Amare inevitabilmente

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"Per volare hai bisogno di ritrovare i tuoi pensieri felici"
(Peter Pan)

RYAN'S POV

April se ne andata via piangendo.

Sei instabile.

Questa parola vaga per la mia testa continuando a vorticare nell'uragano che sono i miei pensieri.

Perché fa così male?

Come se quello che lei ha ricostruito con cura si fosse distrutto con un soffio.

Appoggio la fronte al muro freddo di questa stanza vuota, solo con lei si riempiva di colori.

Stringo i pugni facendo dei respiri profondi.

Con una semplice e inutile parola mi ha distrutto. In questa assurda vita ne ho sentite di ogni e non mi hanno mai scalfito.

Ma detta da lei ha fatto male. Un male che ti arriva fin sotto le ossa e ti fa perdere il fiato.

Rende tutto così reale.
Sono bipolare.
E questo mi condanna ogni maledetto giorno.

Non posso essere un ragazzo normale. Non posso essere niente di quello che vorrei essere.

È questo che si prova ad amare una persona con ogni fibra del proprio corpo?

Deve essere così intenso il dolore che mi causa la sua mancanza?
Fa male vedere che lei non si fidi di me. Fa male sentire la dura verità uscire dalle sue labbra.
Fa male vederla piangere.

E fa ancora più male sapere che per lei non vado bene.

Ha bisogno di stabilità e io sono tutto il contrario.

Sento bussare alla porta, non volendo vedere nessuno rimango in silenzio, perso nei miei pensieri.

«Ry! Apri la porta devo raccontarti una cosa» sento la voce di Elias chiamarmi.

Fanculo.

Non rispondo, rimanendo immobile sul pavimento.
«fratellone stai bene?» chiede preoccupato da dietro la porta.

Ho sempre odiato il modo in cui mi chiama. Sbuffo esasperato, alzandomi e andando incontro alla porta.

Appena la apro trovo davanti a me Elias con un sorriso enorme in volto. Mi passa affianco velocemente, entrando in stanza.

«fai pure» mormoro sarcastico.
Lui non mi ascolta, iniziando a parlare freneticamente.

«l'ho conosciuta la tua Miss guance rosse sai? Ed è wow, è così tenera anche la sua amica, però lei è un po' scontrosa non penso che io gli stia molto simpatico ma-» lo blocco esausto.

«non ora Elias» dico ammonendolo. «ma-» protesta.
«ho detto non adesso!» urlo nervoso. Subito lo guardo, sospirando.

«scusa» mormoro sedendomi sul letto, appoggiando i gomiti sulle ginocchia e racchiudendomi la testa tra le mani.

«Ryan che cosa è successo?» domanda, precipitandosi da me.
«si è distrutto tutto» sussurro, prendendo un respiro profondo per mantenere la calma.

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