- Aperol tass

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L'incontro con Luigi era andato meravigliosamente e avevo già in mano il mio primo contratto, ancora da firmare.
Mi aveva detto di pensarci su e mandarglielo firmato in pdf, in caso avessi deciso di accettare.
Eppure io conoscevo già la risposta, solo non volevo sembrare una disperata.
Ridacchiai, immaginandomi ancora al tavolino a firmare come una pazza come nella scena di un film.
Sarei salita tre volte al mese per i primi due barra tre mesi e poi mi sarei stabilità lì.
D'altronde gli avevo già parlato del mio imminente esame finale del corso ad Aprile, perciò tutto coincideva perfettamente.
Quando appena giunta sotto casa il mio cellulare squillò ancora, lo ritrassi dalla borsetta velocemente leggendo il nome di Mark.
"Buongiorno Mark" sorrisi.
Poi la sua voce quasi nasale inondò le mie orecchie.
"Buongiorno mia cara, possiamo incontrarci per quella proposta di lavoro? Tipo ora?" non mi meravigliai, avevo già intuito quanto fosse imprevedibile.
"Mhm certo, io sono sotto casa proprio in questo momento" ridacchiai.
"Vai da qualche parte?" domandò divertito di avermi colto sul pezzo.
"In realtà torno, mi sono vista con Luigi per parlare di lavoro." spiegai divertita.
"Oh che diamine, santo cielo sapevo di aver fatto tardi" imprecò in modo buffo, facendomi sghignazzare.
"Beh allora vuoi vedermi o no?" sbuffai divertita.
"Certo tesoro, Mark aveva già previsto tutto. Il contratto che firmerai con Luigi e l'agenzia combacia perfettamente con il mio e con i nostri impegni" ghignò soddisfatto "sono io la star qui amore, si fa come dico io" acclamò il suo potere sull'agenzia.
Quasi poteva sembrare malefico, se solo la sua voce da Cristiano Malgioglio non lo tradisse.
Risi divertita, immaginandolo conciato come Ursula, la strega della Sirenetta.
"Allora mi mandi questo indirizzo o no? Ti passo a prendere cara" mi risvegliò dai miei pensieri idioti.
"Mhm certo" blaterai mentre cercavo di intuirlo dalla posizione che il cellulare mi segnava.
Quando riuscii a sciogliermi dalla briglia di queste applicazioni moderne, sospirai più tranquilla e lo salutai dopo avergli dato i dettagli.

Mezz'ora dopo ero seduta in macchina con lui, mentre il suo uber personale guidava verso chissà quale posto sconosciuto.
Quando varcammo le soglie di un cancello maestoso capii che forse ci trovavamo a casa sua, davanti a me una villa enorme copriva tutta la visuale e, appena davanti al portone principale, Mark scese cautamente come una regina trastullandosi nel suo completo pieno di fronzoli che mi ricordava tanto una sfilata di Versace.
"Benvenuta a casa mia amore" mi sorrise allargando le sue braccia appena fummo nella sua dimora.
Aveva un non so che di barocco, ricca di quadri sicuramente costosissimi e dettagli in oro ovunque.
Non che tutto quello sfarzo mi garbasse in modo ossessionato, ma il valore di tutte le sue cianfrusaglie esposte era tangibile.
Mi chiedevo se sarei mai riuscita un giorno a permettermi qualcosa del genere e, a giudicare dal suo sorriso amorevole, capii che probabilmente la strada giusta per riuscirci vedeva lui come mia ala protettrice.
Se non fossi sembrata troppo esuberante, probabilmente gli avrei stampato un bacio in fronte.
Mi sentivo euforica, lo stomaco mi si contorceva sottosopra e i muscoli delle mie gambe nemmeno li sentivo più, ormai camminavo per inerzia e nemmeno sapevo come fosse possibile.
Il mio cervello era in panne, inebriato dal profumo della soddisfazione.
Perché si, ero soddisfatta.
Con le mie forze, da sola, ero riuscita ad arrivare fin qui... nel salotto paradisiaco di Mark.
"Gilda, preparaci un aperitivo" le chiese sorridente mentre si adagiava sul suo divano rosso scarlatto.
Ridacchiai quando per l'ennesima volta cerco di trovare una posizione comoda ma regale.
Sembrava quasi il putto disegnato sul quadro alla nostra destra, minuto e paffuto.
"Aperol spritz o Aperol tass?" domandò la sua domestica.
Lui mi indicò guardingo, affibbiandomi la scelta.
"Aperol tass?!" quasi domandai, incerta.
"Sapevo che non mi avresti deluso" sghignazzò.
"Era un test?" ridacchiai.
"Superato a pieni voti" gingillò il suo dito soddisfatto.
Risi di gusto vedendolo divertito dalla sua stessa burla.
"Fumi?" mi chiese accendendosi una di quelle sigarette sottili che mia madre definiva 'da vecchie signore'.
Sorrisi ricordandomi una delle sue perle.
"Si" risposi mentre sfilavo dal mio pacchetto una Marlboro.
"Oh no, prova una di queste cara" me ne porse una.
"Nono davvero, ho le mie" ringraziai rifiutando cordialmente.
"Insisto" me la porse.
Annuii stranita prima di prendere finalmente fra le mani la sua sigaretta.
Appena i nostri Aperol tass furono pronti, Mark intavolò con tranquillità il suo discorso.
"Ti spiego come funziona cara, l'agenzia è tra virgolette mia, sono io che la sponsorizzo e affido la gestione principalmente a Luigi. Ecco perché non avrai problemi a lavorare sia per questa che direttamente per me. Vorrei che tu diventassi la mia make-up artist personale, da portare in tutti i miei progetti e lavori. Sfilate, servizi fotografici, videoclip, red carpet... voglio che tu sia ovunque io sarò. Voglio averti sotto la mia ala e portarti in cima." parlò chiaro e conciso.
Io lo guardai quasi esterrefatta, allora era come immaginavo.
Annuii silenziosamente mentre aspiravo da quella sigaretta sottilissima, non riuscivo nemmeno a tirare una boccata di fumo decentemente con quella cosa.
"Ciò significa che ti dividerai fra i lavori assegnati da Luigi e i miei. Verrai in giro per il mondo con me. Ti parlo di star internazionali, grandi star. E tu lavorerai con me per loro. La paga, come per l'agenzia, andrà in base al prezzo dei lavori che svolgeremo. Ti posso assicurare però che non farai un solo trucco che valga meno di mille euro con me, puoi starne certa. E per guadagnare questa cifra così bassa dovremmo davvero lavorare per uno spot pubblicitario di carta igienica" rise di gusto.
Ero senza parole.
Senza.
Parole.
"Perché vuoi fare tutto questo per me?" domandai schietta alla fine, non controllandomi, sorseggiando dal mio calice.
"Perché vedo in te la stessa luce negli occhi che avevo io quando ho cominciato. E poi sei schietta, altrimenti non mi avresti fatto una domanda del genere" rise ancora.
E io risi con lui.
"Bada bene, sei l'unica in vita mia a cui io abbia mai fatto una proposta del genere" mi avvisò "non farmene pentire ragazzina" sorseggiò dalla sua cannuccia.
Poi sfilò dal cassetto di un comodino quello che era il mio contratto.
"Voglio lasciarti tempo, ma lo pretendo firmato entro domattina" sghignazzò ironico "lo mandi firmato in pdf alla mia segretaria, l'e-mail è scritta sul post-it" tornò serio, spegnendo la sua sigaretta in un posacenere di cristallo.
"Io non so come ringraziarti" parlai emozionata, alzandomi dalla poltroncina color senape sulla quale ero seduta.
"Devi solo brillare nel tuo lavoro" mi sorrise.
Poi inaspettatamente mi abbracciò.
Mi strinsi a lui grata, questa era l'occasione della mia fottuta vita.
E io non me la sarei lasciata scappare per nulla al mondo.

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BABIEEESSS!
Parliamo un po' della nostra protagonista in questo capitolo!
Chissà cosa succederà ora?!
Lasciatemi tanti commenti e stelline⭐️⭐️⭐️
Love u❤️

RATATA!Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora