Incontrollabile

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Lieve è il dolore che parla.
Il grande dolore è muto.
(Seneca)

Chiudo la porta dietro di me lentamente per non richiamare l'attenzione di qualcuno.

«allora cosa volevi dirmi?» mi chiede Ryan, sedendosi sul bordo del letto.

Mi incammino verso di lui, giocando con la manica del maglione nervosamente.

«ho incontrato una persona»mormoro tenendo lo sguardo basso.

Noto con la coda degli occhi che Ryan si sta toccando i capelli nervosamente.

«arriva al punto» dice tra i denti. Annuisco titubante.
«si chiama Elias» esclamo, alzando la testa e guardandolo negli occhi. Cambia subito espressione, facendo un respiro profondo.

Lo guardo cercando una risposta nei suoi occhi. «non ti fidi di me?» chiedo infine.

Alza lo sguardo sconvolto. «no April, non devi nemmeno pensarlo» mormora venendomi incontro.

«allora perché non me ne hai parlato?» domando, spostando lo sguardo altrove.

«voglio essere partecipe della tua vita al di fuori di me» metto in chiaro, sentendo delle lacrime agli angoli degli occhi.

Ryan si posiziona davanti a me con passo lento. Mi posa una mano sotto il mento per farsi guardare negli occhi.

«te ne avrei parlato» mormora poco convinto. Lo guardo delusa.
«no ed è questo che mi ferisce, tu, non me ne avresti parlato» sputo amara.

«April» mi guarda dispiaciuto.
«perché vuoi costantemente tenermi nascoste cose che ti riguardano?» chiedo, posando lo sguardo sui suoi occhi velati di lacrime.

Boccheggia, non sapendo cosa dire. Sorrido falsamente.
«bene» sussurro più a me stessa.
Mi alzo andando verso la porta.

«tu parli? Tu di me sai più cose di chiunque altro ed io? Di te non so niente» pronuncia furioso.

Mi blocco con la mano a mezz'aria, rimanendo in silenzio.
«non parli più?» chiede soddisfatto.

Mi giro verso di lui facendo un respiro profondo. «io te ne avrei parlato con calma, non volevo darti un altro fardello ma te ne avrei parlato» dico convinta, guardandolo senza far trapelare emozioni.

Rimane a fissarmi atono.
«la differenza è che io te ne avrei parlato di sicuro, anzi, sei l'unico con cui mi sarei aperta completamente perché mi avresti aiutata anche solo guardandomi» sussurro arrabbiata.

«anche io» ribatte.
«non ci credi nemmeno tu» lo ammonisco e sorrido sarcastica, asciugandomi una lacrima.

«allora perché non lo hai ancora fatto?» domanda tagliente.
«volevo trovare il momento giusto, sei instabile ed io non volevo-» mi blocco, pentendomi subito di quello che ho appena detto.

«Ry-» cerco di dire per scusarmi ma la sua voce mi anticipa.
«instabile, wow che bello sentire questo dalla persona che amo» pronuncia sprezzante.

«non volevo dire questo» sussurro dispiaciuta più che mai.
Cerco di avvicinarmi a lui ma si allontana come se gli facessi ribrezzo.

«volevi dirlo eccome» afferma.
«n-no e lo sai» pronuncio ferita.
«a quanto pare non so niente April» dichiara, guardandomi con disprezzo.

«io non volevo solamente aggravare il tuo dolore con il mio» sputa con rabbia.
«ma Elias» ribatto, ma ancora una volta mi blocca.

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