"Dio Ava devo regalarti una fottutissima macchinetta per il cappuccino" sbuffai guardando la tazza davanti a me, il primo sorso era stato devastante.
"Ingrata" mormorò il ragazzo, guardandomi stizzito.
Quella mattina mi sentivo distrutta, la sera prima avevamo fatto tardi alla fine e ora mi ritrovavo sveglia alle otto del mattino a causa dei ragazzi.
Oggi dovevano andare in studio, eppure l'unica persona che sarebbe già dovuta essere pronta era a letto... e per giunta russava.
"Franci mi passi i cereali?" tentò di parlare in modo più chiaro possibile Lollo, mentre sbadigliava sonoramente.
Passai in modo stanco la scatola al moro, poi appoggiai la mia testa su un braccio.
"Che farai oggi? Sicura di non voler venire con noi?" chiese per l'ennesima volta Ava.
"Shhh" borbottai infastidita da tutto quel rumore, non mi sembrava carino riordinare rumorosamente le stoviglie mentre io ero appena sveglia e accasciata sul tavolo della cucina.
Soprattutto considerando che mi ero svegliata per le sue imprecazioni contro la macchinetta del caffè, avevo il timore che potesse esplodere da un momento all'altro.
Agitai un dito per aria, sentendo il mio braccio dannatamente pesante.
Lollo ridacchiò prima di ingurgitare il primo cucchiaio di latte e cereali.
"Tu" lo indicai "smettila di essere così rumoroso e di parlare così tanto... e smettila anche di essere così... così... COSÌ SVEGLIO!" sbuffai mentre infilavo un paio di occhiali da sole sul tavolo.
Non sopportavo tutta quella luce.
"Sei per caso diventata Edward Cullen?" ridacchiò la testa rasata.
"SHHHH" saltai dalla sedia infastidita, portandomi l'indice alla bocca.
Lollo scoppiò a ridere non riuscendo più a contenersi.
"MHHHM" mugugnai infastidita dalla sua fragorosa risata, mettendo le mani sulle orecchie disperata.
"A quanto pare Bella dorme ancora invece" sbuffò Ava, uscendo dalla cucina per svegliarlo.
"Era una padella quella?" indicai a malapena, sconvolta.
Lollo annuì divertito.
Qualche secondo dopo un rumore assordante e le urla di Luca riempirono l'appartamento.
"PORCA TROIA AVA CHE CAZZO!"
Sghignazzai, anche se infastidita da tutto quel baccano, mentre il moro affianco a me rideva a bocca piena, schiaffeggiandomi.
"Chiamerò un neurologo" mormorai incenerendo la sua mano con uno sguardo, divertendolo ancora di più.
Dieci minuti dopo Luca entrò in cucina e si gettò rumorosamente sulla sedia accanto alla mia, mi schioccò un bacio umido sulla guancia e poi mi fissò qualche secondo prima di rubarmi gli occhiali.
Mi sorrise scorgendo finalmente i miei occhi e poi mi lasciò un altro bacio prima di infilarseli e assumere esattamente la mia posizione.
"Ora capisco perché state bene insieme" ci indicò Ava.
"Sta zitto" mormorò il moro accanto a me, infastidito.
"Ecco appunto" sbuffò l'altro.
Non potei fare a meno di sorridere, probabilmente aveva ragione lui.
"Amo" mi pregò indicando la sua tazza vuota.
Io scossi il capo divertita prima di passare da un lato all'altro i cereali e il latte di cui aveva possesso Lollo.Passai la mattinata a pulire casa, escludendo camera di Ava e Lollo, non volevo violare la loro privacy... e poi avevo paura di cosa avrei potuto trovarci, onestamente.
Saltai sul posto quando la chiamata del fotografo Luigi arrivò inaspettatamente, stoppando la mia canzone preferita.
"Pronto" risposi curiosa.
"Buongiorno cara, ti chiamavo per vederci domani mattina se per te va bene" spiegò tranquillo.
