-Un casino

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Il moro era davanti a me con la testa china verso il basso, con una mano si sorreggeva contro il muro e con l'altra si teneva lo stomaco.
"Che vuoi Luca?" mormorai incrociando le braccia al petto.
Quello che vidi quando alzò il capo mi fece boccheggiare.
I suoi capelli erano scompigliati, un rivolo di sangue scendeva dalla ferita sulla sua fronte imperlata di sudore, il labbro gonfio e rotto. La sua figura sembrava gracile e vulnerabile rispetto a come era solitamente, sicura e spavalda.
Luca non parlò, si limitò a fissarmi con gli occhi lucidi come se volesse trapassarmi. Mi sembrava avesse più voglia di capire cosa stessi pensando io, piuttosto che pensare a come era ridotto.
"Che cazzo è successo?!" chiesi in preda al panico cercando di portarlo dentro.
"Ce la faccio" mormorò mettendosi dritto.
Era già tanto che si fosse mostrato così ai miei occhi, non potevo pretendere che addirittura si mostrasse tanto vulnerabile da farsi portare in casa sottobraccio.
Un groviglio nel mio stomaco mi fece salire il magone, avevo voglia di piangere per la rabbia di tutta quella giornata e soprattutto per le condizioni in cui il moro si era presentato a casa mia.
Gli feci cenno di andare in camera mia dirigendomi verso il bagno.
Dove diavolo è?!
'Se fossi mia madre dove metterei una stupida bottiglietta di acqua ossigenata?! ' pensai mentre mettevo sotto sopra il mobiletto in bagno.
Quando alla fine la trovai in un cassetto delle medicine, corsi in camera prendendo anche l'ovatta e mi chiusi la porta dietro a chiave.
Luca se ne stava seduto sul mio letto, con la testa fra le mani mentre batteva un piede freneticamente.
Sembrava in bilico fra la voglia di urlare e quella di piangere, proprio come me.
Avrei voluto urlare che era uno stronzo e allo stesso tempo piangere perché vederlo così mi uccideva.
"Non sono qui per questo" borbottò quando mi vide entrare, indicando gli oggetti fra le mie mani.
"Non mi interessa" dissi tagliente sedendomi di fianco a lui.
Lui mi guardò di nuovo negli occhi, scrutando le mie espressioni e cercando di captarne qualcosa.
"Non voglio questa roba, voglio parlarti" mormorò prendendomi dalle mani l'ovatta e mettendosela dietro la schiena.
"Beh sai cosa non mi interessa ora, vieni qui in queste condizioni dopo avermi trattata come una cretina e avermi dato buca. Perciò ora stai zitto e fermo e ti fai mettere a posto. Si fa come dico io." parlai decisa.
"Se lo faccio mi ascolterai dopo?" mi chiese mostrandomi l'ovatta senza permettermi di prenderla.
"Tu sei assurdo" sbuffai infastidita.
"Sì o no?!" si allontanò leggermente ma agganciò il mio sguardo al suo.
"Dio Luca sto per finire quello che qualcuno ha iniziato sulla tua faccia" mi agitai nervosa.
"Veramente io sono quello messo meglio, dovresti vedere gli altri." sghignazzò fiero, ricordando forse la scena.
"Altri?! Ti ha dato di volta il cervello?!" cercai di controllarmi dal non urlare.
"Si altri, ora mi faccio curare e poi ascolterai tutto il mio racconto." sorrise sghembo sapendo di aver suscitato la mia curiosità, dettata dalla preoccupazione, poi mi porse la busta di ovatta fiero.
Se non è morto stasera per cazzi suoi, giuro che lo uccido io con le mie mani!
Strappandogliela con violenza mi alzai dal letto mettendomi in piedi davanti a lui, che prontamente mi fece spazio aprendo le gambe.
Quando guardai più da vicino il suo viso mi tranquillizzai un po' notando che tutto ciò che aveva era un leggero taglio sulla fronte e un labbro spaccato.
Doveva davvero essere stato lui a vincere quello scontro con "gli altri"... o non sarebbero state quelle le sue condizioni.
Prima di cominciare lo guardai perplessa, perché era così tranquillo a farsi guardare il viso? Cinque minuti fa nemmeno voleva farsi toccare.
Mi allontanai leggermente e gli cercai di alzargli la maglietta, mentre lui la teneva giù facendo qualche battutina sconcia.
"Baby, non mi sembra questo il momento" mi punzecchiò sorridendo vispo.
"Già, nemmeno a me sembra il momento di nascondere quali sono le tue condizioni" sbuffai dando un buffetto alla sua mano e alzando finalmente la sua maglia.
"Non è niente" disse solo, quando si accorse che avevo spalancato gli occhi.
"Che diavolo è stato?!" biascicai toccando il suo stomaco leggermente livido.
"Una mazza, preferirei non dirti che fine gli ho fatto fare dopo" ridacchiò cercando di tranquillizzarmi.
"Hai bisogno di andare in ospedale, se fosse grave e..." mi fermai quando cominciai a sentirmi bruciare la gote, le mie lacrime stavano per cadere ufficialmente a flotte.
"Ho bisogno di te. Non è niente, te lo giuro." mormorò prendendomi le mani e cercando di rassicurarmi.
Annuii silenziosamente, prima di alzarmi e recuperare una crema che potesse andar a mala pena bene.
Quando gliela spalmai Luca trasalì.
"È solo fredda, tranquilla" cercò di sorridermi, intralciato dal labbro spaccato e sporco di sangue.
Passai a ripulire il suo viso e il moro imprecò un paio di volte quando arrivai alla sua bocca.
"Porca puttana brucia" parlottò stringendo la presa sulle mie cosce, era lì che aveva tenuto le sue mani tutto il tempo.
"Shh, la prossima volta impari" dissi risentita, mettendo volontariamente un po' di pressione in più nel mio tocco.
"Oh cazzo!" si agitò, cercando di non usare un tono troppo alto.
Ok lo ammetto, colpa mia.
Quando si accorse che era stato volontario mi fulminò con lo sguardo dandomi un pizzicotto sul culo.
Mi tappai la bocca cercando di bloccare l'urletto stridulo che stavo per cacciare.
Luca riusciva fastidiosamente a divertirmi anche in situazioni come queste.

"Allora, che è successo?" chiesi sedendomi affianco a lui quando finii di mettere a posto l'occorrente.
"Un casino piccola" sospiro stancamente, passandosi una mano sul viso.
E io me ne stavo come una bimba tesa all'arrivo del lupo in una favola, seduta affianco a lui lo vedevo intento a cercare il punto da cui iniziare.
Anche così messo, non riuscivo a far a meno di pensare a quanto mi piacesse.
La sua aria da duro messa a nudo davanti ai miei occhi lo faceva sembrare ancora più bello.
I suoi muscoli delle braccia tesi, pronti a rilassarsi sotto il mio tocco.
Luca aveva un controllo immenso su di me, me ne ero accorta solo quella sera.
Bastava guardarlo per calmarmi, rilassarmi... come se avessi appena fumato un personale.
Mi faceva sentire al settimo cielo, in alto... stordita sotto il suo sguardo.
Come se fossi diventata improvvisamente di cristallo, vulnerabile a qualsiasi soffio di vento.

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ECCOMI BABIEEEESSS!
Fatemi sapere cosa ne pensate, aspetto tutti i vostri commenti.🙏
Baci😘❤️

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