I dettagli non mentono

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~{Vi consiglio di ascoltare la canzone riportata qui sopra!
Buona lettura🎶}~

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Spingiti là, dove si fermano tutti, oltre le apparenze. È sempre una questione di dettagli, quelli che noti dove gli altri passano dritti.
(cannovaV, Twitter)

Concludemmo così il nostro primo incontro. Devo ammetterlo, sono rimasta sorpresa di come si è svolta e di che piega ha preso l'incontro.

Ma una domanda mi gira ancora per la testa...
Chi è quel ragazzo? Con quale forza è riuscito a superare una cosa del genere.

Accantono questo pensiero nel momento in cui entro in stanza e trovo Selene stravaccata sul letto.

Mi passano subito per la mente le spiegazioni che deve darmi riguardanti un'ora prima.
Vi avvicino in silenzio e mi siedo sul suo letto. Lei si alza di scatto e subito mi sorride.

«Ehi April come è andato l'incontro?» chiede curiosa.
«è andato b-bene...» rispondo titubante.

«perché le tue parole non mi convincono molto...?» Ribatte ironica. «oh beh... la signora Elisabeth è simpatica.» ammetto.

«solo questo hai da dirmi?» mi guarda ancora più curiosa e con una punta di speranza.
Spera che io mi confidi con lei...
La guardo dispiaciuta.
«N-no» Mi guarda con uno sguardo caloroso.

«Lo sai April che con me puoi parlare» dice, prendendo le mie mani e racchiudendole nelle sue. Le sorrido grata.
«M-mi ha... raccontato una cosa» mormoro.

«Dimmi pure, sempre se vuoi» Faccio un respiro profondo cercando di ricordare parola per parola di quello che la signora Peterson mi ha detto.

«si tratta di qualche anno fa, era arrivato un ragazzo, era stato portato in questa struttura da un'assistente sociale, mi aveva detto che aveva tolto la custodia al padre perché aveva scoperto che abusava di lui.

L'aveva portato qui perché non spiccicava mai una parola. E pensava soffrisse anche di anoressia.
Mi disse di non toccarlo.
Mai.
All'inizio non capii perché mi disse una cosa del genere, non l'ascoltai, così la salutai e se ne andò.

Appoggiai una mano sulla sua spalla.
Urlò, urlò come non avevo mai sentito fare da nessuno. Urlò con un dolore tale da rimanere paralizzata.

Mi spaventai e tolsi subito la mano.
Lo guardai negli occhi pieni di lacrime che volevano uscire, ma lui non le fece uscire, le trattene.
Si calmò subito dopo.

Come se non fosse successo niente. Tornò con lo sguardo perso nel vuoto. Non lo toccai più, fino a un anno fa.

Adesso è cresciuto, ha un anno in più di te sai, non dimenticherò mai quanto impegno e pazienza ho messo nel riuscire a farlo ritornare a parlare e a farsi toccare.

Spesso ritorna ancora nell'oblio, ma adesso sa come uscirne e come controllarlo.»

Gli racconto tutto per filo e per segno. Selene mi guarda sconvolta con le lacrime agli occhi.

«April non so cosa dire» dice con voce tremante. «nemmeno io sapevo cosa dire quando me l'ha raccontato»rispondo ancora scossa.

«ma April questo ragazzo è ancora qui? Te l'ha detto?» domanda preoccupata.
«Si ma non so chi sia» rispondo sospirando.

«Selene io avevo una cosa da chiederti» dico poi.
«okay...» mi guarda con una punta di paura.

«qualche ora fa, quando sei entrata in stanza, avevi il fiatone, come se fossi corsa in questa stanza per scappare da qualcuno...» mi guarda con la bocca spalancata e rossa in volta.

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