-Punizione

2.6K 66 28
                                    

"Lo sapevi che i bradipi nelle foreste pluviali sono più veloci di te appena sveglia?" chiese stuzzicandomi Francesco mentre mi accasciavo sul bancone del bar.
"Lo sapevi che un elefante in una cristalleria rompe meno di te?" risposi di getto, scattando sul posto.
"Oh beh, vedo che quanto ad acidità sei ben fornita anche appena sveglia" ridacchiò "Peccato che la tua battuta non facesse ridere quanto la mia" mi prese in giro.
"Gnegnegne" gli feci il verso infastidita.
Come al solito rovesciai mezza bustina di zucchero sul bancone mentre provavo ad aprirla, così ne afferrai un'altra scoraggiata ambendo ad un caffè ben zuccherato.
Un caffè troppo amaro mi avrebbe fatto svegliare in modo traumatico e uno troppo dolce mi avrebbe resa nervosa per mezz'ora.
Così ci riprovai, riuscendo con un po' di concentrazione in più.
"Quindi perché mi hai fatta svegliare così presto proprio oggi che non avevo lezione?!" sbuffai svogliata.
"Ti sei portata un cambio?" mi ignorò pagando il conto.
"Mi spieghi che succede?!" parlai in modo isterico seguendolo fuori dal locale.
"Sai che giorno è oggi?" domandò con un sorriso malizioso sul viso.
Lo seguii in macchina incespicando nei miei stessi piedi, dannate scarpe vecchie.
Mi aveva obbligata a vestirmi come una stracciona per non so quale motivo.
"No, perciò hai intenzione di spiegare ora?" brontolai.
"Hai presente la macchina di mia madre che ho sfondato tipo l'altro ieri?" si grattò il capo.
"Quella dove hai detto 'sono convintissimo di aver messo la retromarcia' dopo aver preso il muro e invece sei stato solo coglione" domandai retorica.
"Beh era così, lo sai, e comunque oggi è il giorno della mia punizione" rispose peccato.
E io cosa centro in tutto ciò?!
Il moro sembrò leggermi nella mente perché mi rispose immediatamente.
"E tu mi aiuterai!" mi abbracciò entusiasta.
Mi stava chiaramente preparando al peggio.
"E a fare cosa esattamente?" risi nervosamente dandogli due pacche sulla schiena mentre ero avvolta nel suo abbraccio ruffiano.
"Mi aiuterai a sistemare il prato e il giardino di mamma!YUPPIIIIII!" urlò.
"IO COSA?!" strillai scioccata.
"Ci divertiremo vedrai!" mi incoraggiò partendo verso casa sua.
Che pezzo di stronzo!

Tre ore dopo ero colma di terreno perfino nei capelli, in ginocchio davanti ad una fioriera, intenta ad osservare le rose rosse della mamma di Francesco.
Avevo già potato un numero considerevole di piante e annaffiato una trentina di vasi.
Quanto al prato, il mio amico non era nemmeno a metà del lavoro.
Quella distesa era immensa.
"Una merendina?" mi chiese il moro accostandosi accanto a me col tagliaerba.
"Ti dispiacerebbe spostarti con quel coso? Mi sta arrivando tutta l'erba in faccia" borbottai sputando qualche pezzetto finitomi in bocca.
"Dovresti rilassarti vipera, so che sei nel tuo habitat lì a terra" mi beffeggiò.
"Idiota" sputai fuori acidamente.
"È il tuo cellulare quello che squilla?" domandò serio.
"Il tuo?" chiesi alzandomi.
"È qui, credo sia il tuo" disse spegnendo quell'affare "Dai così facciamo merenda".
"Direi più colazione!" mormorai seguendolo dentro e togliendomi i guanti da giardinaggio.
Appena fui dentro casa acciuffai il mio cellulare guardando il numero sullo schermo.
Non era un contatto registrato.
"Pronto" bofonchiai traballando sui miei stessi piedi per cercare di afferrare al volo una merendina lanciatami.
"Buongiorno! Sono il Luigi, il fotografo di Milano. Ci siamo conosciuti ad una sfilata di quell'atelier a Salerno. Non so se ricorda, lei è la signorina Francesca giusto?" disse deciso il tizio dall'altra parte del telefono.
OMMIODDIO.
Sbarrai gli occhi lanciando di nuovo la merendina in faccia a Francesco per l'euforia.
"AHIA! Potevi solo dire che non la volevi" sbottò il moro.
Io gli feci cenno di fare silenzio... e di ridarmi la merendina.
"Buongiorno, si sono io! Certo che mi ricordo di lei" sorrisi anche se non poteva vedermi.
Nel frattempo ripresi possesso della mia merendina girandomela fra le mani, poi cominciai la mia maratona di camminata.
"Mi fa piacere, la chiamavo perché ho fatto vedere i suoi lavori al mio team e sono piaciuti molto. Volevamo proporle un lavoro insieme per la copertina della rivista 'GRAZIA'" spiegò in modo chiaro e calmo.
Sto per svenire.
Sto svenendo.
Ci sono Gesù arrivo.
"Oh" boccheggiai.
CHE RAZZA DI RISPOSTA È OH?!
Ricomponiti idiota.
"Sono onorata della vostra proposta" cercai di controllare il mio tono euforico mentre giravo attorno al tavolo della cucina.
Francesco mi guardava fare il giro del tavolo senza mai finire come se fossi un alieno.
Ormai avevo il fiatone.
Dio, dovrei fare più attività fisica pensai.
"Le proporrei di vederla..." cominciò.
"La prego mi dia del tu!" sorrisi ancora come se potesse vedermi.
"Certo, ma solo se sarà reciproco" ridacchiò l'uomo riferendosi al modo di porsi.
"Allora Francesca dicevo, vedila come una prova per vedere come va. Se va bene saremmo onorati di averti nel nostro team. Altrimenti sarà stata una bella esperienza per entrambi!" cercò di rendere il finale più leggero.
"Certo certo" boccheggiai "sarò felicissima di fare questa prova con voi, non vi deluderò" il mio sorriso sembrava mostrare denti che nemmeno sapevo di avere.
"Bene, allora magari ti richiamo nella giornata di domani appena ho chiari tutti i dati da fornirti su data e spostamenti. Ovviamente ci assumiamo il carico delle tue spese per il viaggio." spiegò tranquillo.
"Mi sembra perfetto, a domani allora!" salutai cordiale.
Quando la telefonata si concluse rimasi a fissare Francesco con gli occhi sbarrati, che a sua volta mi guardava ansioso di sapere di cosa si trattasse.
In una frazione di secondo, poi, iniziai ad urlare come una pazza isterica e a saltare per tutta la cucina fino a saltare in braccio al mio migliore amico.
"A MILANO! UN LAVORO. LA COPERTINA DI GRAZIA OMMIODDIO NON RESPIRO" urlai fra le braccia di Francesco, continuando ad abbracciarlo mentre saltellavo come una molla.
"OCCAZZO SEI GRANDE TI AMO OMMIODDIO SONO FIERO DI TE!" urlò a sua volta stringendo "ODDIO RESPIRA PERÒ" rise vedendomi così euforica.
Io risi insieme a lui.
"E MANGIA LA TUA FOTTUTA MERENDINA STRONZA NON HO DIMENTICATO CHE ME L'HAI LANCIATA IN FACCIA DIECI MINUTI FA" urlò ricordandoselo.
Io annuii sorridente mentre mordevo la mia colazione.

Un quarto d'ora dopo, a colazione fatta e sigaretta fumata, ero tornata nel giardino del moro a occuparmi dei fiori di sua madre.
Inutile dirvi che sembravo una figlia dei fiori per l'espressione sorridente che avevo.
Sommersa da terreno, circondata da fiori e con un fare fin troppo tranquillo rispetto al mio modo di fare solito.
Ero estasiata dalla mia nuova bellissima notizia.
Solo mentre stavo guardando le rose rosse difronte a me, una lampadina si accese nella mia testa.
Milano.
Milano voleva dire Luca.
Avrei visto Luca.
Avrei avuto l'occasione di un lavoro che valeva tanto per me, dando il massimo.
E avrei visto Luca.
Ora ero davvero in paradiso.

~~~~~~
BABIEEESSSSS ECCOCI QUIII con un nuovo capitolo!.
Fatemi sapere cosa ne pensate, vi ho sentito poco presenti nel capitolo precedente.
Ho bisogno di voi, siete la mia motivazione!
Attendo i vostri commentiiiii❣️
Love u❤️⚡️

Ps. Anche stasera non ho riletto gli errori, purtroppo pubblicando la sera tardi non lo faccio. Domani rileggerò 💖

RATATA!Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora