delle sue potenzialità.
Si sentiva sufficientemente pronta, nonostante gli occhi le bruciassero a causa della notte insonne.
Pochi minuti dopo, gli esaminatori permisero ai ragazzi di entrare nella sala e prendere posto, ognuno al proprio banco. Erano stati distanziati gli uni dagli altri e , a ciascuno di loro sarebbe stata, a breve, affidata una penna a cui era stato apportato un incantesimo anti-imbroglio, cosicché non avessero avuto la minima possibilità di copiare.
Alle 9:00 in punto, non un minuto di più, né in meno, un uomo di mezza età, con occhiali e capelli scuri, che indossava abiti piuttosto formali, agitó la bacchetta e dalla pila, posiziona proprio di fianco a lui, iniziarono a volare dei fogli, diretti verso di loro. Una copia per ogni studente.
La distribuzione dei compiti duró davvero poco e dopo circa due minuti, ogni di loro aveva davanti a sé il foglio con i quesiti.
Si guardó attorno ed incroció prima lo sguardo di Adeline, che, nel frattempo, si mordicchiava le unghie delle mani, poi quello di George, che, al contrario, sembrava davvero tranquillo, tanto che le fece l'occhiolino, alzando il pollice come per assicurarle che fosse tutto ok.
«Avete due ore a partire da ora.» tuonó l'uomo, schioccando le dita e rovesciando poi una clessidra, collocata sul grande tavolo alle sue spalle.
Helen notó che poco dopo quel gesto le domande comparvero sul foglio. Impugnó la sua piuma e inizió a leggere, cercando di mantenere la calma.
In quell'ultimo periodo aveva scoperto di avere una certa predisposizione per Incantesimi, apprendeva con una facilità pazzesca, tanto è vero che la prova d'esame non le risultó per nulla difficile. Apponeva crocette con la stessa rapidità con cui lo snaso le aveva rubato la catenina quando era con Charlie.
"Non è il momento di pensare a lui!" si rimproveró, scuotendo la testa.
Arrivó all'ultima domanda prima di quanto si aspettasse.
"Scrivere l'incantesimo usato per alimentare le fiamme." lesse mentalmente.
"Facile" pensó "Alimentes Flames."
Scrisse la risposta di getto, dando, poi, una piccola ricontrollata al compito.
Quando alzó gli occhi, per la prima volta dopo l'inizio dell'esame, vide tutti gli altri studenti chinati, ognuno sulla propria prova. Nessuno aveva ancora terminato, era stata la prima.
Un misto di gioia e preoccupazione le invase il petto, due potevano essere le opzioni: o era stata decisamente brava o aveva sbagliato praticamente tutto.
Cercó di non farsi cogliere dall'ansia, si alzó e, sotto lo sguardo sbalordito di alcuni ragazzi, consegnó.

Quello stesso pomeriggio dovettero affrontare l'esame pratico della medesima materia.
Questa volta, invece della Sala Grande, si diressero nell'aula dove comunemente seguivano le lezioni.
Sostenevano la prova uno per volta con un esaminatore esterno, probabilmente lo stesso che Helen aveva visto quella mattina stessa.
Mancava solo una ragazza, poi sarebbe toccato a lei. Quei minuti sembravano non passare mai, interminabili, mentre ripeteva in mente tutti i possibili incantesimi che avrebbero potuto chiederle.
Quando il suo turno arrivó, Helen capì davvero che, in alcuni casi, l'attesa di qualcosa, la rende più complicata di quel che realmente sia, difatti, il suo esame fu davvero eccezionale, tanto che il Signor Grendyth, che presiedeva la commissione, le fece i complimenti, in quanto uno dei migliori fino al quel momento osservati. Il professor Flitwick sarebbe stato fiero.

Anche gli altri G.U.F.O. non si rivelarono particolarmente difficili. L'unica complicazione, che poi riuscì ad arginare al meglio, le si presentó durante la prova di Storia della Magia. Nonostante avesse davvero appuntato e schemazzito qualsiasi evento di rilevante importanza, la cronologia, con le corrispettive date delle vicende storiche, non era proprio il suo forte, tuttavia, non credette di essere andata proprio male.

I risultati non tardarono ad arrivare.
Quando ormai, dopo una serie di turbolenti avvenimenti di cui Hogwarts si vide protagonista quell'anno, furono finalmente a casa, ad Helen arrivó una missiva.
Appena consegnatale, capì subito di cosa si trattasse, già dal fatto che non avesse riconosciuto il gufo: non era Errol, né tantomeno Tivy, ma quello di Adeline.
Tolse subito la busta che portava legata alla zampa, srotoló la pergamena e lesse:

HELEN CLARK HA CONSEGUITO:
Astronomia: O
Antiche Rune: O
Aritmazia: E
Cura delle creature magiche: O
Incantesimi: E
Difesa contro le arti oscure: O
Divinazione: O
Erbologia: A
Storia della Magia: A
Pozioni: O
Trasfigurazione:O

Un enorme sorriso le si allargó sul volto: li aveva passati tutti.
Era davvero soddisfatta, ora la sua estate sarebbe potuta iniziare per davvero.
Ad un tratto sentì degli strilli provenire dalla casa dei Weasley. Fu in grado di distinguere la voce di Molly, sebbene si trovassero distanti.
Evidentemente i gemelli non avevano avuto i suoi stessi risultati.
Si affacció alla finestra della cucina.
I gemelli stavano correndo verso casa sua, procedendo a grandi salti, più felici che mai, e facendo svolazzare tra le mani delle pergamene.
«Vi avevo giá dato per morti» gridó Helen, ridendo forte.
«Ti riferisci alle urla che hai sentito? In realtà sono quasi sicuro fossero di gioia» ironizzó Fred.
George le mostrava le pagelle da lontano, chiaramente Helen non poteva decifrare la scrittura da quella distanza.
«IN DUE ABBIAMO TOTALIZZATO BEN SEI GUFO!» esultarono, riprendendo a saltare da una parte all'altra.
Le vacanze stavano cominciando per tutti loro.

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