La quarta settimana fu quella peggiore.
Si, era passato un mese e io ero ancora in stallo con la mia mente.
Luca dopo la mia telefonata aveva ricominciato a tartassarmi ogni ora con le sue chiamate, fracassandomi la testa di dubbi e ripensamenti.
Cominciavo a stare male anche per il mio atteggiamento, avevo paura di vederlo ma sapevo di volerlo più di ogni altra cosa.
"Sei una codarda" mi ripetevo alla fine di ogni giornata quando poggiavo la testa sul cuscino senza aver fatto nulla.
Perché diamine avevo fatto passare tutto questo tempo?!
Tutto ciò che ero riuscita a combinare era stata una stupida telefonata, e per giunta gli avevo riattaccato in faccia.
Ero così distrutta da autodistruggermi, drasticamente.
Stare senza di lui mi faceva mancare il fiato, mi sentivo vulnerabile e spenta.
Quel giorno ero distrutta mentre entravo in ascensore affranta, poco pronta per un'altra giornata di lavoro.
Giulia mi posò un bacio sulla guancia, lasciandomi sola davanti alla porta del mio ufficio, mentre andava via verso il suo.
Luigi mi salutò caloroso, mettendomi fra le mani un cappuccino.
"Buongiorno, so che ultimamente non sei molto di buon umore" mi disse porgendomelo.
"Grazie, davvero" gli sorrisi.
Poggiando la mano sulla maniglia, la abbassai lentamente mentre entravo nella mia stanza sospirando.
Sobbalzai quando la figura seduta alla mia scrivania alzò il capo dal suo cellulare.
"Luca" mormorai.
"Ciao. Non mi rispondi alle telefonate, perciò..." biascicò in difficoltà.
Posai la mia borsa e il mio cappotto sull'appendiabiti attaccato al muro e lo incitai a continuare.
"Che vuoi?" lo guardai senza far trapelare le mie emozioni.
Vederlo davanti a me mi metteva in bilico fra due emozioni contrastanti, da un lato il mio cuore che rischiava di uscire dal petto, dall'altro la mia testa stava per scoppiare dalla frustrazione.
"Parlare con te, ho bisogno che tu mi ascolti... e che tu mi creda" si alzò dalla mia poltrona.
"No, rimani lì" gli intimai, sedendomi sulla sedia difronte.
Lo osservai minuziosamente, riscoprendo la sua bellezza a poco a poco.
Il filo di barba che gli era cresciuta, anche se trasandata e non curata, lo rendeva ancora più affascinante... sembrava molto più maturo, un uomo.
A giudicare dalle sue occhiaie inoltre, assodai che ciò che mi aveva detto Ava era vero... sembrava distrutto tanto quanto me.
Lui sospirò, cercando le parole giuste probabilmente.
"Io non lo sapevo, lui non lo aveva mai fatto con me" iniziò, riferendosi a Gionata "quando sono entrato in quella stanza poi, lui ha cacciato la roba senza preavviso" sussurrò.
Annuii facendogli segno di continuare.
"Ho provato a dirgli di no, che non mi piaceva quella merda. Lui ha insistito, ci ho messo così tanto perché ho provato a convincerlo che non ne volevo... ma lui voleva darmela a tutti i costi" mi guardò negli occhi.
"E perché dovrei crederti?" sbottai.
"Perché ti amo, perché non ti ho mai mentito... perché non posso e non voglio perderti" rispose deciso.
Ero combattuta, i suoi occhi mi sembravano veri ma il mio orgoglio non mi permetteva di cedere così facilmente.
"Io... ho bisogno di tempo" mi guardai le mani in difficoltà.
"E io ho bisogno di te" le afferrò fra le sue.
"Noi... non lo so sembra che ultimamente entrambi abbiamo interessi diversi. Non voglio perderti, ma non voglio correre stavolta" biascicai.
"Siamo solo impegnati entrambi col lavoro" si agitò sulla sedia.
"No, a te piace questo mondo. Io non voglio che tu ti privi di cose che magari vuoi fare" spiegai.
"Io non amo questa merda, io amo fare musica. Ma senza di te non ha senso" scosse il capo in difficoltà.
"Tu dovresti rifletterci su per bene" mormorai.
"Ci penso ogni fottuto momento da quando hai varcato quella porta, ringrazia che io non sappia dove abiti la tua amica, perché si, Ava mi ha da chi stai. Non sono venuto prima solo per non invadere la tua zona lavorativa... ma mi sono sentito in dovere di farlo alla fine. Perché non hai parlato al telefono quando mi hai chiamato?" si alzò con gli occhi lucidi.
"Io... ho sbagliato numero." borbottai, accorgendomi subito che lui però non mi aveva creduta.
"Se hai bisogno di tempo io ti aspetterò, se è questo quello che ti serve perché tu capisca che io e te dobbiamo stare insieme... accada quel che accada." poggiò una mano sulla maniglia.
"Voglio solo che tu sia certo di quello che stai dicendo, ho bisogno di dimostrazioni. Io ho paura di bruciarmi ancora con te, non voglio più stare male" lo guardai finalmente.
"Io voglio solo sapere se tu mi ami ancora come ti amo io. Perché se è così, andrò all'inferno pur di dimostrarti che io e te ci apparteniamo, ma se non è così... allora ti lascerò in pace" parlò serio, tornando davanti a me e inginocchiandosi alla mia altezza.
Perciò era giunto il momento di prendere una posizione, della verità.
Io lo amavo, follemente, ma se fosse andata male?
Volevo fidarmi di lui o essere codarda e perdere l'amore più grande della mia vita?!
"Tu mi ami ancora?" domandai con le lacrime agli occhi.
Lui rimase scioccato dalla mia domanda, probabilmente considerandola stupida.
"Morirei per te" si leccò le labbra rispondendo sicuro.
Lo guardai in silenzio, non proferendo parola.
"Ti prego dimmi che per te è lo stesso, dimmelo" mi strinse le mani, incatenandoci suoi occhi ai miei.
Annuii tirando su col naso, sentendo la prima lacrima scendere.
"Mhm?" mormorò.
"Si, ti amo anche io" piansi, sentendomi abbracciare forte.
"Ho avuto così tanta paura di perderti" soffiò sulla mia testa, tenendomi ancora spiaccicata contro il suo petto.
"Mi dispiace, mi dispiace così tanto" mi prese il viso fra le mani.
"Dovrai riconquistarti la mia fiducia, lo sai? Non sarà così facile" sbuffai.
"Farò tutto quello che è necessario per riaverti" mi sorrise "torni a casa da me?" domandò felice.
"Non voglio correre stavolta" smorzai il suo entusiasmo.
"Non puoi rimanere da Giulia per sempre" ingoiò il groppo.
"Dormi in camera di Ava?" incrociai le braccia al petto.
"Come ti pare, posso almeno baciarti?" quasi si stizzì.
"Mhm si" borbottai pensandoci su prima di sentire le sue labbra morbide sulle mie.
Mi travolse impetuoso chiedendomi subito di intensificare il bacio.
La sua barba di pungeva leggermente il viso mentre sembrava volermi portar via anche l'anima con quell'effusione.
"Quando potremo passare alla parte in cui ti dimostro che sei solo mia?" mormorò ancora attaccato a me.
"Dovrai meritartela, ora fammi lavorare" mi staccai spingendolo verso l'uscita.
Si fermò sull'uscio voltandosi per rubarmi un altro bacio "mi sei mancata" bisbigliò sorridendomi.
"Anche tu" gli chiusi la porta in faccia, chiudendolo fuori.
Mi posizionai sulla mia poltrona, toccandomi le labbra mentre un sorriso si formava sul mio viso.~~~~~
BABIEEESSSS!!!🦇
Nuovo capitolo per voi!
Luca riuscirà a riparare tutto o si lasceranno per sempre? :(
Vi ricordò che siamo vicine alle fine della storia, quasi piango.
Fatemi sapere che cosa ne pensate nei commenti e lasciatemi tante stellineee⭐️⭐️⭐️
Love u❤️

STAI LEGGENDO
RATATA!
FanfictionNon riuscivo a crederci! Pensava davvero che con due mosse da bulletto figo sarei caduta così facilmente ai suoi piedi? Beh si sbagliava di grosso, non mi intimoriva per niente. " Guardami negli occhi... la mia vita è un rally, sto tra curve e fossi...