-Ben fatto piccola peste!

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"Mi dispiace piccola, oggi ho da fare... non possiamo vederci" borbottò Luca al cellulare.
Oggi era davvero strano.
Non mi aveva degnato della minima attenzione da stamattina, come se avesse altro per la testa.
Inoltre, non che io ci tenessi in modo esagerato, ma era il nostro primo mese insieme... mi aspettavo anche solo che lui lo menzionasse.
Invece, non mi aveva cagata di striscio.
Non pretendevo certo cascate di rose e gite alla Torre Eiffel per carità, però nemmeno mi aspettavo un atteggiamento così... così... così ecco.
Prima che potessi aggiungere altro il moro mi riattaccò il cellulare in faccia.
Sul serio D'Orso?! Cascasse il cielo se mi azzardo di nuovo a chiamarlo oggi!
Sbuffai già scioccata da quella giornata e mi preparai il secondo caffè di quella mattina.
Oggi non avevo lezione, in una normale giornata il mio programma sarebbe stato quello di tornare a dormire ma, dopo essermi già arrabbiata appena sveglia, i miei piani erano ormai andati in fumo.
Ero ufficialmente infastidita... anzi no!
Ero ufficialmente incazzata nera con Luca. Che razza di comportamento era questo?!
Così trangugiai la mia tazzina di caffè accendendomi un'altra sigaretta.
Fanculo.

"Quindi fammi capire: oggi fate un mese insieme e lui è strano?" mi chiese confusa Federica.
Eravamo sedute ad un tavolino del nostro bar abituale a fare colazione, l'avevo chiamata perché avevo un urgente bisogno di parlare con qualcuno prima di dare di matto.
Dal canto mio io annuii semplicemente con la testa, confermando ciò che mi aveva chiesto.
"Sei sicura che non voglia farti una sorpresa?" ci pensò su.
"Non lo so, cioè è ok... ma se non fosse così?" rigirai il cucchiaino nel mio caffè, pensierosa.
"Dovresti rilassarti... Luca ti ama e sono sicura che stia facendo tutto questo di proposito" esordì poi mordendo il suo cornetto a cioccolato.
"Lo spero" sospirai sconsolata.
"Senti facciamo così, adesso ce ne andiamo a casa mia e prendiamo la macchina ok? Così andiamo a fare shopping e facciamo sparire questo muso lungo" parlò tirando mi le labbra in un sorriso con i suoi indici.
"D'accordo" la ringraziai con lo sguardo.

"Non esiste, non ti lascerò comprare quei... così!" parlai inorridita.
"Perché?!" urlò.
"Sembrano delle calosce, chi sei Peppa pig?!" borbottai.
"Beh magari lo diventerò a breve!" mi sfidò con lo sguardo indicandomi la pancia.
"Non ci posso credere!" sbuffai.
Mentre aspettavo che la mia amica concludesse il suo terribile acquisto, un messaggio fece squillare il mio cellulare.

Da: Luca🐻
Lo so, mi dispiace di non averti considerata granché. Stasera però ti porto a cena fuori mon amour! Devo andare, passo alle nove.
Ti amo.❤️

'Beh quanto meno è consapevole!' pensai.
Eppure continuavo a sentirlo sfuggente, come se mi stesse nascondendo qualcosa.
Risposi velocemente dandogli l'ok e tornai alla mia giornata di shopping con la riccia.

"Allora, tra te e Carlo come procede invece?" domandai mentre eravamo sedute a un tavolino a mangiucchiare il nostro cibo spazzatura del giorno.
"Abbiamo litigato, l'ho mandato a fanculo" mi disse di botto.
Quasi mi strozzai con le mie patatine.
"Che significa scusa?" strillai.
"Mi ero rotta il cazzo, si comportava in modo strano da due giorni." spiegò.
"Cioè?!" mi agitai sulla sedia.
"Lui non voleva farmi controllare il suo cellulare... per ben due volte!" esordì.
"Ma perché questa mania per i cellulari?! Io odio fare queste cose" borbottai.
"Beh io no" disse solo.
"E quindi cosa?" chiesi.
"Beh l'ho mandato a quel paese, se non hai niente da nascondere perché non mi lasci vedere il tuo cellulare?!" bofonchiò mordendo violentemente il suo panino.
"Beh..." cercai di dire, poi mi resi conto di non sapere in realtà come rispondere.
"Non lo so, davvero" si esasperò.
"Prova a dargli un po' di tempo, vedrai che ci capirai qualcosa... solo non essere avventata" dissi titubante.
"Ci proverò" sbuffò "È per questo che non rispondo ai suoi messaggi e alle sue chiamate da due giorni!" sorrise malefica e vittoriosa.
"OMMIODDIO" alzai gli occhi al cielo esasperata.
"Che c'è?!" chiese imbronciandosi.
"Tu non puoi fare così" spiegai.
"Così come?" disse non capendo.
"Così... COSÌ!" mi agitai.
"Beh deve imparare la lezione" blaterò.
"Certo certo" sbuffai ormai rassegnata, scatenando la sua risata.

