Mani intrecciate

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Mantenersi, il mio verbo preferito, tenersi per mano. Ti può bastare per la vita intera, un attimo, un incontro. Rinunciarvi è folle, sempre e comunque.
(Erri De Luca)

Il pranzo si è concluso serenamente, abbiamo chiacchierato tutto il tempo.

Ora siamo in stanza a salutare mia madre perché è già passato molto ed il tempo sta finendo.

Sospiro, osservandola mettersi la giacca. Sembra così serena in questo momento come se fossimo nella nostra normalità.

Come se, in questi mesi la nostra vita fosse stata spazzata via da un tornado così velocemente che non abbiamo avuto il tempo di fermarlo o per lo meno attutire l'impatto.

Faccio un respiro profondo cercando di sorridere e non pensare a lui.

«tesoro» mi richiama mia madre.
«mamma» sospiro, buttandomi tra le sue braccia, annusando il suo dolce profumo.
Ci stacchiamo dall'abbraccio e mia madre si gira, andando in contro a Selene.

La stringe in un caloroso abbraccio, accarezzandole la schiena dolcemente.
«ciao anche a te Selene, a presto» le dice, guardandola con il suo solito sguardo da mamma premurosa.

«arrivederci Eleonor è stato un piacere» risponde Selene con gli occhi che le brillano per l'emozione. «anche per me» risponde mia madre, accarezzandole un braccio.

Si scostano e viene verso di me, con la borsa sulla spalla.
«ti accompagno» dico, prima che mia madre abbia il tempo di dire qualcosa.

Mi sorride amorevole. «va bene» afferma, sorpassandomi e andando alla porta. Ci incamminiamo per il corridoio.

Non ho la forza per emettere un suono perché se ne sta andando anche lei.

Lo so che non vorrebbe, è per il mio bene ma fa comunque male.

Sospiro pesantemente.
«amore, cosa passa per la tua testolina?» mi chiede curiosa.
«niente di importante» rispondo, forzando un sorriso.

Annuisce poco convinta, mi posiziona un braccio sulle spalle stringendomi a se.

Subito sorrido. «mi mancherai mamma» butto fuori.
«anche tu bambina mia, tanto» sussurra con voce tremante.

Il sorriso mi muore in volto, sentendo la sua voce. La guardo non sapendo cosa dire.
«ma ehi, sei in buona compagnia» proferisce, cercando di tirarmi su il morale.

Ridacchio. «si, lo sono» rispondo felice e la mia mente subito va a quei tre ragazzi, sono entrati nella mia vita come un uragano ma ne era già passato un altro che aveva distrutto tutto.

Loro, lentamente stanno ricostruendo questo vuoto.

Sorrido al pensiero. «soprattutto un ragazzo dagli occhi azzurri eh» mi risveglia dai miei pensieri mia madre, alludendo a Ryan.

Mi copro il viso con le mani imbarazzata. «eh già» sussurro in risposta. «approvo» dichiara con naturalezza.
La guardo sorridendo. «davvero?» chiedo speranzosa.
«davvero» ripete.

Sospiro felice, stai entrando nei cuori di tutti Ryan e nemmeno te ne accorgi.

Nel parlare, non mi sono accorta che siamo già arrivati al cancello.
Faccio un respiro profondo, tenendo gli occhi fissi su quel cancello di ferro.

«tesoro è ora che io vada» prende parola. Annuisco, senza far trapelare emozioni. «April» sussurra dispiaciuta. «è tutto okay» mormoro di riflesso.
«no che non lo è» mi ammonisce di rimando.

Alzo lo sguardo sul suo viso e sorrido tristemente. Rimaniamo minuti ad osservarci ma poi io mi lascio controllare dalle emozioni e mi butto fra le sue braccia, trattenendo i singhiozzi.

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