E dopo avergli confermato ed esserci organizzati, riattaccai salutandolo cordialmente.
Tutto stava andando per il verso giusto.
La mia carriera stava per decollare, portandomi dritta nella stessa casa con Luca.
L'amore andava a gonfie vele e la mia vita stava cominciando finalmente a far combaciare tutti i pezzi, tranne uno... quello di mio padre sarebbe stato per sempre un pezzo del puzzle difettoso.
Per quanto mi potessi sforzare non sarei mai riuscita a farlo rientrare nella mia vita, anche volendo il mio orgoglio e le mie ferite non mi avrebbero mai permesso di perdonarlo dimenticando il passato.
Ma questa era una cosa che ormai avevo assimilato, se mio padre avesse fatto capolino sarei stata pronta al colpo, di sicuro.
La mia mente si era affollata per anni ormai di congetture varie e aveva immaginato infiniti modi e reazioni.
Sommersa dai pensieri mi chiusi in bagno dopo aver posato i vari detersivi e mi rilassai sotto il getto d'acqua calda.
Quando uscii mi asciugai con un accappatoio di Luca e mi vestii con qualcosa di comodo.
Milano fuori dalla finestra era caotica, immersa nel via vai di persone sotto di me accesi una sigaretta e fantasticai su quella che sarebbe stata la mia vita qui a breve.
Mi sembrava tutto così nuovo e mi faceva sentire davvero euforica.
Ero pronta alle mille mattinate in questa casa, alle colazioni arrabattate con i tre maschi di casa e alle corse a lavoro.
Ero pronta anche ai mille viaggi con Mark, che mi aveva scritto ieri sera dicendo che mi avrebbe chiamata domani pomeriggio.
Ero carica come una molla, sul serio.
Così carica che gettai il mozzicone nel posacenere sul davanzale e mi infilai le scarpe trepidante, volevo uscire e visitare la città.
Milano non era calda come Salerno, mi mancava il sole che spaccava le pietre e il mare, quello mi mancava da matti.Appena fui in strada cominciai a camminare sorridente, affascinata dalle vetrine dei negozi e dai loro luccichii.
Non mi lasciai scoraggiare dai prezzi esorbitanti di borse di cui mi stavo innamorando, nè dal vestitino in vetrina da mille euro che ero rimasta a fissare per buoni minuti.
Quel giorno nulla poteva abbattermi.
E così davanti al Duomo mi fermai incantata, sospirai fra le nuvole ed entrai nel primo bar carino che adocchiai."Dove sei stata? Ti ho chiamato mezz'ora fa" mi sorrise il moro appena varcai la soglia di casa.
"Ho fatto un giro per la città, ero di buon umore" sorrisi lasciandogli un bacio veloce.
Scompigliai i capelli a Lollo appena entrai in cucina e rivolsi un sorriso ad Ava.
"Perché a me solo un sorriso?" borbottò Ava.
"Forse perché tu non hai capelli?" ridacchiai ovvia.
"Oh beh, giusto. Allora puoi sfregare la mia testa coma una lampada di Aladin" ci penso su.
Boccheggiai sorpresa prima di ridere e fare ciò che mi aveva detto.
"Ora va meglio" rispose convinto.
"Che mangiamo stasera?" domandò Lollo.
"Che cazzo Lollo è il tuo unico pensiero?!" sbottò il mio ragazzo divertito.
"Poi vorrei capire dove lo mette tutto quel cibo" sbuffai divertita.~~~~
BABIEEESSS!!!
Capitolo di passaggio.
Scusate per l'assenza ma sono stata un po' incasinata.
A presto per il prossimo capitolo❤️
Lasciatemi tanti commenti e tante stellineee⭐️
Love u❤️❤️
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RATATA!
FanfictionNon riuscivo a crederci! Pensava davvero che con due mosse da bulletto figo sarei caduta così facilmente ai suoi piedi? Beh si sbagliava di grosso, non mi intimoriva per niente. " Guardami negli occhi... la mia vita è un rally, sto tra curve e fossi...