"Allora, stasera vuoi restare a casa o uscire?" mi chiese Luca mentre portava la mia valigia in camera sua.
"Sono un po' stanca dopo il viaggio di stanotte e il lavoro di oggi, magari possiamo uscire domani sera?" mi gettai a capofitto sul suo letto, facendo ridacchiare il moro.
Qualche ora dopo il nostro incontro eravamo andati via dallo studio per dirigerci a casa loro.
Si, perché per i primi periodi avevano deciso di prendere casa insieme lui e Ava.
Lollo invece viveva ancora a Salerno, ma passava molto tempo qui a Milano con loro.
Luca si gettò a capofitto su di me, schiacciandomi completamente.
"Mi sei mancata" mormorò facendo sfiorare i nostri nasi.
"Anche tu" sorrisi, baciandolo.
Passammo qualche minuto così, stretti l'uno all'altro.
Il suo profumo mi era mancato incredibilmente.
Luca prese ad accarezzarmi i capelli con una mano e la schiena con l'altra, così mi rilassai completamente fra le sue braccia.
"Vorrei tu potessi restare così qui con me per sempre, vorrei averti tutti i giorni fra i piedi" mormorò al mio orecchio, dolcemente, poi ridacchiò sul finale.
Sorrisi sul suo petto, consapevole del fatto che sarebbe stato così ora.
Ma lui non ne era ancora al corrente.
Così rimasi in silenzio, cullata dal suo respiro, stringendo un po' di più fra le mie mani la sua felpa.Quando Ava e Lollo tornarono dal supermercato in cucina sembrò esplodere una bomba.
"Sono felice che tu sia qui" mi sorrise Ava, passandomi della roba da mettere in frigo.
"Ava sul serio? Quindici budini al cioccolato?" ridacchiai.
"Che c'è?! Sono buoni" sbuffò.
"Anche tu mi sei mancato" gli sorrisi abbracciandolo.
Lollo entrò in cucina sgranocchiando qualche patatina mentre Luca imprecava contro lo schermo rotto del suo cellulare.
"Amico, sta zitto. Sei tu che lo hai lanciato contro il muro oggi" lo bacchettò vedendolo entrare dopo di lui nella stanza "che mangiamo stasera?" bofonchiò a bocca piena.
"Pollo al forno con le patate?" domandai, dopo aver osservato il frigo ormai sistemato.
"Oddio finalmente, Ava ci fa mangiare solo quella dannata carbonara che gli hai insegnato a fare" rise il mio ragazzo.
"Beh almeno ti sfamo" borbottò indignato la testa rasata.
Risi vedendoli intenti a battibeccare, mi erano mancati troppo.
Il mio cellulare squillò insistentemente sul tavolo e Luca lo fissò per captare il mittente.
"Ciao coso" sorrisi.
"Ciao peste, allora come procede? Oggi com'è andata a lavoro? Racconta tutto." urlò euforico Francesco dall' altra parte del cellulare.
In coro sentii poi salutarmi anche Mirko e Daniel.
"Oh è stato fantastico!" strillai mentre cominciavo a raccontare tutto.
Luca mi guardava perplesso insieme a suoi amici.
Giusto, lui non sapeva nulla.
Ava e Lollo sapevano solo lo stretto necessario che gli avevo raccontato per accordarci sul mio arrivo.
"Mi vogliono con loro qui" sorrisi "e poi un importante art director internazionale mi ha chiesto di unirmi a lui. Non puoi capire" saltellai sul posto.
I miei migliori amici cominciarono a strillare felici intonando perfino cori da stadio.
I ragazzi con me risero sentendo le loro urla.
"Di che parli?" mi sorrise gasato Luca "che significa qui?" urlò felice, abbracciandomi.
Io portai una mano attorno al suo collo, continuando la mia conversazione al cellulare.
"Luca è felice? Glielo hai detto?!" mi ruppe per l'ennesima volta il timpano Francesco.
"No" sghignazzai vedendolo curioso "E mi hai appena rovinato la sorpresa... volevo farlo a cena" risi.
I ragazzi mi guardavano con un mezzo sorriso sulle labbra, consapevoli ormai che la mia fosse una notizia positiva.
"Oh, allora ciao. Ci manchi, un bacio. E fate i bravi, no nipoti grazie" rise Mirko.
"Ciao ragazzi, anche voi mi mancate" mandai loro un bacio sonoro.
"Hai chiuso? Possiamo stappare?" scherzò Daniel.
"Vaffanculo" urlai ridendo.
"OMMIODDIO se vai via mi mancherai ancora di più, mi manchi già ora e sei via da nemmeno ventiquattro ore" si disperò Francesco.
"Non fare il melodrammatico" sbuffai divertita "torno venerdì ok?" conclusi.
"Veniamo a prenderti all'aeroporto sorella" affermò deciso.
"D'accordo. Vi voglio bene, ci sentiamo domani" dissi calma.
"Ci sentiamo per la buonanotte!" sentii urlare Daniel.
"Va bene ok ora lasciatemi in pace" sbuffai.
"Ti vogliamo beneeee" dissero in coro.
"CIAO." staccai la telefonata.
I sei occhi maschili nella stanza erano tutti fissi su di me.
Ava e Lollo sorridevano ormai consapevoli.
Luca era incredulo e incuriosito, forse aveva paura di essersi fatto un'idea sbagliata e aver capito male.
Voleva una conferma e subito, a giudicare da come mi smosse le spalle incitandomi a parlare.
"Allora?!" sbottò prendendomi il viso fra le mani.
"Allora ne parliamo a cena" sorrisi perfidamente.
Un urlo di protesta invase le mie orecchie, seguito a ruota da quello dei ragazzi.
"Dannata strega!" borbottò il moro, mettendo il broncio.
"È una peste" si rassegnò la testa rasata.
"Allora pollo e patate? Ho già fame, mangiamo alle sette come i vecchi stasera?" cercò di incastrarmi Lollo.
"Cena alle otto e mezza e non rompete il cazzo" risi.
"Ti aiuto a cucinare" sbuffò Ava.
"Almeno impari una nuova ricetta" lo prese in giro Luca.
"Potrebbe non essercene bisogno" mi guardò complice Lollo.
"Chi lo sa" dissi innocentemente, scatenando altri sguardi inquisitori del mio ragazzo.
"Andiamo a scegliere il film di stasera" lo trascinò fuori dalla cucina l'amico.Quando fummo soli ai fornelli Ava ebbe il coraggio di indossare un grembiule coi fiocchi e di passarmene uno rigorosamente rosa.
"Davvero lo metti?" dissi divertita indicandomi.
"Il rosa è un bel colore, stronza" borbottò spingendomi, poi iniziò a pelare le patate insieme a me.
"Ho capito bene?" mi sorrise dopo qualche minuto.
"Cosa?" mi voltai confusa verso di lui.
"Il lavoro di oggi, insomma verrai a vivere qui?" mi incitò a parlare.
Annuii consapevole del fatto di non poter più creare suspense con lui.
"OMMIODDIO!" mi abbracciò "Vuol dire che questo è ufficialmente il tuo grembiule da cucina" mormorò nel mio orecchio.
E io ricambiai, stringendolo forte.
"Ti sei tagliato un dito?" sentimmo urlare dal salotto.
Il mio aiuto cuoco allora si affacciò dalla cucina.
"Si questo!" mostrò il terzo dito, facendomi ridere e beccandosi qualche brutta parola.Quando ci sedemmo a tavola i ragazzi divorarono tutto estasiati.
"Sposa questa donna fratello" borbottò a bocca piena Lollo.
Luca sbuffò divertito, posando il suo sguardo su di me.
"Allora, questa notiziona?" mi incitò a parlare.
Così cominciai a spiegare tutto per filo e per segno, felice di vederli gasati.
"Quindi verrai a vivere qui?" urlò il moro affianco a me.
"Piano piano, insomma all'inizio farò un po' avanti e indietro... ma poi si" confermai.
"Dobbiamo brindare, finalmente qualcuno che sa cucinare in questa casa" esultò Lollo, scatenando la risata di Ava.
Luca mi prese la mano felice, poi la baciò e mi guardò intensamente facendomi capire che i nostri festeggiamenti sarebbero avvenuti più tardi.
Arrossii quando poggiò una mano sulla mia coscia, stringendola leggermente.
Alla fine brindammo tutti insieme, come una famiglia.
Questa casa diventerà un manicomio.~~~~
HOLA BABIEEESSSS!!
Capitolo di passaggio, ma le sorpresine arriveranno presto tranquille!❤️
Fatemi sapere che ne pensate, adoro i vostri commenti!
Bacio a voi😘
Lasciatemi una stellina⭐️ Love u❤️
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RATATA!
Fiksi PenggemarNon riuscivo a crederci! Pensava davvero che con due mosse da bulletto figo sarei caduta così facilmente ai suoi piedi? Beh si sbagliava di grosso, non mi intimoriva per niente. " Guardami negli occhi... la mia vita è un rally, sto tra curve e fossi...