Turbine di emozioni

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⚠️Questo capitolo contiene scene esplicite⚠️

~~~

"Il suono della tua voce anima il battito del mio cuore."
(Carlo Prevale)

RYAN'S POV

Faccio scattare lo sguardo dalla porta ad April, ora bianca come un lenzuolo. Si posa una mano davanti alla bocca, rimanendo in silenzio.

«merda» sussurro, grattandomi nervosamente il collo. Guardo l'orario e noto essere le sette del mattino.

Siamo stati troppo in bagno, il tempo è passato esageratamente in fretta e non ci siamo accorti dell'ora.

Respiro profondamente, sentendo bussare una seconda volta.
«okay, stai tranquilla» dico, avvicinandomi ad April che è ancora immobile.

«chiuditi in bagno, fai silenzio e nessuno si accorgerà di te» dichiaro, accarezzandole una guancia. Annuisce ancora scombussolata.

Corre in bagno, chiudendo la porta dietro di se, guardo la stanza per vedere se c'è qualcosa che possa tradirmi.

Appena vedo i vestiti di April sparsi per terra, sbianco.

Cazzo.

Corro ai piedi del letto, nascondendo i suoi vestiti sotto le lenzuola. Calmo il mio battito cardiaco e mi avvio alla porta.

La apro lentamente e mi trovo davanti un medico della struttura.
«ciao Ryan» dice, guardandomi.
«salve» rispondo atono.

«queste sono tue, ci vediamo domani» mi saluta, porgendomi le pillole all'interno del solito contenitore.
Sbuffo, salutandolo e chiudendomi la porta alle spalle.

Mi siedo sul letto, passandomi una mano attraverso i capelli nervosamente.

E adesso come glielo spiego.

Una rabbia si ravviva dentro di me, stringo i pugni, fino a lasciarmi i segni delle unghie sui palmi delle mani.

Rovino sempre tutto.

Mi alzo sbattendo violentemente le pillole sul piccolo tavolo.
«fanculo» urlo, stringendomi i capelli in due pugni.

Lei non deve sapere niente.

«Ryan» sento la voce di April sussurrare, sconvolta.
Sposto lo sguardo su di lei, vedendola sull'uscio della porta.

Mi viene incontro, fino ad arrivare ad un soffio dal mio viso. Si alza in punta di piedi, togliendo le mie mani dai capelli.

Le stringe nelle sue e mi guarda negli occhi.
«cosa ti succede?» chiede con tono dolce.
Devio il suo sguardo, abbassando gli occhi. April mi prende il viso tra le mani e mi costringe a guardarla in volto.

«niente» mento perché sono un codardo. Un codardo che ha una paura dannata di perdere l'unica cosa bella che gli è capitata in questi anni di merda.

«si che lo sai» sussurra, rafforzando la presa sulle mie mani. Implorandomi con lo sguardo di dirle la verità.

«è che ho questo immenso e perenne casino in testa e i-io non riesco a respirare, tutto questo» indico il vuoto.

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