Quando arrivai a casa, mi tolsi le scarpe velocemente e mi diressi in cucina.
Balzai spaventata quando adocchiai Luca in piedi con il cellulare all'orecchio.
"Che stai facendo?" gli sorrisi, prima di sentire il mio telefono squillare in borsa.
Il moro alzò le sopracciglia chiudendo la chiamata, poi mi sorrise di rimando.
"Dove sei stata fino ad ora?" indagò mentre si staccava dal bancone della cucina per darmi un bacio.
Io in risposta cacciai dalla borsa i due contratti, sventolandoli davanti ai suoi occhi.
"Che significa?!" urlò felice, non volendo capire male.
"Significa che domani torno a casa ma mi rivedrai più spesso per i prossimi tre mesi" cominciai venendo però fermata dai suoi baci.
"Ehi, non ho finito!" sbottai fingendo di essere indispettita.
"Scusa" mi strinse forte per i fianchi e mi incitò a parlare.
"Significa anche che in questi tre mesi ti darò il tempo di sistemare i tuoi ormai mille vestiti in un angolo dell'armadio, perché alla loro scadenza io porterò qui tutta la mia roba ed esigo almeno metà dell'armadio per me" alzai le sopracciglia divertita, attendendo una sua risposta.
"Che cazzo dici?! Dimmi che non è uno scherzo!" sbottò urlando ancora, felice.
"Assolutamente no" sorrisi prima di prendere il suo viso fra le mani e baciarlo intensamente.
"Ti amo, Dio quanto ti amo" mi prese fra le sue braccia, portandomi direttamente in camera sua.
"Anche io" lo baciai, tirandogli leggermente i capelli e provocandogli un mugolio sommesso.
"Mhm aspetta" mi staccai riluttante "dove sono Ava e Lollo?" chiesi, non volevo arrivassero proprio mentre io e Luca ci davamo alla pazza gioia nei festeggiamenti.
"Li ho praticamente costretti a pranzare fuori, mi sono preso la giornata libera. Non sono pronto a farti tornare a casa domani" borbottò mentre chiudeva la porta della sua camera e mi gettava sul letto voglioso.
"Dovresti approfittare di questo periodo un po' solo, dato che mi avrai sempre fra i piedi a breve" sghignazzai togliendogli la maglietta.
"Mami non vedo l'ora, già ci immagino a tutte le ore e ovunque" alluse malizioso.
"Sei un pervertito" ridacchiai mentre mi beavo dei suoi baci sul collo.
"Mi sei mancata da impazzire" mi morse con foga l'incavo fra il collo e la spalla.
Ero convinta che sarei tornata a casa mia piena di segni violacei, ma non mi importava affatto.
Sfilò velocemente io mio vestitino e poi slacciò con maestria il mio reggiseno nero di pizzo.
Passai languidamente la mano sul cavallo dei suoi jeans, poi glieli sbottonai aiutandolo a toglierseli.
Gemetti quando passo le dita sul mio ventre, sfilandomi poi anche l'ultimo indumento.
Scese a baciarmi il tatuaggio del nostro fulmine, nell'inguine, e poi si soffermò sulla mia intimità facendomi beare del suo tocco delicato.
Quando dopo qualche minuto entrò in me, non prima di aver infilato un preservativo, mi sentii completa.
Poggiò la sua fronte imperlata di sudore sulla mia prima di sussurrarmi che ero sua e mordermi con forza le labbra.
Mi lasciai travolgere dall'orgasmo mordendo il nostro tatuaggio sul suo collo, mentre lui mi stringeva forte a se seguendomi a ruota.
Si accasciò ancora dentro di me sul mio corpo, sospirando felice.
La stanza che fino a poco fa era invasa dai nostri gemiti ora era colma dei nostri respiri affannati, il mio cuore batteva a mille mentre Luca accarezzava dolcemente i miei capelli.
Quando si alzò finalmente dirigendosi in bagno, mi infilai l'intimo mentre tornavo sotto le coperte.
Il moro tornò in mutande, affiancandomi velocemente.
Restammo in silenzio, fin quando mi balenò in testa una cosa a cui ancora non avevo minimamente pensato.
"Non resterò qui senza collaborare alle spese, voglio che tu lo sappia" parlai all'improvviso.
Luca alzò il viso verso di me, appoggiata sul suo petto, prima di sbuffare venendomi contro.
"Non se ne parla" negò categoricamente.
"Si invece" alzai gli occhi al cielo mentre mi sistemavo su un gomito per guardarlo in faccia.
"No" mi fulminò con lo sguardo.
"Bene, allora mi troverò un appartamento mio" sentenziai decisa.
"E va bene, ma quando comprerò casa non romperai le palle come stai facendo ora e verrai a vivere con me senza fare la stessa questione" mi sfidò.
"Vuoi che andiamo a vivere da soli?" chiesi spiazzata, non badando più alla questione precedente.
Lui mi sorrise facendo sfiorare i nostri nasi, poi annuì.
"D'accordo" sospirai accettando la sua proposta "MA..." continuai facendogli roteare gli occhi.
"Farò io la spesa a casa nostra" alzai un sopracciglio sfidandolo, un brivido mi travolse al pronunciare l'ultima parola.
"Solo quello" mi ammonì puntandomi il dito contro, poi cercò la mia stretta di mano.
"Mhm" mugolai prima di accettarla e riaccasciarmi sul suo petto rassegnata.
"Casa nostra" lo sentii sorridere mentre mi baciava ripetutamente il capo.
"Beh tua in realtà" ridacchiai.
"Nostra" sentenziò non ammettendo una risposta, infatti rimasi in silenzio ascoltando i battiti accelerati del suo cuore.
"Quindi come sarà la cosa in questi tre mesi?" domandò mentre mi sfiorava la spalla con delicatezza.
Disegnai dei cerchietti immaginari sul suo petto mentre gli spiegavo che sarei salita una settimana si e una no.
Lui annuì stringendomi a se.
"A che ora parti domani?" chiese tristemente.
"Dopo pranzo, ho il volo alle quattro" risposi tranquilla, lasciandogli un bacio sulla clavicola.
"Non ci posso credere che ce la stiamo facendo" mi sorrise.
"Nemmeno io" ridacchiai quando posò una mano sul mio sedere, palpandolo.
"Lo sai che ti ho scritto una canzone vero?" mi prese in giro.
"Sul serio?!" strillai balzando dal suo corpo.
Lui scoppiò a ridere annuendo.
"Però la sentirai quando esce il disco" mi ammonì.
"COSA?! MA PERCHÉ?!" imprecai stizzita, mettendo il broncio.
Lui strinse le mie guance con una mano, portando il mio viso al suo e sbaciucchiandomi mentre ridacchiava divertito.
"Hai fame?" mi chiese cambiando discorso, mentre continuavo a fare i capricci come una bambina.
"Si" mormorai portandomi le braccia al petto.
"È inutile, non mi convinci a rovinarti la sorpresa" mi prese in giro.
Sbuffai sonoramente, alzandomi riluttante dal letto e sbattendo i piedi a terra fino alla cucina.
Il moro arrivò dopo aver infilato un pantaloncino e mi infilò una sua maglietta sopra la testa, talmente lunga da starmi come un vestitino.
"Per quanto mi piaccia la vista del tuo bel culo mami, se tornassero Ava e Lollo e ti trovassero così dovrei ammazzarli" ridacchiò dietro di me, mentre mi cingeva i fianchi con le sue braccia.
Risi fra me e me, non volendo dargliela vinta.
Il mio broncio durò poco però, Luca sapeva come prendermi.
'In tutti i sensi' sentenziò la mia coscienza maliziosa.
Arrossii per i miei pensieri poco casti.Quando i ragazzi tornarono a casa io e il moro eravamo molto più composti di qualche ora prima, dopo un secondo round nella doccia.
Eh già.
Comunque sia il divano quel pomeriggio sembrava molto più attraente della mia valigia da preparare, così ci passai sopra buona parte della giornata mentre battibeccavo con Lollo sulla supremazia di Prison Break rispetto alla Casa di Carta.
Proprio non ci arrivava.
"Io sono d'accordo con la strega" blaterò Ava mentre si lanciava affianco all'amico su una poltrona.
"Anche io" urlò Luca saltando sul divano in mezzo a noi due.
Con uno scatto repentino afferrò il telecomando e mise un film, accavallò le gambe stese su di me e mi sorrise beffardo.
Almeno io e Lollo non avremmo più continuato quella discussione...
Nel frattempo sullo schermo della televisione Tom Hardy rubò la mia attenzione, facendomi concentrare sugli avvenimenti di Venom.
"Questo sei tu quando qualcuno ci prova con Francesca" lo prese in giro Ava, prima di ricevere il telecomando quasi in faccia.
Ridacchiai accasciandomi sul petto di Luca per l'ennesima volta in quella giornata.
Sarei potuta rimanere così per tutta la vita e capii che fosse lo stesso per lui quando mi strinse fra le sue braccia sospirando felice e lasciandomi un bacio sulla testa.~~~~~
BABIEEESSSSSS!!!
Finalmente un momento da soli😍
Lasciatemi tanti commenti e stelline, voglio sapere che ne pensate.🌟🌟🌟
Adoro leggervi e mi sprona ad aggiornare sempre prima.
Al prossimo capitolo, love u❤️
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RATATA!
FanfictionNon riuscivo a crederci! Pensava davvero che con due mosse da bulletto figo sarei caduta così facilmente ai suoi piedi? Beh si sbagliava di grosso, non mi intimoriva per niente. " Guardami negli occhi... la mia vita è un rally, sto tra curve e fossi...