-Timon

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"Non mi piace il modo in cui ti guarda" bisbigliò Luca nel mio orecchio.
"È un suricato, come vuoi che mi guardi" ridacchiai accarezzandolo.
Eravamo tutti a casa di Sfera, il moro mi aveva praticamente costretta a rimandare la nostra uscita da soli per una chiamata del suo amico.
A dire il vero questa cosa mi aveva anche infastidita abbastanza, ma Ava mi aveva gentilmente pregata di evitare casini. Sperava che io riuscissi a fare amicizia col rosso un giorno, mettendo da parte il mio astio generico.
In realtà nemmeno ce l'avevo con lui, è solo che non mi piaceva Luca in sua presenza, mi piaceva ancora meno ora che il moro aveva messo da parte un nostro momento per lui.
Tornando a noi, quello di Gionata si era rivelato un vero e proprio festino, al momento eravamo tutti sul divano.
Un nuovo amico di Luca aveva portato con se quello che ora era diventato il mio intrattenitore preferito, Timon.
Per niente sorpresa della poca fantasia nella scelta del nome, ero intenta a giocare da tutta la sera con questo pelosino.
"Sei bellissimo" lo guardai innamorata, facendo ridere il padrone Philip.
"Guardalo, si è innamorato di te" lo indicò mentre mi saltava in braccio.
"Lo amo" ridacchiai accarezzandolo.
Luca provava ad avere un contatto con me a tutti i costi, consapevole del fatto che io fossi incazzata con lui.
Io dal canto mio continuavo ad ignorarlo, stanca dell'ennesima delusione, purtroppo.
Quando Sfera si alzò silenziosamente uscendo dal salotto, alcuni lo seguirono senza proferir parola.
Non diedi peso ai loro movimenti mentre accarezzavo Timon sulle mie gambe, Ava e Lollo continuarono a scherzare con Luca indifferenti.
"Luca, vieni ti devo far vedere una cosa frate" urlò Sfera, probabilmente dalla sua camera da letto.
Il moro si alzò stranito, tentennando leggermente.
"Che cosa?" Ava domandò stranito.
"Ah boh" alzò le spalle Luca.
Alzai lo sguardo per guardarli solo quando il moro fu fuori dal salotto, il ricco e Lollo si guardavano silenziosi, perplessi.
Il mio campanello d'allarme scattò tempestivamente, chissà perché avevo un brutto presentimento.
Alzai un sopracciglio sfidando i due a proferire parola.
"Non guardarci così, non ne sappiamo nulla. Nemmeno lui credo" ci pensò su Ava.
"Dalla faccia sembrava anche lui all'oscuro" Lollo ci ragionò.
Mezz'ora dopo eravamo ancora da soli su quel divano, il ticchettio dell'orologio sulla parete cominciava a snervarmi altamente, e i due difronte a me non facevano che guardarsi allarmati e confusi.
"Basta io vado a vedere che succede" sbottai alzandomi di scatto.
"Sei già arrabbiata con lui, forse è meglio se ci vado io" cercò di fermarmi il riccio.
"Si infatti" Lollo gli diede ragione, facendomi risedere sul divano.
Il riccio si incamminò verso la camera in cui erano chiusi tutti, titubante.

"Andiamo via" sbottò quando tornò dieci minuti dopo.
"Che succede?" cercai di puntare i piedi a terra mentre mi spingeva via col mio cappotto in mano.
"Nulla" troncò ancora.
Lollo era senza parole, confuso e silenzioso.
Scappai dalla sua presa quando Luca ci distrasse uscendo preoccupato di lì.
Gli andai incontro, evitando le sue mani che cercavano di afferrarmi, spingendolo di lato quando capii che cercava di nascondermi qualcosa.
Spalancai la porta veementemente, scoprendo una cosa che non mi piacque per niente.
Il moro restò fermo dietro di me, lo sentii sospirare pesantemente mentre cercava di dire qualcosa di sensato.
Chiusi la porta silenziosamente, ignorando gli sguardi di tutti su di me, poi mi incamminai silenziosamente verso l'uscita strappando il mio cappotto dalle mani di Ava.
Il moro mi seguiva come un cagnolino mentre cercava di spiegarmi che cosa avessi appena visto.
"Fermati ti prego, parliamone posso spiegarti" continuava a ripeterlo all'infinito mentre camminavo a passo svelto verso la sua auto.
Lollo aveva già aperto la macchina, infilandosi al posto del guidatore.
Ava spinse violentemente il mio ragazzo sul sedile avanti, infilandosi incazzato al mio fianco.
"Dovete ascoltarmi" urlò Luca.
"Non so che cazzo sia appena successo, ma so già che hai fatto una stronzata" lo ammonì l'amico mentre guidava.
"Non ho fatto niente cazzo" sbottò.
"Sta zitto Luca, sei un coglione" urlò Ava, sorprendentemente.
Non lo avevo mai visto così furioso.
Io invece me ne stavo zitta, non sapevo nemmeno cosa mi passasse per la testa in quel momento, ero così sotto shock da non riuscire a formulare un pensiero sensato.
Mi presi la testa fra le mani, distrutta, mentre il ragazzo affianco a me mi accarezzava la schiena premuroso.
Il viaggio continuò silenzioso, fra i sospiri pesanti di Ava e Luca che provava a spiegare la situazione, non capendo che però io non riuscissi a seguire nemmeno mezza delle sue parole.
Quando arrivammo a casa, salii a passo spedito verso il nostro appartamento, ignorando ancora una volta le urla del moro.
Spalancai con forza la porta, dirigendomi di corsa in camera.
Cacciai la prima valigia sotto al letto, ignorando di chi fosse e ci infilai qualsiasi cosa mi capitasse sotto tiro.
Vestiti, borse, scarpe, mutande e reggiseni di ogni tipo; li gettai dentro in modo arruffato mentre piangevo come disperata, nemmeno vedevo cosa stessi infilando lì dentro.
Luca entrò in stanza con gli occhi spalancati, piangendo anche lui.
"Che stai facendo?" si allarmò mentre cercava di fermare le mie mani.
"Me ne vado" tirai su col naso.
"Che vuol dire?! Non puoi andartene" mi strinse con forza a se, bloccando ogni mio movimento.
"Lasciami" sospirai "Ho detto lasciami" urlai.
"Tu devi ascoltarmi!" mi lasciò riluttante mentre mi guardava distrutto.
"Sul serio Luca?! COCAINA?! Hai bidonato la nostra uscita per una merdata simile? Per due tiri di cocaina?! Mi fai schifo" urlai mentre chiudevo la valigia tremando.
Il mio cuore si era sgretolato senza nemmeno far rumore nel momento esatto in cui avevo visto quella scena.
Erano tutti attorno al comodino nella stanza di Gionata, qualcuno in ginocchio pronto a prendere la propria dose, qualcuno in piedi ad aspettare.
"Non l'ho toccata, te lo giuro" unì le mani a mo di preghiera.
"Te lo giuro piccola, non l'ho toccata, te lo giuro" mi pregò piangendo mentre cercavo di uscire dalla stanza.
"Io non ti credo più. Lo capisci che non ti credo più?! Mi hai presa in giro, tutto questo tempo" urlai, lasciando finalmente la presa salda sul mio bagaglio.
"Tu sei cambiato, non sei più lo stesso. Mandi a puttane il nostro rapporto, la nostra relazione, per cosa? Perché la fama ti ha dato alla testa?! Cocaina Luca, non erba. Quella è merda cazzo" sbottai mentre lo spingevo lontano da me.
"Nonono, fermati ti prego" mi fermò per un braccio.
"È finita" lo guardai negli occhi, facendolo ricominciare a piangere con me.
"No io ti amo, io ti amo... non puoi lasciarmi" aumentò la presa sul mio polso.
"Anche io mi amo, per questo devo lasciarti andare" mi staccai dalla sua morsa incamminandomi verso la porta.
"Quindi non mi ami più?!" Si parò davanti a me, bloccandomi la strada.
"Ti amo troppo, per questo non voglio vedere come ti stai autodistruggendo" borbottai mentre uscivo finalmente di casa, sorpassandolo.
"Io non l'ho toccata" urlò dietro di me, prima di prendere a pugni il muro.
Riuscii a sentire Ava e Lollo mentre cercavano di fermarlo, almeno fin quando non fui fuori dal palazzo.
"E ora che cazzo faccio?" mormorai a me stessa, tirando su col naso.
Dieci minuti dopo Giulia mi aprì la porta di casa, guardandomi silenziosamente quando mi vide in quello stato.
"Che è successo?" chiese mentre me ne stavo ancora ferma sulla porta.
Boccheggiai cercando di parlare prima di scoppiare in lacrime di nuovo, disperatamente, gettandomi fra le sue braccia.

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BABIEEESSS!!
Nuovo capitolo 🦇
Volevo dirvi che ci avviciniamo alla fine, manca davvero poco purtroppo.
SIAMO AGLI SGOCCIOLI :(
Fatemi sapere che ne pensate, lasciatemi un bel commento e tante stellineee⭐️⭐️⭐️
Volevo anche aggiungere che non ce l'ho assolutamente con Sfera, anche se sembra un po' il cattivo in questa storia 😂
Love u, al prossimo capitolo❤️

RATATA!Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora