2. Boys

829 35 0
                                    

Li guardai tutti e tre. Il loro vociare calò, i loro occhi mi guardarono da capo a piede. Tutti e tre vestiti in nero: Zayn con una maglietta, dei jeans stretti e gli anfibi. Louis aveva una delle sue tute Adidas, correlata alle scarpe. Harry una jersey dei Bulls e dei jeans stretti con gli stivaletti. Tutti e tre con capelli portati in alto, in dei ciuffi perfetti. Si notava subito che avevano tutti e tre un corpo da urlo, macchiato di scritte e disegni neri su diverse parti del corpo. Tutti e tre diversi tra di loro. Zayn con la sua pelle olivastra, i suoi occhi nocciola e i capelli corvini. Louis era castano, con gli occhi azzurro ghiaccio e freddi come la calotta polare artica. Harry aveva due bellissimi occhi verdi, brillavano di purezza e i suoi ricci erano delle onde color cioccolato, le quali ti veniva voglia di accarezzare. Ma non ero da loro per descrivere ogni singolo particolare del loro aspetto fisico, anche se mi sarei soffermata sul da farsi.
«Tomlinson» portai le mani in tasca e guardai il ragazzo di fronte a me. Lui mi sorrise, passando la lingua sulle labbra rosse e mi guardò. Prima la camicia e poi i jeans scuri.
«Kendall» sorrise ancora, scendendo dal muretto e portando le mani dietro la schiena. «Cosa posso fare per te?» mi domandò. La sua voce dolce non andava a braccetto con il suo carattere da perfetto stronzo, ma con il suo sorriso da bambino. Andava bene con la sua statura, forse ero persino più alta di lui o eravamo quasi uguali, ma quella voce sottile e marcata nell'accento non combaciava con il resto.
«Hai una sigaretta?» domandai, lo feci sorridere e cacciò il pacchetto di sigarette dalla tasca della giacca. Me lo passò, presi una sigaretta e la accesi con l'accendino all'interno del pacchetto. Glielo ridiedi e buttai il fumo piegando la testa verso dietro.
«Da quando fumi, bruna?» chiese lui, tornando a sedersi sul muretto e portando lo sguardo su di me. Misi la mano libera in tasca e alzai le spalle.
«Ci sono cose che non sai di me, Tomlinson» sorrisi leggermente e portai lo sguardo sulla ragazza che pochi minuti prima era attaccata alla faccia del castano. Scossi la testa e ridacchiai sottovoce, aveva dei gusti orribili in fatto di ragazze. Con la coda dell'occhio notai Mad e Chanel mettersi sulla scalinata principale della scuola. I loro occhi erano fuoco su di me. Feci cadere la cenere per terra e portai lo sguardo sul castano.
«Devo dire che hai un pessimo gusto in fatto di ragazze, Tomlinson» lui mi guardò, girandosi verso di me. I suoi occhi si fecero scuri e scese di nuovo dal muretto per raggiungermi, rimasi ferma e lo guardai. Eravamo alti uguali.
«Di che cazzo stai parlando?» mi ringhiò contro, facendomi alzare gli occhi al cielo. Buttai fuori il fumo dalla bocca e alzai le spalle.
«Che potresti avere di meglio, non credi?» domandai e nei suoi occhi scattò una scintilla di eccitazione. Si fecero più scuri, mi guardarono da capo a piede e si soffermarono sulla camicia aperta. Portò la mano sulla scollatura, accarezzò le bretelle e i laccetti incrociati del reggiseno e sorrise leggermente, avvicinandosi a me. Presi la sua mano e la tolsi, guardandolo e scuotendo la testa.
«Non me, Louis» mormorai e feci un cenno con la testa verso le mie amiche. «La bruna, vicino alla bionda con gli occhiali» e lui voltò di poco il viso verso le mie amiche, passò la lingua tra le labbra e mi guardò ancora più eccitato.
«Amiche belle ne hai, non lo nego» si morse il labbro e mi guardò, di nuovo gli occhi sulla scollatura della camicia e si passò la mano tra i capelli.
«Non lo nego nemmeno io, Louis, e non nego che ti piacciono le scommesse» ebbi la sua più totale attenzione. Il suo sorriso nacque interessato sulle sue labbra, portò le mani in tasca e mi guardò con occhi scuri. Sapevo dove andare a parare con lui e i suoi amici.
«Dimmi tutto, darling» mormorò e iniziammo a camminare per il cortile della scuola. Portò un braccio sulle mie spalle e mi tirò a lui, chiusi gli occhi e mi lasciai trasportare dal miscuglio di nicotina e menta che emanava questo ragazzo. Mi concentrai sulla scommessa, cercando di elaborare i premi in palio.
«Tu e il tuo amico dovrete uscire con le mie amiche. Magari alla festa di domani, quella di inizio anno» mi fermai, mettendomi di fronte a lui e guardandolo. I suoi occhi mi scrutarono, erano freddi ed eccitati nello stesso momento.
«Zayn o Harry?» mi chiese.
«Zayn, hanno un debole per voi da tre anni» sorrisi leggermente e portai gli occhiali in testa. Lui mi guardò ridacchiando e mettendo le mani in tasca per poi alzare le spalle.
«Una botta e via, perfetto Kend-» lo fermai, prima che potesse dire qualsiasi cosa di insensato.
«No, Tomlinson. Parlo di uscire con loro, conoscerle e starci insieme» poggiai la schiena al muro, ci fu un attimo di silenzio e poi la sua risata mi invase le orecchie. Lo guardai seria, dopo poco smise di ridere e mi rivolse uno sguardo divertito.
«Pensi davvero che possa far nascere del sentimento con la tua amica?» mi domandò a bassa voce, con un sorriso tra il divertito e l'incredulo. Conoscevo lui e i suoi modi di fare con le ragazze, insieme al suo amico Zayn il quale ci stava osservando da lontano. Dall'altra parte Chanel e Madison mi scrutavano da capo a piede. Poi c'era Harry, che mi guardava con le guance rosse e un sorriso sulle labbra. Distolsi lo sguardo da lui, tornando su Louis che mi guardava a sua volta e mordicchiava il labbro.
«Hai paura, Tomlinson?» mi guardò, con occhi blu notte e si avvicinò a me costringendomi a indietreggiare. Finii con la schiena al muro, sentii il suo respiro addosso, le sue mani sui miei fianchi e i pollici che disegnavano dei cerchi immaginari sulla camicia.
«Non sono bravo in queste cose, Kendall» sussurrò il mio nome. La punta nel suo naso sfiorò il mio collo e la presa sui miei fianchi si fece più ferrea. Chiusi gli occhi, cercando di non perdere le staffe e suonargli un ceffone di fronte all'intera orda scolastica.
«É semplice» misi le mani sul suo petto e lo allontanai di poco. «La conosci, ci esci e vedi come va» alzai le spalle e le sue mani si staccarono dal mio corpo. Sospirai di sollievo, riavendo il mio spazio. Non mi piaceva il contatto con le altre persone, non senza il mio consenso.
«E cosa ci guadagno? Una ragazza per un mese e dopo una botta me ne vado spezzandole il cuore?» domandò lui, con una punta di divertimento «Se è così, vado subito a presentarmi!» fece per andarsene, ma lo afferrai dal polso e lo tirai verso di me.
«Non provarci Louis, non funziona così con loro» a quel punto mi stavo innervosendo. Non ne valeva la pena, ma volevo che non facesse lo stesso errore che feci io.
«Kendall, non prometto nulla ma» mi guardò da capo a piede e passò di nuovo la lingua sulle labbra «tu uscirai con il mio amico» sussurrò, a pochi passi dal mio viso. Portai uno sguardo su Harry, ci guardava ancora e mordeva il labbro. Alcuni ricci gli ricadevano sulla fronte, il vento leggero li muoveva, e i suoi occhi si notavano anche a mille kilometri di distanza. Erano di una sfumatura verde chiara, brillavano sotto il sole londinese. Mi guardò, lo fece con una certa intensità che mi si bloccò lo stomaco e fui invasa da brividi di piacere. Sul suo conto non sapevo nulla. Era l'unico che si salvava nel gruppo di Jackson, l'unico che non scommetteva mai.
Guardai Louis, sospirai per poi sorridere maliziosamente e porgere la mano al castano. Lui la prese e la strinse sorridendo.
«Se vinco ho in palio una ragazza, la cosa non mi aggrava a quanto pare» sorrise leggermente e mi guardò «Ma se perdi» mi tirò a lui e portò un braccio intorno al mio bacino «Tu passerai una notte nel mio letto».
A quel punto mi resi conto che io e lui eravamo così uguali. Sorrisi leggermente, consapevole che nessuno dei due poteva fare a meno del sesso quanto meno delle scommesse.

Dangerous WomanDove le storie prendono vita. Scoprilo ora