-L'amante

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"Sei impazzita per caso?!" sbottò Luca mentre mettevo sottosopra la nostra stanza.
"Sta zitto" lanciai un vestito per aria.
Mi gettai ai piedi del letto per guardarci sotto, non trovandolo.
"Posso capire perché stai smontando la nostra stanza?" si appoggiò allo stipite della porta a braccia conserte, alzò un sopracciglio con fare indagatore.
Sbuffai all'ennesima domanda da parte del moro.
Afferrai la mia borsa per la centesima volta, svuotandola violentemente sul letto.
"Non trovo il telefono, cazzo. Lo avevo sempre sott'occhio fino a qualche ora fa. Il manager di Gigi Hadid dovrebbe chiamarmi entro le cinque, merda" arruffai le coperte.
Mi accasciai disperata sul materasso, ero pronta a piangere di isteria.
"Oh... ce l'ho io" si grattò il capo imbarazzato.
"COSA?!" urlai.
Lui lo cacciò fuori dalle sue tasche, porgendomelo.
"Sono due ore che lo cerco, vuoi farmi venire un infarto oggi?!" imprecai.
"Volevo vedere chi aspettavi così ansiosamente, non facevi altro che controllarlo ogni due secondi da quando sei tornata" spiegò colpevole.
"E da quando hai bisogno di controllarmi?!" scattai sul posto.
"Da quando giri il mondo senza di me" schioccò la lingua sul palato.
"Beh tu giri i locali e io il mondo a quanto pare" alzai gli occhi al cielo prima di spostarlo bruscamente e oltrepassarlo per uscire di lì.
Non avevo intenzione di iniziare un'altra inutile discussione con lui, ormai ero rassegnata.
La settimana era passata noiosamente, dopo la nostra ultima litigata ne avevamo vissute altre mille.
La prima perché mi ero rifiutata di seguirlo ad una festa, ero solo stanca ma lui l'aveva presa come una ripicca rancorosa per le sue parole taglienti di qualche giorno prima, inoltre era tornato a casa completamente sbronzo.
Poi avevamo litigato per la tv in camera, poi ancora per la mia gonna di paillettes giallo limone troppo corta per i suoi gusti.
L'ultimo battibecco era avvenuto a pranzo per qualche sua battutina stupida sulla mia carriera, a quanto pare quello che si sentiva trascurato ora era lui.
Perciò non avevo la minima intenzione di cominciare un altro round.
"Dove vai?!" mi domandò interdetto, vedendomi infilare il cappotto.
"A prostituirmi" urlai furiosa, sbattendo la porta di casa.
Scesi le scale freneticamente, sembrava dovessi andare a picchiare qualcuno.
Afferrai una sigaretta portandomela fra le labbra e corsi veloce fuori dal palazzo, fremevo dalla voglia di accenderla e darmi una calmata.
Misi da parte il cellulare, chiudendo con forza la cerniera della tasca, e mi incamminai per le strade di Milano con un espressione in viso a dir poco folle.
Probabilmente i passanti mi credevano una pazza isterica, ma al momento mi interessava davvero poco di quello che pensavano degli sconosciuti.
Imprecai silenziosamente quando davanti a me si piazzò una coppia di innamorati disgustosamente da diabete, per giunta lenti come due lumache.
Incespicai nei miei stessi piedi un paio di volte, pur di non finirgli addosso, ma alla fine li mandai a quel paese a bassa voce mentre li sorpassavo... probabilmente dando anche una spallata involontariamente alla tipa.
"Ma che diamine" borbottai mentre giravo l'angolo velocemente.
Quando dopo dieci minuti arrivai a destinazione, premetti più volte il pulsante del campanello.
Fortuna che il portone era aperto perché a giudicare dallo stato del citofono probabilmente lo avrei rotto a furia di schiacciarci violentemente il mio indice in quel modo.
Quando la bionda aprì la porta di casa mi accolse stralunata.
"Che ci fai tu qui? E perché sei così isterica?" si spostò di lato divertita, facendomi entrare.
"Ho detto a Luca che andavo a prostituirmi, quindi si, sono isterica" borbottai togliendomi il giubbino.
"E io sarei il tuo pappone o una collega?" rise mentre la fulminavo con lo sguardo.
"Okok non sei proprio in vena di scherzi" constatò prima di cominciare a preparare il caffè.
"No" sbottai indicando le tazzine fra le sue mani.
"Ooooh ho capito, questa è la parte in cui ci alcolizziamo" Giulia sorrise mentre acciuffava due calici dalla credenza, poi cacciò dal frigo una bottiglia di vino.
Le sorrisi ringraziandola mentre mi porgeva il mio bicchiere colmo fino all'orlo, poi mi accomodai su una sedia.
"Che stavi facendo? Scusa se sono venuta così all'improvviso" solo ora mi rendevo conto di quanto fossi stata irruente e sgarbata.
"Non preoccuparti, hai fatto bene invece" mi sorrise dolcemente prima di fare un sorso di vino.
"Non vuoi parlarne?" ruppe il silenzio dieci minuti dopo.
Negai scuotendo il capo.
"Ok allora ci sbronziamo e basta" rise, divertendo anche me.
"Cin cin" feci scontrare i nostri bicchieri.
"Cin sorella" sentenziò.

