- A te!

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LUCA'S POV
"Luca e'cacat o cazz!" urlò infastidito Ava aprendo la porta di casa.
"Scus brò, avevo immaginato che dormivi" ridacchiai vedendolo sbadigliare mentre varcavo la soglia di casa sua.
"Embè t mitt a suonà a martiell, tu si pacc fratè!" sclerò la testa rasata.
Risi di gusto mentre lo vedevo buttare all'aria mezza cucina solo per fare un caffè.
"Quindi che cazzo vuoi?!" borbottò sedendosi a tavola con me.
"Ha dormito di nuovo da me ieri" parlai schiettamente.
"E?" mi incitò a parlare.
"E niente Ava" sbuffai.
"Fratè o sei diventato gay o ti sei proprio innamorato" ridacchiò sorseggiando il suo caffè.
"Ti dico solo che stamattina ho dovuto risolvere da solo i miei problemi" accesi la prima canna della giornata, frustrato.
Ava scoppiò a ridere senza ritegno, Luca D'Orso non aveva mai risolto problemi di questo genere da solo... mai.
"Staij sott a nu treeeeeeen!" urlò togliendomi il joint dalle mani.
"Ieri sera ci stavamo per baciare in realtà, ma mia mamma ha interrotto tutto per chiamarci a tavola"
"Wo brò frena, l'hai proprio portata in famiglia?!" disse sconcertato.
Io annuii titubante attendendo una sua reazione.
"Cazzo ti avviso, non ho i soldi per farti da testimone di nozze" borbottò.
"Tu si tutt scem" scossi il capo ridacchiando.
"Secondo me le piaci comunque, anche se è tosta da conquistare" ragionò.
Annuii sbuffando il fumo in aria.
Il telefono vibrò nelle mie tasche e lo cacciai velocemente.

FRANCESCA'S POV
"Mi dispiace" biascicai.
Avevo appena saputo che quel pomeriggio sarei dovuta rimanere a scuola e ora ero a telefono con il moro per avvisarlo.
Mi scocciava parecchio annullare il mio impegno con Luca ma, purtroppo,nella mia classifica delle priorità il dovere veniva prima del piacere.
- Che palle, a che ora finisci allora?- mi chiese sbuffando il moro.
"Credo per le cinque" parlottai aspirando del fumo dalla mia sigaretta.
La pausa di metà mattinata era a dir poco necessaria per il mio cervellino sensibile a qualsiasi distrazione.
-Cazzo non ci sono, devo vedermi con il capo per la corsa di stanotte- borbottò.
"È ok, tranquillo" dissi tranquilla.
-Non è ok, avevo voglia di vederti- si lamentò.
Io sorrisi udendo le sue parole.
"Abbiamo dormito insieme, vuoi ancora avermi tra i piedi? D'Orso mi sto preoccupando" lo stuzzicai.
-Anche io- ridacchiò -Devi andarci per forza a quel compleanno?- sbuffò per l'ennesima volta in quella telefonata.
"Certo che si" alzai gli occhi al cielo.
-Beh io dovrò pur avere il mio bacio portafortuna da qualcuna allora- rispose infastidito, con fare arrogante.
"Bene, fortuna che non sono io!" dissi piccata.
Faceva scenate di gelosia ogni dieci minuti, mi diceva cose per niente normali fra due amici, dormivo due volte a casa sua, mi presentava ai suoi e poi aveva bisogno di un bacio portafortuna da altre?
'Beh allora che andasse a farsi fottere!' pensai alquanto infastidita.
Idiota!
-Sei gelosa per caso?- mi stuzzicò.
"Per niente papi, infondo io e te non abbiamo nessun vincolo no?" risposi arrogantemente.
-Giusto, quindi buon divertimento- borbottò.
Giusto, nessun vincolo. Non eravamo mica fidanzati, a quanto pare non ci stavamo nemmeno frequentando direi. Che diavolo avevo pensato in questi giorni, che un coglione come lui potesse prendere seriamente questo ambiguo rapporto con me?!
"A te!" sbottai riattaccandogli il telefono in faccia.
'Che sbruffone, facesse quello che gli pare!' sbuffai mentalmente tornando dentro a lezione.

"È un coglione, si vede che gli brucia il culo perché hai preferito un compleanno alla sua corsa" parlò Mirko quando mi fermai in segreteria da lui, saremmo tornati insieme in treno.
Ero davvero incazzata nera.
Mi ero davvero illusa come una deficiente e la cosa mi irritava altamente.
"Lo odio!" borbottai tagliuzzando qualche carta qua e là sulla scrivania con fare psicopatico.
Mirko mi guardò ridacchiando mentre mi toglieva di mano le forbici.
"Sai che c'è?! Stasera mi ubriaco!" sbottai.
"Ailloc, guai in vista!" rise alzandosi per prendere dei fogli dalla stampante.
"Che mi frega" biascicai cominciando a scarabocchiare freneticamente su un post-it.
"Potresti evitare di distruggermi la scrivania?" sbottò divertito, togliendomi qualsiasi cosa fosse davanti a me.
"Dio, è un coglione" imprecai vedendo che il messaggio appena arrivato sul mio cellulare era proprio suo.

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