"SONO A CASAAA!" urlai posando le chiavi all'entrata e regalando due carezze alla mia gatta felice di vedermi.
'Bene' pensai non ricevendo nessuna risposta, a quanto pare c'ero solo io.
Mi tolsi il cappotto e le scarpe e mi accinsi a dare da mangiare al mio felino, mentre lei gironzolava felicemente tra i miei piedi.
Amavo questa gatta, era stata la mia compagna di vita da quando mio padre se ne era andato di casa.
Stavo per posarmi molto poco delicatamente sul divano quando bussarono alla porta.
"Salve" dissi riconoscendo il padrone di casa.
"Buonasera, ho portato la ricevuta del pagamento di questo mese. Ieri sua madre è venuta ma io non l'avevo preparata." spiegò sorridendomi.
Era un uomo colto e discreto, molto gentile anche se dall'aria burbera.
"Oh grazie mille" sorrisi.
Quando stavo per salutarlo, sua figlia scese le scale del portone.
Ecco, sua figlia viveva nella mansarda sopra casa mia con il suo fidanzato.
Era davvero una ragazza gentile e disponibile, per quello che avevo potuto conoscere di lei.
La cosa strana che notai furono le valigie che portava dietro di se.
"Mi scusi l'indiscrezione" chiesi titubante "ma sua figlia va via?" domandai imbarazzata.
"Si, a quanto pare non va più bene fra lei e il suo fidanzato" disse dispiaciuto.
"Oh" dissi solo.
"Si beh, se conosce qualcuno interessato ad affittare una mansarda mi faccia sapere" sorrise un po' provato.
"Io ecco, beh mi servirebbe uno studio... sarebbe perfetta per me" mi grattai il capo.
Casa mia era piccola e metterci dentro uno studio per ricevere le mie clienti da truccare era davvero impensabile.
Inoltre non mi piaceva l'idea di vai e vieni di estranei in casa, con i miei familiari presenti tra l'altro.
"È fantastico, potrei fare un buon prezzo a lei... so che siete state sempre disponibili e gentili con mia figlia. Mi fido molto di voi." mi sorrise entusiasta.
"Sarebbe fantastico!" esclamai euforica.
"Mia figlia dovrebbe fare il trasloco entro fine mese, possiamo parlarne in questi giorni se per lei va bene" spiegò.
"Sarebbe perfetto" sorrisi gentilmente.
"Ciao Francesca" si fermò la ragazza una volta finito di portare giù le sue valigie, abbracciandomi.
"Ciao" ricambiai il saluto sorridente.
Quando il padre spiegò alla ragazza della nostra conversazione lei mi afferrò sorridente per un braccio.
"Vieni te la mostro subito, così ti fai un'idea!" disse trascinandomi al piano di sopra.
Afferrai al volo le chiavi di casa chiudendomi la porta alle spalle e la seguii sotto lo sguardo quasi divertito del padre.
Doveva essere il suo modo di reagire alla rottura con il fidanzato, un distacco netto da tutto ciò che li vedeva insieme.
Sicuramente non la biasimavo, probabilmente avrei fatto la stessa cosa.
Quando arrivai al piano di sopra e varcai la soglia dell'entrata mi sentii quasi emozionata.
Stavo facendo il mio primo passo da sola, verso il lavoro e la mia indipendenza totale.
Così diedi un'occhiata in giro.
"Un bagno, una camera da letto, cucina-soggiorno e un piccolo studio. Poi abbiamo anche noi la terrazza come la vostra" spiegò.
Già, ma questa non aveva finestre dei vicini che ci affacciassero sopra, era ben coperta da occhi indiscreti per la sua posizione.
Era fantastica, già mi ci vedevo a prendere il sole.
Quello spazio era meraviglioso ed accogliente.
"Confermo, è perfetta per me" sorrisi fiera.
"Mi fa piacere! Considerando che fino a poco fa non ci ricavavo niente e stiamo parlando di lei... posso affittargliela a 150€ al mese." spiegò benevolo il padrone di casa.
"Io non so come ringraziarla" dissi felice.
"Si figuri" rispose cordiale.
D'altronde con tutte le proprietà che aveva, quella mansarda doveva essere l'ultimo dei suoi pensieri.
Così avevo appena trovato il mio studio e con quello che guadagnavo con i miei trucchi, era davvero un prezzo super super abbordabile.
Certo avrei continuato a truccare a domicilio le mie spose, quella era la prassi... ma per tutte le altre cerimonie non avrei avuto più problemi a spostarmi di continuo, a parte qualche caso eccezionale.
Uno studio sopra il mio appartamento... avevo fatto davvero bingo, ogni tanto a quanto pare potevo godere di qualche gioia.
Ero sicura che avrei passato anche il resto del mio tempo oltre il lavoro lì sopra, sarebbe diventato un appartamento tutto mio.
Ero eccitata all'idea di avere la mia autonomia e i miei spazi.
Ben fatto piccola peste!

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BABIEEEESSSSSS!
Eccomi qui, nuovo capitolo.
So che avete aspettato un po', ma dovevo riordinare le mie idee.
Intanto vi anticipo che ci sarà una sorpresa in arrivo a breve che spero vi possa piacere.
Attendo i vostri commenti e vi ringrazio ancora per tutti i traguardi che stiamo raggiungendo insieme con questa storia!
Grazie grazie grazie❤️
Un bacio grande, al prossimo capitolo!😘

RATATA!Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora