"Ma che è sta merda, che cazzo stai combinando?" guardai Ava stranita.
Entrai nella cucina di casa sua accompagnata da Luca, che quel giorno mi aveva proposto di pranzare con lui e il suo migliore amico dopo scuola.
"Ti hanno mai detto che sei proprio una stronza?!" sbuffò la testa rasata lanciandomi contro il grembiule da cucina che indossava.
"Sul serio brò? Ti sei messo pure il grembiule?" lo prese in giro il mio ragazzo.
"Che c'è?! Volevo impegnarmi ai fornelli per mia cognata, dimenticandomi che però lei è una fottuta stronza senza cuore" si indignò indicandomi "INSENSIBILE!" urlò verso di me.
"Ti serve un assorbente Ava?" ridacchiai.
"LO VEDI AMICO?!" si agitò rivolgendosi a Luca.
Il moro rise di gusto scuotendo il capo e liberandosi del suo giubbino.
"Facciamo pace tesoro, ti aiuto dai" sghignazzai porgendo il mignolino alla nuova casalinga disperata.
Lui finse risentimento prima di asciugarsi una finta lacrima e porgermi il suo dito.
"E comunque doveva essere una pasta al sugo, ma deve essere andato storto qualcosa..." si grattò il capo perplesso.
"Direi più che qualcosa" mormorò Luca ridendo sotto i baffi.
Io lanciai un urletto cercando di trattenere le risate, poi accarezzai comprensiva la schiena di Ava.
Mi diressi verso il frigo chiedendo il consenso del padrone di casa per aprirlo, poi ci frugai dentro.
"Mhm che ne dite di... una carbonara?" borbottai cacciando fuori l'occorrente.
Luca continuava a prendere in giro il suo migliore amico, che intanto si accingeva a imparare qualcosa da me ai fornelli.
Quando i nostri piatti furono finalmente pronti, Ava esultò fiero dandomi il cinque.
"Sei la nostra salvezza donna!" urlò felice.
Io risi vedendoli ingozzarsi affamati, poi cominciai a mangiare.
Ava era davvero una bella persona, in poco tempo era diventato anche un mio buon amico e alleato.
Luca sapeva essere davvero coglione alle volte e il suo migliore amico era diventata la mia spalla destra nel contrastarlo.
Ava... che benedizione!
"Faccio il caffè" parlò il ragazzo dopo aver finito di mangiare.
Luca lo intimò a non farci saltare in aria prima di ricevere un dito medio.
"Dolcezza, zuccherino, caramella" mi chiamò il suo amico.
"Dimmi frollino" sghignazzai appoggiando il viso fra le mia mani.
Luca ci guardava sconcertato, trattenendo una risata.
"Quanto zucchero vuoi?" mi indicò la tazzina fra le sue mani.
"Un cucchiaino e mezzo" risposi mandandoli un bacio.
"Dio aiutami" mormorò stancamente il mio ragazzo.
"Non essere geloso, lo sai che amo solo te..." lo prese in giro Ava.
"Cristo Dio" imprecò Luca ridendo.
"Non trovi sia proprio un dolcino?" mi chiese trattenendo le risate Ava.
"Mhm" riuscii solo a dire scoppiando a ridere."Quindi come funziona?" chiesi mentre mi sistemavo su un divanetto.
Ci eravamo spostati nello studio che Ava e Luca avevano allestito in casa del primo.
A quanto pare volevano registrare o aggiustare qualche pezzo.
"Lui canta e io sto qui a occuparmi della base" sorrise come un ebete Ava.
"Questo lo avevo intuito, grazie" ridacchiai.
"Beh allora cosa?!" mi stuzzicò.
"Cosa cosa?!" risi.
"Vuoi rubarmi il lavoro piccola peste?! Mi hai già rubato l'uomo" si atteggiò la testa rasata, finendo per indicare Luca.
Quest'ultimo sbarrò gli occhi sconcertato mentre io scoppiavo a ridere.
"Fratè ma staij a scenn pacc per caso?!" domandò scioccato.
Ava rise senza ritegno.
"Potrei essere la vostra Elettra Lamborghini" ridacchiai.
"Vuoi registrare un pezzo?" chiese il proprietario di casa scherzando.
"Che vuò fa tu?" si agitò il moro.
"Voglio sedermi e guardarvi all'opera, basta chiacchiere" sbuffai scherzosamente.
"JAMM JA VELOC PLAZINHO" lo spinse verso il microfono Ava.
"Che vulimm fa?" ragionò Luca.
"Vogliamo provare ad aggiustare Uno Squillo?" ci pensò su Ava.
"Nono" si agitò il moro "miglioriamo Giovane Fuoriclasse brò, così vediamo di farla sentire a qualche casa" spiegò più calmo.
"Vabbuon" annuì prima di cominciare a gingillarsi sulla sua attrezzatura.
'Uomini' pensai fra me e me.
A quanto pare quel pomeriggio avrei ascoltato il nuovo repertorio del moro.
Nel frattempo cacciai fuori qualche appunto di quella mattina a scuola per risistemarlo meglio sul mio quaderno.
Luca sembrava dare davvero il massimo mentre cantava, Ava era concentrato al massimo e ogni tanto si scambiavano qualche idea per migliorare il pezzo.
Quando finirono, sul tardi, Ava fece risuonare il pezzo completo e finito nelle sue casse.
"È una bomba!" gridai alla fine, facendoli sobbalzare.
"È una bomba" sorrise la testa rasata.
"Si... lo è" sorrise vittorioso il moro, abbracciandomi.
"Dio mi è già entrato in testa il ritornello" mi lamentai.
"Sono io che ti sono entrato in testa baby" mi lasciò un occhiolino Luca.
Con fare plateale diedi una testata contro il muro insonorizzato, scatenando la risata del suo migliore amico."Lo pensi davvero?" mi chiese Luca poggiando una mano sulla mia coscia.
Si era fatto tardi ormai, eravamo rimasti a casa ordinando delle pizze per la cena e cazzeggiando con Ava.
Avevo perfino provato a canticchiare un pezzo, emulando il modo di fare di Luca.
Ero stata davvero la giullare della serata, i ragazzi erano alquanto stanchi.
Ora il moro stava guidando in autostrada verso casa mia.
Il calore dell'auto mi fece sistemare ancora più comodamente sul sedile, mentre tenevo la mano su quella del mio ragazzo.
"Cosa?" chiesi intontita, cominciavo ad avere sonno.
"Il pezzo..." mi guardò velocemente.
"Luca, non direi mai cose che non penso. Quel pezzo è davvero fantastico!" spiegai sorridendogli dolcemente.
Lui mi strinse la mano accarezzandone il dorso, poi la portò alla bocca baciandomela.
"Ti sei annoiata oggi?" mi domandò timoroso della mia risposta.
"Per niente, mi sono rilassata. Adoro ascoltarti mentre canti, scrivi o qualsiasi altra cosa tu faccia quando sei nella tua dimensione" spiegai.
Lui mi regalò un sorriso sincero.
Lo pensavo davvero, amavo guardarlo e ascoltarlo.
Il modo in cui gesticolava mentre faceva scivolare fuori le parole dalla sua bocca, come si corrucciava quando qualcosa gli suonava male.
Il suo inumidirsi le labbra, sbuffare fumo qua e là per la stanza ogni tanto, come alzava le sopracciglia quando sentiva andar bene qualcosa.
Luca era diventato il mio nuovo tramonto preferito da ammirare, o alba... comunque si volesse definire.
Il discorso si chiuse lì, ci scambiammo qualche carezza silenziosamente e poi arrivammo finalmente a casa... proprio mentre ero sul punto di crollare sul sedile della sua auto.
"A domani piccola" mi baciò dolcemente.
"Scrivimi quando arrivi a casa" borbottai passandomi stancamente una mano fra i capelli.
"Va bene, buonanotte Mami" mormorò sulle mie labbra.
"Notte Papi" lo ribaciai prima di scendere dalla sua auto e abbandonarne il suo calore.
Corsi freneticamente verso casa e salii velocemente le scale del palazzo.
Quando entrai in casa mi cambiai velocemente gettandomi a capofitto nel mio amato letto.
Mi impegnai a tenere gli occhi aperti guardando qualche video su Instagram mentre attendevo un messaggio del moro.
Quando questo arrivò mi concentrai per scrivere una buonanotte senza far sembrare che fosse in un'altra lingua, dato che per il sonno non beccavo nemmeno le lettere giuste, poi crollai con ancora il telefono fra le mani.~~~~~
BELLEZZE!
Ho fatto presto, avete visto? Eccovi il nuovo capitolo❤️
Attendo i vostri commenti come sempre, leggerli mi sprona tanto e mi regala sempre tante gioie!
Vi mando tanti bacini e vi aspetto, intanto...al prossimo capitolo😘😘😘❤️❤️❤️
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RATATA!
FanfictionNon riuscivo a crederci! Pensava davvero che con due mosse da bulletto figo sarei caduta così facilmente ai suoi piedi? Beh si sbagliava di grosso, non mi intimoriva per niente. " Guardami negli occhi... la mia vita è un rally, sto tra curve e fossi...