-Ardere

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Quella mattina Mark sembrava più nervoso del solito, strano da parte di uno che mangiava a colazione chiunque si imbattesse sulla sua strada.
"Stai bene?" domandai preoccupata mentre gli porgevo il caffè che Gilda ci aveva gentilmente preparato.
"Amore questo è un incontro importante per te, te lo avevo detto" borbottò mentre gesticolava ansioso.
"Forse dovresti calmarti un po' mhm? Che ne dici, sono sicura che andrà tutto bene" sospirai sedendomi sulla solita poltroncina di sempre.
Ammetto che l'ansia stava prendendo il sopravvento.
Lo avevo lasciato qualche giorno prima a Parigi con la sua nuova fiamma, sapendo solo di un appuntamento importante per questo giorno, ma i dettagli, che di solito mi dava con almeno ventiquattro ore di preavviso, stavolta non erano arrivati.
"Sarebbe la prima volta che svolgi un lavoro per una star e soprattutto per il Met Gala" bisbigliò fra se se.
Mi strozzai letteralmente, rischiando di sputarmi addosso.
"HAI DETTO MET GALA?!" Urlai alzandomi di scatto.
"Ecco perché ero agitato, non sapevo come dirtelo" ridacchiò.
"Questo è assurdo" strillai di gioia.
"Ehi ehi, ricordati chi siamo. Compostezza" mi bacchettò con un dito.
"Non ci credo" sussurrai esterrefatta.
"Beh credici" chiuse gli occhi "ti devo dire un'altra cosa" aprì un solo occhio per vedere la mia reazione.
Lo invitai a continuare con un cenno di mano.
"Gigi Hadid" sospirò pronto a sentirmi urlare.
Inaspettatamente però rimasi senza parole.
"È uno scherzo?" mormorai incredula, lei era la mia modella preferita in assoluto.
"No" sentenziò.
"E perché sei così agitato?" domandai perplessa.
"Ed ecco la parte in cui ti arrabbierai" si alzò dal divano titubante.
Corrucciai il viso, attendendo impaziente che continuasse.
"Iomisonoscordatodiavvisbdk" bisbigliò più a se stesso che a me.
"Potresti essere più chiaro?!" sbottai.
"Io mi sono scordato di avvisarti di preparare qualcosa, MA PUOI FARLO A MOMENTO NO? SONO SICURO CHE LO COLPIRAI DI PIÙ SE TI VEDRÀ ALL'AZIONE MENTRE CREI LA BOZZA" sorrise con fare innocente, poi mi porse agitato un blocco di Face Charts con qualche colore.
"Ommioddio come hai fatto a dimenticarlo?!" urlai.
"Lo sai che mi sono fermato qualche giorno da Gustav" si lamentò, facendo leva sulla sua vita sentimentale.
"Non ci credo" mi sistemai meglio sulla poltrona sentendomi in procinto di svenire.
"Forza forza" mi trascino verso il suo studio per mostrarmi la bozza del vestito che aveva creato per lei.
"È uno scherzo! Dimmi che è uno scherzo ti prego" bofonchiai in preda al panico non prestandogli la minima attenzione.
"EHI" mi prese per le spalle "MI DISPIACE OK?! MA TU CACCERAI FUORI LE PALLE E FARAI VEDERE PERCHÉ SEI IL MIO CAZZUTO BRACCIO DESTRO! CAPITO MON CHERIE?!" mi urlò in viso, scuotendomi.
"E non farmi più dire parolacce ti prego" si tocco la fronte stancamente, facendomi sorridere nonostante la situazione.
"Okok, posso farcela" camminai freneticamente per il suo studio.
"TU DEVI" urlò.
"Ok forse la situazione si sta invertendo, manteniamo la calma" ridacchiai nervosamente.
"Si, la calma" sospirò lui, facendo qualche verso da yoga.
Non capivo perché si ostinasse a fare queste lezioni inutilmente solo per l'istruttore, certo era un figo da paura... ma era etero.
E poi più che un suono zen il suo sembrava un muggito.
Ridacchiai quando questo pensiero si fece spazio nella mia mente.
Quando il campanello suonò balzai sull'attenti, seguii Mark di nuovo in salotto e mi accomodai dinanzi al tavolino con le face charts davanti, attendendo il manager della modella mentre sfregavo nervosamente le mani sulle cosce.


Quando infilai le chiavi nella serratura facendola scattare, entrai in casa silenziosamente.
Mi sentivo come una psicopatica mentre cercavo di programmare un ipotetico saluto, sentendomi in imbarazzo dopo la litigata di quella mattina... speravo solo non mi avessero scoperto mentre piangevo in bagno.
Sentivo i ragazzi parlare in salotto di qualcosa come dischi di platino e nuove tracce, così entrai cercando di essere il più naturale possibile.
Li salutai velocemente prima di scappare via in camera.
Non diedi peso alle loro chiacchiere mentre abbassavo lentamente la maniglia per aprire la porta e serrarmela letteralmente dietro.
Ovviamente non mi aspettavo quello che mi trovai davanti.
