Respirare sott'acqua

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Il respiro è il ponte che collega la vita alla coscienza,
che unisce il corpo ai nostri pensieri.
Ogni volta che la vostra mente si disperde,
utilizzate il respiro come mezzo
per prendere di nuovo in mano la vostra mente
(Thich Nhat Hanh)

La lezione di letteratura inglese fu più lunga del previsto. Appena suonó la campanella io e Selene ci precipitammo fuori dall'aula.
Ci dividemmo per le ultime ore e ora ci troviamo in mensa a pranzare sedute ad un tavolo.

La mensa non è grandissima c'è il sen service, dei tavoli rotondi bianchi, sedie blu e i muri di un color bianco panna.

«April allora cosa mi
racconti?» chiede curiosa.
«Mhm niente di nuovo tu?» domando.

«Niente nemmeno io» sbuffa, guardandomi con i suoi occhioni da cerbiatta verde smeraldo.
«Mi è venuto in mente...» la guardo cercando di capire cosa voglia dirmi.
«Dimmi» esclamo.

«Pensavo avessimo l'ora di letteratura in comune, ma non ti ho vista» mormora corrugando la fronte.

Oh no, mi ero completamente dimenticata! Rido nervosamente «beh... sai è una storia molto... come posso dire» balbetto.

«Tranquilla dimmi pure, con le tue parole eh» la guardo e rido di nuovo ma questa volta in modo isterico.

«Insomma, c'è, mmh, io...» borbotto, toccandomi i capelli imbarazzata. Lei mi guarda sempre più curiosa. «Tu?» chiede, guardandomi con insistenza.

«Stavo vagando per i corridoi in cerca dell'aula, quando ho sentito una melodia che mi sembrava famigliare allora ho seguito la musica e mi sono ritrovata davanti all'aula di musica.

C'era un ragazzo di spalle che suonava, così mi sono messa tra la porta e il muro per ascoltarlo.
A proposito, è davvero bravo!» affermo, cercando di sviare il discorso.

Mi osserva con attenzione «Ma hai scoperto chi fosse?» chiede.
«Si... era Ryan infat-»
«RYAN ROBINSON?!» Urla Selene, le tappo subito la bocca con la mano prima che tutte le persone in mensa possano sentire.

«Si, credo, non so il suo cognome» sussurro mentre mi guarda con gli occhi sgranati.

«Perché se intendi Ryan il ragazzo alto, misterioso, con degli occhi azzurri quasi grigi, capelli mossi e un sorriso... un sorriso che ti fa perdere il fiato, beh si è quel Ryan» Selene mi interrompe.

«A-April come fai a conoscerlo?»
domanda spaventata. Ma perché tutti hanno questa reazione quando sentono il suo nome, sbuffo.

«Ti ricordi quando la scorsa notte ti ho detto che avevo avuto un attacco di panico e mi ero scontrata con una persona nel mentre? Beh quella persona era lui, è riuscito a calmarmi, e prima che te lo chieda, no. Non so come abbia fatto» proferisco atona.

Mi guarda ancora più sconvolta di prima. «Devi stargli lontano» chiarisce, la guardo innervosita.

«Sentiamo perché? Qui tutti avete sempre la stessa reazione quando sentite il suo nome!» dico alzando la voce. «April...» pronuncia dispiaciuta.

«Cosa eh? Se non mi date una minima spiegazione io come faccio a credervi?» Sbotto arrabbiata.

«Credervi? Ma di chi parli?» Mi guarda con sguardo affranto e allo stesso tempo curioso.

«Logan» noto che subito sorride sentendo quel nome, ma quando si accorge che la sto osservando diventa subito rossa in viso.

«Selene tutto bene?» chiedo, trattenendomi dal ridere.
«Eh? Si sì» risponde.

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