- Te lo prometto

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Oggi non era decisamente giornata, ero rimasta sveglia tutta la notte non riuscendo a chiudere occhio.
La camomilla che avevo sorseggiato prima di andare a letto per calmarmi non era servita a niente.
Ero perfino uscita alle tre di notte fuori in terrazzo, coperta fino alle orecchie da un plaid, a parlottare e ad accarezzare la mia gatta.
Di solito Midnight mi aiutava tanto a calmare i nervi, eppure, quella sera stare con lei mi era servito poco e niente.
Alla fine avevo preparato una tazza di thè caldo e miele e mi ero seduta sul divano a vedere un film. Un volta resami conto che non sarei riuscita a dormire, avevo fatto come spesso facevo in piena crisi: ero andata a fare un bagno caldo e una bella skincare.
Mi ero fermata a pensare, imbacuccata nel mio accapatoio, a quanto trovassi assurda questa situazione.
Sapevo cosa, o meglio chi, avesse scatenato quella notte insonne.
Non riuscivo a comprendere a pieno quello che Luca mi avesse scatenato dentro quando mi aveva riferito la sua bella notizia.
Insomma mi aveva detto che era arrivato il suo momento, ed ero fiera di lui, ma mi ero sentita scivolare la terra da sotto i piedi.
Aveva sussurrato quella frase felice dall'altra parte del telefono, gettandomi in balia dei miei pensieri e delle mie paranoie.
Mai ero rimasta tanto impassibile, impietrita, stupita e mai mi ero mostrata così vulnerabile davanti ad un ragazzo.
Ero rimasta lì immobile, come una stupida; come una bambina dell'asilo che si vede strappare il suo disegno preferito davanti agli occhi.
Già... ero rimasta proprio così.
Se ne sarebbe andato e io sarei rimasta sola, in compagnia soltanto delle mie emozioni contrastanti e indecifrabili.
Avevo perfino cominciato a fantasticare su tutti i possibili scenari tragici.
Inutile dire che avevo solo peggiorato la mia situazione.
Alla fine mi ero gettata a letto con i capelli ancora bagnati, ad ascoltare musica.
Il risultato di quella notte era stato un viso scolpito da mostruose occhiaie, che quella mattina mi ero preoccupata di coprire bene, con lo scopo di evitare di far venire un infarto a qualcuno.
Prima che la sveglia suonasse mi ero stesa a pancia in su e avevo guardato il soffitto per ben dieci minuti e, quando mi ero alzata, avevo iniziato la giornata letteralmente con il piede sbagliato.
Perché? Perché dopo nemmeno due secondi di camminata ero andata a sbattere con il mignolo del piede contro lo spigolo del mobile e cristo santo se non avevo fatto scendere tutti i santi del paradiso in terra.

Avevo appena varcato il portone di casa e, prendendo posizione sul marciapiede, stavo per infilare le cuffiette nelle orecchie quando il suono di un clacson mi fece sobbalzare.
Mi voltai per vedere chi fosse stato il deficiente a rompermi i coglioni in quell'inizio di giornata, pronta ad imprecargli contro.
Una macchina familiare mi si presentò davanti e dal suo interno uscì la persona che forse meno mi sarei aspettata e che però, allo stesso tempo, avrei sperato uscisse.
Beh... ora eccolo lì.
Appoggiato ad un lato della sua auto con un sorriso mozzafiato stampato in faccia, le braccia conserte e gli occhi coperti dai suoi occhiali da sole.
Il busto era coperto da una felpa grigia, le gambe fasciate da un pantalone di tuta del medesimo colore.
In quel momento tutto in lui mi sembrò perfetto, dalle sue collanine ai suoi tatuaggi, dal suo portamento ai suoi capelli...al suo sorriso.
'Riprenditi idiota!' pensai duramente, come quando ti guardi allo specchio e parli da sola.
Io parlavo sempre da sola, con chi altri avrei potuto parlare altrimenti?
"Piccola!" mi salutò raggiante.
"Ehi" risposi impacciata "Che ci fai qui?" chiesi poi, curiosa.
"Ti aspettavo" sorrise ancora.
"E perché?" chiesi ancora.
"Ti porto a scuola" affermò, come se fosse scontato.
"E quando lo abbiamo deciso questo?" chiesi scioccata, restando ferma sul posto e stringendo un spallina del mio zainetto.
"L'ho deciso io stamattina, forza sali!" sentenziò poi, facendo sparire il suo sorriso.
E quello non mi sembro più un invito, l'avevo preso più come un ordine.
Non ero la tipa da ordini io, non ero quella che si faceva comandare e mettere i piedi in testa... eppure lo lasciai fare.
Si, perché sorridendo in uno sbuffo stavo salendo nella sua macchina.
Lo avevo appena fatto.
Luca allora tornò a sorridere e salì anche lui in macchina.

Quando dopo pranzo Luca tornò a prendermi a scuola, la tensione in me sembrò crescere.
Non avevamo ancora accennato ai suoi imminenti cambiamenti, il discorso partenza non era stato sfiorato nemmeno per sbaglio.
Così mi ritrovavo in silenzio nella sua auto.
"Dopo ti porto in un posto" parlò accostando la sua auto in un parcheggio.
Annuii silenziosamente, voltando il viso nella sua direzione.
Lui mi guardò boccheggiando prima di ricominciare a parlare.
"Lo so che hai paura, ne ho anche io" iniziò, afferrando la mia mano "È solo che..."
"Non ti impedirei mai di partire, ne ti metterei davanti a una scelta" lo bloccai subito prima che continuasse "Sono davvero felice per te ed orgogliosa, voglio che tu lo sappia" finii.
"Lo so" mi sorrise "so anche che sarà difficile essere lontani, per questo volevo che mi seguissi" spiegò.
"Io non posso, non ora. Ho ancora la scuola da portare a termine" dissi a fatica.
"E dopo?" mi domandò speranzoso.
"Non lo so, dipende da come vanno le cose con il lavoro" biascicai.
"Non importa, non posso prometterti che sarà facile... ma posso sperare che andrà tutto bene nonostante tutto. Ti prometto che arriverò in cima e sarai al mio fianco, io ti voglio con me... non ti lascio ok?!" proferì.
Io annuii con un groppo in gola ormai difficile da gestire.
"Saremo felici io e te, insieme. Te lo prometto, devi solo fidarti di me!" mi sorrise, poi mi allungò il mignolino.
Io lo guardai negli occhi prima di agganciare il mio al suo.
"Non ti farei mai soffrire, lo sai vero?" mi chiese portando le sue mani sul mio viso.
"Si" mormorai.
"Ti amo Mami" mi avvicinò a se.
"Anche io papi" sorrisi prima di sentire le sue labbra sulle mie.
Quando si staccò da me, mi sentivo più leggera per la nostra conversazione.
Lui si sistemò sul sedile prima di mettere in moto e ripartire verso una meta a me sconosciuta.
"Dove andiamo?!" chiesi tranquilla.
"Vedrai" mi regalò un sorriso soddisfatto, poi tornò con lo sguardo sulla strada.

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HOLAAAAAA!!!
Che ne pensate?! Fatemi sapere nei commenti!
Volevo ringraziarvi per tutte le belle parole che mi avete dedicato e per avermi aspettata con ansia.
Al prossimo capitolo, bacio grande a voi!❤️😘🙏

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