Epilogo🥀

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Perché se incontrarsi resta una magia, è non perdersi la vera favola.
(Massimo Gramellini)

3 mesi dopo.

«Ryan! Non entrare in camera!» urlo, correndo verso di lui. L'estate è finita, in questi tre mesi abbiamo trovato un lavoro a Roseville per mettere da parte dei soldi ma comunque siamo riusciti a trovare del tempo per noi.

Ora ci troviamo tutti insieme per la prima volta nel nostro appartamento a Berkeley, nell'ultimo mese io e Selene siamo venute qui per sistemarla e arredarla.

I ragazzi non ne hanno voluto sapere, dicendo che qualsiasi cosa sarebbe andata bene. Così io e Selene abbiamo preso alla lettera le loro parole.

La casa è piccola ma accogliente, viviamo in una palazzina poco distante dall'Università. La proprietaria è un'anziana signora che quando ha saputo del nostro arrivo ci ha portato una scatola di biscotti appena fatti.

Siamo al quarto piano e per nostra sfortuna l'ascensore non c'è. Appena apri la porta, davanti troviamo la sala, un divano grigio in ecopelle, abbellito con dei cuscini bianchi e due coperte piegate perfettamente all'angolo.

La parte più bella è la vetrata che occupa quasi tutto il muro della parete.

All'angolo a destra abbiamo messo una lampada e affianco una pianta.

A sinistra si trova la piccola cucina, il banco anche esso grigio, il frigorifero e la porta finestra, dato che abbiamo il balcone in cucina. Il tavolo è bianco con anche le sedie del medesimo colore.

Sorpassando la cucina e la sala si trova il corridoio delle camere. Ci abbiamo messo molto a trovare un appartamento con quattro camere.

Quando l'abbiamo trovato, non c'è lo siamo fatte scappare e poi l'affitto è anche accettabile.

La prima camera a destra è la mia, difronte c'è quella di Ryan, in fondo ci sono quelle di Logan e Selene e poi il bagno.

L'unica cosa su cui io e Selene ci siamo lamentate è che c'è un solo bagno, però è enorme. Appena entri trovi alla tua destra uno specchio enorme, due lavandini e sopra essi ci sono le mensole per mettere tutte le cose per il bagno.

Sotto i lavandini ci sono gli armadietti e affianco c'è un piccolo mobile con dei cassetti che divide il water e il bidet.

A sinistra c'è l'enorme doccia in vetro. In realtà non è per niente male, io e Selene l'abbiamo resa più casa nostra con piccole cose qua e là. Sicuramente in futuro lo diventerà ancora di più.

Tornando a noi, c'è il mio ragazzone fermo fuori dalla sua stanza. Gli vado in contro con sguardo minaccioso.

«fermo lì!» Lo blocco. Lui ridacchia. «andiamo, mi hai fatto una testa così sul fatto che ognuno dovesse avere la propria stanza. L'ho accettato, anche se mi intrufolerò nella tua camera la notte.» esclama, facendomi un sorriso innocente.

Sbuffo. «te l'ho già detto, voglio la mia privacy e poi quando litigheremo scusa? Non ci penso minimamente a dividere la stanza con te» affermo decisa.

Ryan mi guarda con sguardo finto offeso, posandosi una mano sul petto. «mi hai ferito, penso proprio che ora andrò nella mia stanza» marca la parola "mia" socchiudendo gli occhi.

Ridacchio, alzando gli occhi al cielo. Lo amo ogni giorno di più. Senza rendermene conto spalanca la porta della sua camera.

Subito gli salto addosso, coprendo i suoi occhi con le mie mani. «ma che diamine, April!» urla, cercando di riprendere l'equilibrio.

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