- Pranzo pagato

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"Non ci credo che lo stiamo facendo davvero" mormorai guardandolo appena fummo soli nella saletta.
Luca mi sorrise stendendosi di lato sul lettino.
"Questo è quello che ho tirato fuori in base a ciò che mi avevi chiesto" esordì Vito, quello che a quanto pare era il tatuatore di fiducia del moro.
"Bell bell" sorrise vedendolo, poi mi invitò a guardare.
"Davvero carino, mi piace" sorrisi.
Tutto ciò era strano, avevo sempre pensato che fare un tatuaggio con un fidanzato era una follia... e devo dire che continuavo a pensare che lo fosse, mi piaceva però l'idea di avere qualcosa con Luca che ci avrebbe legati per sempre.
Probabilmente se fosse successo qualcosa fra di noi non lo avrei nemmeno cancellato o coperto, sarebbe stato per sempre parte di me e della mia vita.
"Cominci tu?" parlò Nico verso Luca, che annuì prontamente.
Quando l'ago toccò finalmente la sua pelle, cominciando a lasciare un segno indelebile, il moro mi sorrise soddisfatto.
Ricambiai sorridendo istintivamente, Luca stava tatuando la sua pelle per me... con me.
Quando fu il mio turno, una scarica di adrenalina invase il mio corpo.
Stavo per procurarmi un segno indelebile, come quello che Luca avrebbe lasciato per sempre in me.
L'ago torturò leggermente la pelle proprio sotto l'elastico del mio intimo, poco più sopra dell'inguine.
Il moro difronte a me mi guardava ammaliato a braccia conserte.

"Perché hai scelto proprio il fulmine?" gli chiesi gettandomi sul letto, quando arrivammo a casa sua.
"È stato un colpo di fulmine, sei stata il mio fulmine a ciel sereno e mi hai scombussolato tutto. E poi sei vera e forte, imprevedibile. Mi faceva pensare a te, tu mi fai sentire forte" mi parlò guardandomi intensamente negli occhi.
Rimasi a bocca aperta dopo le sue parole, avevo pensato le stesse cose mentre il suo tatuatore di fiducia disegnava sulla mia pelle quel piccolo simbolo.
"Allora? È lo stesso per te?" mi spintonò leggermente, risvegliandomi.
Io annuii con un piccolo sorriso, lasciandogli poi un bacio a stampo.
Mi trattenne sulla sua bocca, facendomi distendere lentamente sul suo letto.
"Non hai idea di quante cose ho immaginato quando ho visto dove ti tatuavi" sorrise malizioso, scatenando una mia risata, poi cominciò la sua lenta tortura sul mio corpo.
Avevo deciso che mi sarei goduta tutto il tempo che mi restava con lui, cercando di ignorare il fatto che presto saremmo stati a chilometri di distanza.

Quando mi risvegliai era ormai sera, Luca dormiva beato con la testa sul mio ventre e il viso rilassato. Scattai una foto con il suo cellulare immortalando il suo collo tatuato, il viso rilassato sul mio ventre e il mio nuovo tatuaggio.
Quando la guardai mi sembrò perfetta, tutto con lui mi sembrava perfetto.
Appena poggiai il suo telefono di nuovo sul comodino, il moro si agitò leggermente risvegliandosi. Aprì gli occhi guardandomi dal basso e lasciò un bacio delicato sul mio punto colorato e ancora arrossato da quel pomeriggio folle.
Si alzò piano dal mio corpo sistemandosi al mio fianco.
"Che ore sono?" sbadigliò.
"Le otto" mormorai tranquilla.
Lui annuì accasciandosi sulla mia spalla.
"Alle nove arriva mamma, meglio se ci risistemiamo" sghignazzò.
Scattai sul posto, alzandomi, scatenando la sua risata.
Si alzò con me porgendomi una sua tuta e intimandomi ad andare sotto la doccia per prima.
"Vuoi che ti accompagni?" domandò beffardo.
Alzai gli occhi al cielo ignorandolo completamente e lasciando la sua stanzetta.


L'indomani a scuola ebbi una sorpresa non indifferente, invece della mia solita lezione di trucco mi ritrovai a fare da insegnante ad alcune ragazze di estetica.
La cosa era allettante è spaventosa allo stesso momento, era un grande passo ed era davvero importante per me sapere di avere avuto tutta quella fiducia da parte della mia insegnante e della scuola.
Stavo per prendere il treno e tornare a casa quando il mio cellulare squillò.
-Sei ancora a Salerno?- urlò Ava appena risposi.
"Ciao anche a te Ava" ridacchiai " si sono ancora qui, stavo per prendere il treno" mi fermai davanti all'entrata di quest'ultimo.
-Bene, torna indietro. Ho bisogno di una mano in cucina!- parlò frettolosamente.
"Che significa?" chiesi perplessa.
-Ho invitato una tipa ma qualcosa deve essere andato storto, sapevo che dovevo fare la carbonara che mi avevi insegnato- spiegò agitato.
Scoppiai a ridere mentre staccavo la telefonata e mi dirigevo a prendere la metro per casa sua.
Nel frattempo chiamai Luca spiegandogli la situazione e che esordì con "So già tutto, ci vediamo da Ava" ridendo.
La mia vita sembrava sempre più un manicomio.                                              
Il mio cellulare squillò freneticamente fra le mie mani quando fui fuori dalla metro.
-Dove diavolo sei?- blaterò Ava.
"Non volo mica, dammi il tempo di arrivare" sbuffai cominciando quasi a correre.
-È l'una cazzo, all'una e mezza sarà qui- piagnucolò.
"Stai scherzando spero!" sbottai.
-Per niente!- urlò.
"Sei un idiota" sbuffai.
-Senti se avessi voluto degli insulti mi sarei limitato a chiamare solo il tuo ragazzo- blaterò.
Stavo per rispondere in modo agitato quando qualcosa catturò la mia attenzione.
" Ava ti lascio, arrivo a minuti. Tu pensa a sistemare la cucina e ad apparecchiare, per il cibo me la vedo io" spiegai staccando subito la chiamata.

Quando salii a stento le scale di casa di Ava e arrivai sopra, la testa rasata stava già cominciando ad  imprecarmi contro nervosamente.
"É l'una e venti ti rendi conto?!" blaterò.
"Sta zitto!" esordii poggiando le buste sul tavolo con fare affaticato.
Dio quelle scale erano state micidiali.
Boccheggiai in cerca di aria mentre cominciavo a spacchettare.
Quando Luca si avvicinò e vide come avevo salvato la situazione in modo super egregio, mi sorrise felice "sei un genio" mormorò lasciandomi un bacio sulle tempie.
Ava si avvicinò stranito allungandosi verso le buste e quando scorse tutti i piatti pronti che avevo comprato esultò abbracciandomi.
"IO TI AMO!" urlò facendo ridere Luca.
"Sisi" mormorai indaffarata a sistemare tutto.
"Spaghetti e vongole" esordii cacciando le prime due confezioni "tonno scottato e frittura mista" finii di cacciare tutto "sono ancora caldi, mettili in forno e cacciali prima che veda che sono confezioni da asporto del ristorante dietro casa tua, ok idiota?" sbuffai divertita, Luca dietro di me sghignazzava.
"Ai suoi ordini capitano" sorrise sornione Ava "Hai un pranzo pagato a base di pesce... magari al ristorante" ridacchiò.
"Spero tu abbia incluso anche me nei piani" sì avvicinò il moro.
"Che centri tu, mi hai solo insultato... servivi per ricordami che sono coglione" rise la testa rasata.
"Beh lei è la mia ragazza, senza di me non avresti conosciuto lei" alzò il sopracciglio Luca "e poi ti servirò le altre volte per ricordarti che fai schifo ai fornelli e non dovresti più invitare ragazze nella tua cucina" concluse divertito, scatenando una risata generale.
"Già, non dimenticarlo mai più" affermai, poi incitai il mio ragazzo ad abbandonare casa del suo migliore amico.
Mi avrebbero fatta diventare pazza un giorno.

Q

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BABIEEEESSSS SONO TORNATAAAAA!!!
Perdonatemi ma sono davvero incasinata con il lavoro, lo so che vi sono mancata... anche voi a me!
Lasciatemi un commento e fatemi sapere cosa ne pensate!
Bacio grande a voi, alla prossima❤️
Grazie🙏💘

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