Saltai spaventata quando, dopo essermi chiusa a chiave in stanza, scoprii di non essere sola.
Luca era steso sul letto con quella che sembrava l'ennesima canna, a giudicare da tutti i mozziconi nel posacenere sul comodino, aspirò lentamente il fumo prima di voltarsi e scoprire che ero a qualche metro da lui.
Spense lo spinello freneticamente, alzando il busto dalla spalliera, poi boccheggiò senza riuscire a dir nulla.
I suoi occhi erano rossi e il suo viso distrutto.
Il mio cuore perse un battito nel vederlo il quello stato.
"Ciao" sospirai in difficoltà, poi mi sfilai le scarpe stancamente, i miei piedi imploravano pietà.
Ma ero soddisfatta di quella giornata lavorativa, avevo ottenuto il lavoro è terminato gran parte dei lavori accatastati anche con Luigi.
"Ciao" mormorò Luca, abbassando lo sguardo sulle sue mani che giocherellavano frenetiche.
Qualche secondo dopo fece sparire il posacenere fuori al balcone della nostra stanza, probabilmente ricordando quanto mi desse fastidio la puzza di fumo in camera.
Quando tornò dentro chiudendosi la finestra alle spalle, si fermò inerme nel bel mezzo della stanza.
"Mi dispiace" ruppe il silenzio.
"Anche a me" mormorai affranta.
"Vorrei non aver mai detto quelle cose" si avvicinò a me.
"E io vorrei non averle mai sentite" abbassai lo sguardo sui miei piedi, sentendolo più vicino a me.
"Io ti amo" borbottò alzandomi il viso con due dita sotto il mento.
"Anche io, ma non possiamo andare avanti così" sentenziai.
"Che vuoi dire?!" si allarmò.
"Voglio dire che è inutile parlarne ora se non ci sarà un cambiamento" mormorai.
"Ti giuro che tornerò in me, io sono solo stato frastornato da tutte queste novità" si tirò i capelli frustrato.
"Io non voglio dire che non devi goderti tutto questo" cercai di spiegarmi meglio.
"Lo so" mi bloccò "Ho capito, Ava mi ha detto tutto. Perché non me ne hai parlato prima?!" passò una mano fra i miei capelli.
"Perché non volevo scocciarti o sembrare pesante, non lo so..." persi qualche lacrima, asciugandola subito.
"No tu non... tu devi dirmi tutto. Lo sai che sono un coglione a volte" si agitò sul posto mentre contornava ora il mio viso con le sue mani.
"Si lo sei" sbuffai.
"Beh grazie" ridacchiò "Ho bisogno che tu mi dica tutto, sei tu quella che sa controllarmi. Senza te sarei già diventato un imbecille in mezzo a tutta questa follia sfarzosa" spiegò serio "Perciò devi dirmelo se c'è qualcosa che non va, io non voglio più arrivare a questo" concluse.
"Ok" soffiai fuori flebilmente.
"Ok?" incatenò il suo sguardo al mio.
"Ok" dissi più decisa, mentre avvicinava il suo viso al mio.
"Ti amo piccola" parlò sulle mie labbra.
E io annuii mentre poggiava le sue sulle mie.
Probabilmente mi sarei pentita di aver ceduto così presto alle sue dolcezze dopo la litigata di qualche ora prima, ma non riuscivo a dire di no a lui.
Perciò mi affidai alle sue parole con la speranza che fossero vere, lasciandomi trasportare sul nostro letto mentre mi spogliava dolcemente.
Luca metteva premura e attenzione nei suoi gesti, quasi come a farmi capire che al momento ero il suo unico e solo pensiero, senza nessuna distrazione.
Mi feci cullare dalle sue parole dolci mentre mi completava, incantata dai suoi movimenti sinuosi e forti.
Questo ragazzo era il mio paradiso e il mio campo di battaglia.
I nostri corpi erano incastrati, fusi, inscindibili.
Mi presi la briga di immaginarlo accanto a me così per sempre, anche quando saremmo stati due vecchi svitati.
La fiamma dell'amore non aveva mai bruciato così ardentemente in me come con Luca, speravo solo non finisse per scottarmi.
Rimasi fra le sue braccia anche quando finimmo di fare l'amore, Luca sembrava non volermi lasciare nemmeno un secondo, le sue mani disegnavano dei cerchi invisibili sul mio stomaco e mi accarezzavano dolcemente.
Fece qualche domanda sull'incontro di quella mattina prima di crollare in un sonno profondo e portare anche me con se.
Poggiai la mia testa sul suo petto mente chiudevo gli occhi, lasciandomi sopraffare dal sonno.

~~~~
BABIEEESSS!!!
Eccovi il tanto atteso capitoloooo
Fatemi sapere che ne pensate, secondo voi Luca riuscirà a sistemare le cose?!
Lasciatemi il vostro pensiero nei commenti e cliccate sulla stellina⭐️
Love u❤️🦇

Ps. sorry per gli errori ma sono troppo stanca per rileggere ora!😴

RATATA!Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora