LUCA'S POV
L'avevo fatta grossa, mi sentivo davvero uno stronzo.
Dare buca alla mia ragazza per il nostro primo mese insieme non era certo nei miei piani. Ma la mia vita era un fottuto casino, questo era risaputo.
"Allora?" mi chiese lei, impaziente.
Ero sicuro che lei si fosse fatta mille film mentali e ci fosse rimasta male, lo avevo inteso da subito solo guardandola negli occhi.
Cazzo, ero davvero un pessimo fidanzato dopo oggi.
Più la guardavo e più mi sentivo una merda.
Presi un respiro profondo prima di iniziare a riordinare le idee e cominciare a parlare.
"Oggi quando ti ho detto che avevo da fare, era così davvero. Il capo mi ha chiamato perché voleva vedermi, così sono andato da lui. Voleva che facessi un lavoro per lui, ha detto che si fidava solo di me e che ero l'unico che poteva farlo." iniziai a spiegare con calma.
Le mani mi sudavano così tanto che ogni tanto me le passavo sui jeans per cercare di asciugarle.
Ero agitato, avrebbe avuto tutto il diritto di mandarmi a quel paese.
"Mi ha impegnato tutta la giornata. Appena mi sono liberato ti ho scritto quel messaggio, volevo portarti fuori a cena" continuai deglutendo.
Lei abbassò lo sguardo mentre si sistemava una ciocca di capelli dietro le orecchie.
"Te lo giuro amore mij, avevo pure fatto stirare la camicia a mamma" cercai di sdrammatizzare, strappandole un sorriso.
Alzò gli occhi al cielo cercando di tornare seria e allontanandosi da me, come se volesse farmi intendere che le mie battute le piacevano ma non sarebbero bastate.
Doveva esserci rimasta proprio male, rendermi conto di questo fu come un cazzotto in piena faccia.
Lei era delusa.
Io l'avevo delusa.
Ingoiai il groppo in gola che mi si era formato e arrivai al punto importante del racconto.
"Me ne stavo tornando a casa e lui mi ha fermato dicendo se potevo fargli un ultimo favore, dovevo accompagnarlo a prendere dei soldi da uno che non aveva pagato per due mesi di fila." deglutii "Ho ripetuto che ero fuori dal giro, era già tanto quello che avevo fatto quel giorno. Gli ho detto di nuovo che ormai io correvo soltanto... ma non c'è stato verso" spiegai.
Le stavo dicendo la verità, la sola e pura verità.
Non volevo segreti, piazzare mine vaganti di bugie e rischiare di creare casini con lei era il mio incubo. Mentivo già abbastanza a mia madre.
Quante volte l'avevo vista piangere per me, per tutti i guai che portavo a casa.
Quante volte mi urlava di pensare allo studio o al lavoro, che la musica non mi avrebbe di certo sfamato.
"Devi riuscire a distinguere i sogni dalla realtà" mi rimproverava sempre.
Ma per quanto la amassi, Salerno mi stava stretta; il mio unico pensiero era andare via e fare la mia strada.
Volevo liberarmi di tutta questa merda.
"Pensavo di metterci poco, non ti ho avvisato. Invece il capo aveva organizzato una vera e propria cena, un teatrino del cazzo per fare lo spavaldo. E le cose sono precipitate all'improvviso, senza che riuscissi nemmeno a rendermene conto. Alla fine lui ha fatto a botte con il tizio che gli doveva i soldi e io mi sono ritrovato immischiato in una rissa con tutta la sua banda." spiegai scrutando accuratamente la sua espressione.
Sentivo la tensione che stava attraversando il suo corpo, sembrava una corda di violino.
"E il mio messaggio?!" mormorò rilasciando un sospiro.
"Ti avrei risposto se quel coglione non mi avesse lanciato un'occhiataccia. Quando ho guardato in faccia la banda con cui eravamo a tavola ho capito che era meglio dargli retta, sembravano appena usciti da un manicomio criminale." borbottai frustrato.
Mi passai una mano fra i capelli guardandola.
"Sono corso da te appena sono andato via di lì. Mi dispiace piccola, perdonami" mormorai in preda al panico quando mi accorsi che lei non proferiva parola.
Lei incatenò i suoi occhi ai miei mantenendo ancora il silenzio, sembrava così provata.
"È la tua vita Luca, sei tu a scegliere cosa far accadere. Se questo è quello che vuoi al momento io non posso farci niente. Ma vederti conciato così... mi distrugge." parlò con la voce tremante.
Io boccheggiai acciuffando la sua mano e cercando di parlare.
"No" mi fermò "Non sono tua madre, non posso importi cosa dire o fare. Ma so cosa voglio o meno io" disse schietta.
Quando sentii quelle parole diventai di pietra. Mi stava lasciando?
Non sapevo se sarei riuscito a superare un colpo del genere.
"Io non voglio più vederti arrivare da me così. Sporco di sangue e pieno di lividi, non voglio avere paura ogni volta che esci e non so cosa fai." lasciò uscire a stento le parole dalla sua bocca.
Chinò la testa proprio mentre vedevo i suoi occhi diventare lucidi e colmi di lacrime.
Mi stava ammazzando.
"Piccola, devi fidarti di me. Non mi succederà niente, te lo prometto. Ti giuro che andremo via da tutta questa merda, ho solo bisogno di tempo" parlai afferrandole il viso fra le mani.
Era vero, sarei andato via e lei sarebbe venuta con me.
Volevo arrivare in alto ma con lei al mio fianco.
Lei sospirò, tirò su col naso e poi annuii leggermente "mi fido di te" mormorò.
Il cuore rischiava di uscirmi dal petto, lei si fidava di me... e io non l'avrei delusa.
Sorrisi istintivamente.
"Mi ami?" le domandai punzecchiandola.
"Si" borbottò roteando gli occhi al cielo.
"Si?" le chiesi ancora sghembo avvicinandomi di più al suo viso.
La tensione era sparita via nel nulla e io morivo dalla voglia di assaporare le sue labbra una volta per tutte.
"Si" confermò sbuffando, poi si lasciò scappare un sorriso.
"Allora dammi un po' di zucchero Mami" leccai le mie labbra prima di gettarmi a capofitto sulle sue.
Mi spinsi su di lei facendola distendere lentamente, quando la sua testa si poggiò sul cuscino, i capelli le incorniciarono il viso in modo armonioso.
Per l'ennesima volta, lei era la mia dea.
"Cazzo quanto ti amo" mormorai sulle sue labbra, poi concentrai la mia attenzione sul suo collo.
Quando cercai di sistemarmi meglio su di lei, il livido sul mio stomaco si fece sentire leggermente causandomi un piccolo verso smorzato.
"Rambo forse è meglio se dormiamo ora, sono le 5 del mattino. Direi che per oggi hai fatto abbastanza" mi prese in giro poggiando le mani sul mio petto e spingendomi delicatamente di lato.
Cacciai un lamento infantile, prima di sistemarmi affianco a lei come un bambino capriccioso, anche se morivo dal sonno e dalla stanchezza.
Rise divertita prima di avvinghiarsi a me e addormentarsi quasi subito fra le mie braccia.~~~~~~
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Eccovi il capitolo!🚀
Fatemi sapere che ne pensate, voglio vedere tanti commentiiii😍😍😍
Un bacio grande, love u❤️🙏
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RATATA!
FanficNon riuscivo a crederci! Pensava davvero che con due mosse da bulletto figo sarei caduta così facilmente ai suoi piedi? Beh si sbagliava di grosso, non mi intimoriva per niente. " Guardami negli occhi... la mia vita è un rally, sto tra curve e fossi...