Misi il cappotto quando Lollo mi chiamò dicendo che era arrivato, raccolsi le mie cose e le sistemai davanti all'uscita.
Poi cercai Luigi e Mark per salutarli.
Il primo che trovai fu proprio il fotografo.
Mi promise di chiamarmi nella giornata di domani, appena avrebbe avuto tempo, per organizzare la nostra riunione.
Mark invece mi sorrise poi mi fece cenno di seguirlo.
"Ti accompagno" mi fece strada fino in ascensore.
Quando le porte si chiusero lui mi fissò in silenzio prima di cominciare a parlare.
"Volevo parlare da soli" iniziò "tu hai talento ragazzina e io voglio portarti con me, ovunque. Parigi, Miami, Los Angeles, a sfilate, gala... ovunque" disse schietto e serio.
"Accetta la proposta di questo team, ma accetta anche la mia. Posso portarti in alto mia cara Francesca, e voglio farlo" spiegò mentre si stimava il foulard.
"I-io non so che dire, sono lusingata" dissi ad occhi lucidi.
"Dimmi che sarai pronta a partire in giro per il mondo con me!" esultò.
"Lo sono, cavolo lo sono" sorrisi.
E lui mi abbracciò.
Quando arrivammo nella hall ci scambiammo i numeri di cellulare e ci salutammo.
"Ciao bambina!Ti chiamo per vederci e accordarci " mi sorrise caloroso.
"A presto Mark, grazie mille" accennai con la mano un saluto.
Avevo ottenuto più di quello che avessi potuto immaginare.
Stavo per entrare in un team di Milano e avevo addirittura ricevuto la proposta migliore della mi vita.
Mark era un colosso... e voleva me.
Quando uscii fuori dall'edificio sospirai felice, intravedendo la testa di Lollo sporta fuori dall'auto sorrisi ancora di più.
"LOLLOOO!" corsi verso di lui, i miei bagagli sembravano essere diventati piuma.
"Piccola peste!" scese abbracciandomi, poi mi aiutò a sistemare i miei bagagli nel cofano.
"Muoviamoci, Ava è in pericolo" rise.
Ridacchiai in preda alla felicità.
Ero felice.
Dannatamente felice.LUCA'S POV
Camminavo avanti e indietro da tutta la mattinata, non riuscivo a concentrarmi minimamente sul lavoro e, come se non fosse abbastanza, rischiavo di prendere a cazzotti Ava che non faceva altro che irritarmi da quando mi ero svegliato.
Gettai l'ennesima sigaretta nel posacenere accanto a me, ormai pieno di mozziconi, e riprovai per l'ennesima volta a chiamare Francesca.
Sarei scoppiato da un momento all'altro, me lo sentivo.
Lo buttai contro il muro quando, ancora una volta, mi resi conto che mi stava staccando la telefonata.
Probabilmente avrei distrutto anche quello oggi oltre che il computer, si... avevo distrutto un computer.
Corsi fuori da Ava, che a quanto pare stava parlando a telefono.
Lui chiuse subito la telefonata vedendomi arrivare.
"Amico, finirai per distruggere l'intero studio. Devi darti una cazzo di calmata" sbuffò riportandomi dentro, scocciato e timoroso della mia reazione.
"Ok Ava" sospirai "Dimmi, come cazzo facciona calmarmi? Ma ti rendi conto che mi ignora da stamattina e mi ha riattaccato il cellulare in faccia?! Nemmeno mi risponde ora" sbraitai.
Ava indietreggiò, chiaramente in difficoltà su come gestirmi.
"Sai meglio di me che ora come ora non puoi assolutamente scendere a Salerno" cercò di spiegare tranquillo "E poi, sono sicuro che è tutto apposto. Magari è solo indaffarata" si agitò sul posto.
"Credi che sia stupido Ava?" lo fulminai con lo sguardo.
"No, credo che sei coglione" mi bacchettò.
Sbuffai lanciandomi su una poltrona e portando la testa fra le mani
"Sto ascenn pazz fratè" mormorai passandomi una mano fra i capelli.
Il mio migliore amico mi diede una pacca sulla spalla, incoraggiandomi.
"Dai, proviamo a fare almeno qualcosa" mi indicò la sala registrazione.
Mi alzai svogliatamente dirigendomi verso il microfono e mettendo su le cuffie.
"Ti voglio concentrato, provaci almeno ok? Magari ti distrai" parlò la testa rasata dall'altra parte del vetro.Vidi Ava rispondere al cellulare dopo una ventina di minuti, ma chiuse in due secondi.
"Facciamo un secondo quel pezzo di Forte e Chiaro che manca?" mi incitò.
"Ok brò" deglutii prendendo fiato.
Quando la base cominciò mi sentii sopraffare da tutte le mie emozioni.
Avevo gli occhi lucidi e un groppo in gola indescrivibile... ero pronto a piangere, anche se non volevo.
Ci avevo messo l'anima in quel pezzo.
Mi tornarono a galla tutti i pensieri che tenevo chiusi a chiave nei meandri della mia mente, e del mio cuore.
Lei mi mancava, da morire.
E non sapevo quanto avrei resistito ancora senza vederla.
E poi mi mancava la mia famiglia.
Ma volevo farcela, volevo arrivare in cima al mondo.
Volevo riscattarmi per tutta la merda che avevo passato.
E mi bloccai sul posto quando in sala registrazione vidi entrare il mio angelo.
Lei era qui.
Lei era fottutamente qui.
Pensavo di avere le allucinazioni.
Tutta la tensione accumulata svanì nel nulla e mi abbandonai al pianto che da qualche minuto cercavo di evitare.
Ava e Lollo mi sorridevano mentre lei mi guardava con gli occhi lucidi.
Corsi fuori dalla saletta andandole in contro e stringendola finalmente fra le mie braccia.
Inspirai il suo profumo come se fossi rimasto in apnea per troppo tempo, come quando ti manca l'ossigeno.
Lei mi strinse accarezzandomi la testa.
"Shh va tutto bene, sono qui" mi guardò negli occhi.
"Sei qui" osservai il suo viso, prendendolo fra le mani.
Era ancora più bella di quando l'avevo lasciata.
"Amore mio" sorrisi baciandola finalmente.
Lei sorrise sulle mie labbra mentre la afferravo per i glutei prendendola in braccio.
"Mi sei mancata da impazzire, volevo scendere all'istante dopo la chiamata di stamattina" risi sfiorando il suo naso con il mio.
"Anche tu e... lo so, Ava mi ha detto che hai distrutto il pc e che volevi distruggere anche la sua faccia" rise.
Dio quanto mi era mancata la sua voce, la sua risata... lei.
"In realtà mezz'ora fa ho rotto anche lo schermo del cellulare" scoppiai a ridere mentre lei mi asciugava le lacrime.
"Quando avete finito piccioncini... io merito delle scuse" blaterò Ava con le mani incrociate al petto, fissandomi.
"Hai ragione, mi dispiace" sbuffai, lasciando la mia piccola a terra ma tenendola comunque stretta a me.
"Sisi" mi liquidò prima di afferrare tempestivamente Francesca in un abbraccio.
"Mi sei mancata strega" le disse nell'orecchio "non lo sopportavo più" rise.
Lei gli sorrise rispondendo che anche lui gli era mancato, poi cercò di nuovo il mio sguardo che trovò subito.
La riportai a me baciandole la testa.
"Come stai?" le sorrisi.
"Ora bene" ricambiò.
E io pensai che ora ero davvero felice, con lei fra le mie braccia.~~~~
HOLAAAAA!
Finalmeeeenteee😍😍😍
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RATATA!
FanfictionNon riuscivo a crederci! Pensava davvero che con due mosse da bulletto figo sarei caduta così facilmente ai suoi piedi? Beh si sbagliava di grosso, non mi intimoriva per niente. " Guardami negli occhi... la mia vita è un rally, sto tra curve e fossi...