-Gelato

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I primi giorni erano stati un inferno, non avevo fatto altro che dividermi tra il lavoro e pianti disperati.
Luca mi aveva chiamato ininterrottamente anche venti volte al giorno.
Ava e Lollo mi chiamavano quando erano soli per sapere come stessi, Giulia non mi lasciava sola un attimo e io scleravo anche se sbattevo gli occhi una volta di troppo.
Nel weekend ero tornata a casa a prendere altra roba, d'accordo con Ava, quando lui non c'era.
Avevo pianto anche solo inspirando l'aria di casa, figuriamoci quando ero entrata in camera nostra.
Sembrava essere passato un uragano in tutto l'appartamento, ciò mi fece pensare che probabilmente Luca avesse distrutto mezza casa quando ero andata via.
I ragazzi mi avevano abbracciata demoralizzati, mi avevano detto che parlando con lui ora gli credevano, che non aveva toccato quella roba... ma io ero troppo delusa per ragionarci su.
Anche se lui non l'avesse davvero toccata, sta di fatto che restava comunque il problema del suo cambiamento.
Una settimana dopo le chiamate del moro si erano dimezzate, probabilmente era demoralizzato dalla mia indifferenza.
Io ero addobbata da occhiaie viola e infossate e Giulia era sempre più preoccupata per me.
Perciò ora, alla seconda settimana, giacevo sul divano con una vaschetta di gelato enorme e piangevo come una disperata per un film indecentemente sdolcinato.
"Non puoi andare avanti cosi" sbottò preoccupata la bionda.
"È frofrio quello che foglio fare infece" farfugliai a bocca piena, con la lingua congelata e intorpidita.
"Perché non provi almeno a parlarci?" domandò dopo un paio di minuti, insistendo nel suo discorso.
"Fi, e che cofa gli dico mhm?!" urlai, poi ingoiai il gelato che avevo ancora in bocca "ciao, sono io! Ti chiamo perché da quando ti ho lasciato sono troppo depressa" conclusi stizzita.
Giulia sospirò affranta, poi mi affiancò sul divano.
"Senti, perché non provi a rispondere almeno ad una delle sue chiamate?" mi accarezzò la testa premurosa.
"Lui non mi ama più. Sono stata io a lasciarlo, a quest'ora avrà già cinquanta ragazze dietro" borbottai.
"Ma che diamine stai dicendo?!" sbottò furiosa "Ascolta, lui ti ama da impazzire... è solo che è un idiota che non sa dire di no agli amici" concluse.
"Beh allora non mi ama abbastanza" mormorai incrociando le braccia al petto dopo aver posato la vaschetta di gelato sul tavolino.
"Sei davvero una testarda, così lo perderai" mi ammonì.
"È che io non so che pensare, non so se credergli" mi disperai.
"Sai benissimo che non avrebbe mentito agli amici, perciò credo abbia detto la verità... io credo che magari Gionata abbia insistito e lui abbia impiegato tutto quel tempo a rifiutare" ci pensò su.
"Non lo so" sussurrai.
"Ho capito, tu sei troppo orgogliosa per cedere. Non vuoi tornare per prima ma nemmeno far cadere la tua corazza da dura così facilmente" sentenziò.
Io non parlai, la guardai consapevole che probabilmente avesse ragione.

La terza settimana senza Luca fu interminabile, tra i vari impegni per il Met Gala, che sarebbe avvenuto a distanza di pochi giorni, otto per precisione, e i miei continui ripensamenti sulla mia vita sentimentale ormai quasi sfumata nel nulla.
Quando Ava mi aprì la porta di casa, mi abbracciò forte, lasciandomi poi anche nelle braccia di Lollo, che stava per raggiungere Luca in studio.
"Come stai?" domandò mentre prendevo dei vestiti puliti dall'armadio.
"Sto" risposi atona.
Mezz'ora dopo eravamo in cucina, io preparavo il caffè mentre lui mi raccontava qualche aneddoto della settimana.
"Lo sai, è disperato. Non sa dove tu stia vivendo e non sa dove trovarti. Non vuole venire a lavoro però, dice che sarebbe un'invasione di campo troppo burrascosa per te" d'un tratto si fece serio.
Ingoiai il groppo in gola, porgendogli una tazzina.
"Dovreste davvero parlare, io non gli ho nemmeno detto che stai da Giulia" mormorò prima che facessi cadere a terra la mia tazzina.
La raccolsi velocemente, sentendo le mie barriere cedere.
Mi alzai tremolante cominciando a piangere.
"Ehi, va tutto bene" il riccio cercò di abbracciarmi.
"No tu non capisci Ava" urlai "va tutto una merda, io non ce la faccio. Mi manca da morire ma ho troppa paura di una batosta" singhiozzai portandomi le mani fra i capelli.
"Shhh non piangere" mi strinse a se "Lui ti ama, ha capito i suoi errori" sussurrò accarezzandomi la testa.
"Io non voglio più stare male" tirai su col naso.
"Devi calmarti" mi fece sedere, vedendomi ormai senza fiato.
"Tu devi superare le tue paure, ha davvero capito. State male entrambi, sta chiuso in camera tutti i giorni, non vuole andare in studio, non vuole mangiare... non è più Luca" si agitò guardandomi negli occhi.
"Io invece mangio sempre schifezze" Risi fra le lacrime, divertendo anche lui.
"Scema" mi accarezzò i capelli "vedrai che si sistemerà tutto, dagli una possibilità" mi porse un'altra tazzina di caffè.
Rimasi in silenzio a fumare una sigaretta, tornando serena e ricominciando a ridere e scherzare con lui.

Quando tornai a casa di Giulia quella sera, lei era in salotto a guardare attentamente la televisione.
La abbracciai prima di affiancarla, togliendomi le scarpe.
Mi rigirai il cellulare fra le mani per un po' di tempo prima di decidermi a premere il tasto verde di chiamata, nonostante avessi ignorato il suo nome sullo schermo qualche ora prima.
"Lo stai chiamando?!" urlò facendo un salto fra i cuscini.
"Oh cazzo sta squillando" gridai in preda al panico "E se non risponde?!" l'ansia mi stava mangiando viva.
"Piccola!" la sua voce risuonò dal cellulare dopo tre squilli, prima che potessi rendermene conto.
Chiusi istintivamente la chiamata, sentendomi una deficiente subito dopo.
"MA CHE CAZZO FAI?!" mi sgridò la bionda.
"NON LO SO" gettai il cellulare dall'altra parte del divano.
La suoneria rimbombò nel salotto, facendomi ammutolire.
"Cazzo" mormorai, con lo sguardo fisso in un punto.
"Sei una cogliona" sbuffò Giulia.
"Lo so" la guardai demoralizzata.
"Beh rispondi ora" si agitò alla terza chiamata del moro.
Negai con la testa nervosamente prima di afferrare il cellulare e spegnerlo velocemente.
"Io non ti capisco" si alzò dal divano contrariata mentre i rimorsi mi mangiavano le interiora.
Tornò due minuti dopo con l'ennesima vaschetta di gelato della settimana, porgendomi un cucchiaio mentre lei teneva il suo in bocca.
"Cogliona" mormorò poco dopo nel silenzio più assoluto.
"Puoi smetterla ora?!" sbottai.
"No, fino a quando il tuo cervello non tornerà in funzione per me sarai una cogliona" mi fulminò con lo sguardo prima di prendere un'altra cucchiaiata.

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BABIEESSS!!
Nuovo capitolo per voi, piccolo regalino per farmi perdonare.
So che non siete felici per le ultime vicende e per l'imminente fine della storia. :(
Perciò fatemi sapere che ne pensate nei commenti e premete sulla stellina⭐️
Bacio a voi, a prestissimo❤️

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