Due ore dopo avevo già affrontato la telefonata con il signor Anderson e parlato velocemente di pochi dettagli e novità, fortunatamente mentre ero in uno stato ancora sobrio.
E ora mi trovavo scalza a ballare su una sedia insieme a Giulia, che sembrava messa peggio di me a giudicare da come si era spogliata rimanendo in mutande e con una maglia verde fluorescente delle Superchicche.
"Abbiamo finito la mia dispensa di vino rosso dolcezza, perciò passiamo al bianco" singhiozzò passandomene una bottiglia.
Scesi anch'io dalla sedia per recuperare il cavatappi sulla cucina, utilizzandolo subito dopo con chiara difficoltà.
"Ommioddio fortuna che domani mattina lo studio è chiuso. È chiuso vero?!" bofonchiò indicandomi con un dito, non riuscendo nemmeno a tenerlo fermo.
"Si" sghignazzai.
Giuli si avvicinò a me col suo calice ancora contenente del vino rosso, osservava i miei movimenti curiosa mentre attendeva con ansia che riuscissi a stappare una volta per tutte il tappo di sughero della bottiglia.
Quel coso sembrava non volerne sapere di uscire una volta per tutte.
Quando finalmente ci riuscii, trangugiammo velocemente l'ultimo sorso dei nostri calici svuotandoli completamente e riempendoli di nuovo con il liquido trasparente... più o meno.

Il mio cellulare squillava ininterrottamente da qualche minuto ormai, mi alzai con il busto dal divano su cui mi ero addormentata seduta e mi alzai per cercare il telefono.
Rifiutai un paio di volte le chiamate di Luca mentre constatavo fosse quasi mezzanotte, infilai le scarpe e tornai affianco al divano.
Giulia era stesa a faccia in giù in una posizione alquanto stramba, spostai la tenda di capelli sul suo viso per avvisarla che andavo via.
"Sisi tranquilla dormo altri cinque minuti e poi vado a vomitare mamma" biascicò.
Scoppiai a ridere mentre lei si girava dall'altro lato ancora addormentata, sperai vivamente non si vomitasse da sola sul divano.
Tirai la porta di casa dietro di me e mi incamminai in strada per tornare a casa.
Accesi una sigaretta mentre camminavo assonnata, a dirla tutta avevo anche un leggero accenno di mal di testa.
Facevo ancora fatica a gestire i pensieri stupidi, probabilmente la mia sbornia non era stata smaltita del tutto.
Per questo risi senza motivo quando mi accorsi di essere arrivata sotto casa.
Salii le scale lentamente mentre mi trascinavo stanca e sfatta sulla ringhiera, probabilmente ora brillava grazie alla lucidata che le avevo dato.
Ammetto di aver litigato un po' con la serratura prima di riuscire ad aprire la porta di casa, entrai invasa dal calore dell'ambiente e sentendomi intorpidita.
Luca fece capolino dalla cucina con uno sguardo davvero molto poco amichevole, perciò pensai che dire la verità fosse la cosa migliore al momento, dato che avevo solo voglia di dormire.
"Dove cazzo sei stata?" la sua voce risuonò per tutto il corridoio mentre mi spogliavo del giubbotto.
"Da un'amica, non urlare" sventolai una mano dinanzi al suo viso per congedarlo, volevo solo chiudere gli occhi a letto.
"Hai bevuto?" sbottò seguendomi.
"E allora?!" urlai mentre mi toglievo i pantaloni davanti a lui.
Tolsi il mio maglioncino e sfilai abilmente il reggiseno senza togliermi camicetta bianca.
Rimasi solo con quella e in mutande, fregandomene della sua presenza.
Poi mi sedetti sul letto mentre mi toglievo orecchini e collane varie.
"Senti non ho voglia di litigare, davvero" sbuffai vedendolo ancora in piedi a guardarmi.
Lui non rispose mentre si metteva al suo posto a letto.
"Nemmeno io, ma tu sei sparita un pomeriggio intero" borbottò sfilandosi la maglia.
"Sono stata da Giulia, quella collega di cui ti avevo parlato. Ok? Non ho nessun amante e spero nemmeno tu... perciò buonanotte" cercai di tirar su le coperte.
Luca mi fermò cominciando a sbottonare i bottoni della mia camicetta, togliendomela.
Rimasi inerme mentre osservavo i suoi movimenti lenti e cauti, se solo non fossi stata ancora un po' arrabbiata con lui questa cosa mi avrebbe fatta eccitare terribilmente, non che non stesse accadendo già.
I miei seni erano in bella vista, li ammirò qualche secondo prima di infilarmi sulla testa la maglietta che indossava poco prima.
Interdetta, lo guardai qualche secondo senza parole.
"Nemmeno io ho l'amante, perciò buonanotte" mi lasciò un bacio stampo veloce prima di tirarmi a se e spegnere la luce.
Questo ragazzo sapeva essere più bipolare di me.
Mi voltai verso di lui per lasciargli un bacio languido sulla bocca, sorrise sulle mie labbra mentre mi avvinghiava con forza al suo corpo.
Io attorcigliai le mie gambe alle sue, addormentandomi poco dopo.

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BABIEESSSS!
Nuovo capitolo per voi, fatemi sapere che ne pensate e lasciatemi tante stelline!⭐️
E poi correte a vedere il trailer della storia!

https://www.youtube.com/watch?v=5Iy72mYh3nA

Love u❤️

Ps. Non ho riletto, sorry per eventuali errori di battitura

RATATA!Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora