10. Fluorescent Adolescent

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<<Hai troppi fidanzati>> Joe mi fece tornare con i piedi per terra. Eravamo appena usciti dal negozio di Josh e, con la fortuna che avevo quel giorno, ci imbattemmo nella santa trinità appena girato l'angolo della strada. L'unica cosa che fecero i tre in quel momento, fu aiutarci a trasportare tutte le cose le quali mia madre aveva casualmente scordato di comprare il giorno prima.
<<Nessuno dei tre è il mio ragazzo, Joelle>> sospirai, guardandola male mentre raggiungevamo i ragazzi con altre due scatole da portare a mia madre. Lei mi guardò, rimanendo in silenzio mentre si fermava per poi guardare i ragazzi. Si fermò a fissare Zayn con una certa intensità, che il ragazzo si mise a sorridere e iniziare a camminare con lei al suo fianco. Lui mi sembrava il meno demente del trio, tanto che lo lasciai parlare con mia sorella di non so nemmeno cosa. Non sapevo che lui si intendesse di fumetti, o roba simile. Forse lo sapevo, ma me ne scordai. Lasciai perdere i due nerd e ripresi a camminare, tra Louis ed Harry che mi stavano bruciando viva con lo sguardo. Più che altro facevo da scudo ad entrambi e, anche se Harry era un pacifista, vedevo qualcosa che non mi sarei mai immaginata in lui: aveva un uragano di rabbia verso il suo amico. Scossi la testa, stringendo la presa alla scatola e guardai di fronte a me sospirando di sollievo. Casa era vicina e non fui più felice di allora.
<<C'è una festa a casa di Jace, vuoi venire?>> portai lo sguardo verso Harry. Annuii soltanto e ripresi a camminare, per poi salire i due gradini di casa e suonare al campanello d'ingresso. I ragazzi si fermarono sul vialetto, rimanendo in silenzio e aspettando che qualcuno ci aprisse la porta. Dopo poco questa si aprì, e dovetti guardare in basso per capire che era stata Leila a salvarmi le braccia. Fece per parlare, ma i suoi occhi brillarono mentre guardava dietro di me e si spostava ad una velocità supersonica per raggiungere il suo obbiettivo. Mi girai, rimanendo zitta quando si catapultò tra le braccia di Harry il quale la prese al volo senza esitare. La strinse a sé, baciandole la guancia mentre lei lo stritolava e si aggrava a koala. Sorrisi leggermente, ricordando la stessa reazione quando Niall veniva a casa nostra. Passavamo ore e ore insieme, lui sembrava più il suo ragazzo che il mio. Quelli erano giorni lontani e felici, i quali divennero un vero e proprio inferno. Sospirai, scuotendo la testa e facendo cenno ai ragazzi di seguirmi dentro in modo da lasciare al più presto possibile le robe per la cena e cambiarmi per andare alla festa di Jace.
<<Leila, lascia stare Harry o Kenny si ingelosisce>> portai lo sguardo su Joe, mentre raggiungeva le scale della cantina con la scatola tra le mani. Sbuffai, sentendo Zayn ridersela mentre la seguiva e vedendo la più piccola fare il broncio mentre scendeva dalle braccia di Harry. Avrei preferito sotterrarmi che vivere questo piccolo incubo.
<<Ma lei non lo vuole nemmeno, perciò me lo prendo io!>> urlò lei offesa, come se avessi commesso un omicidio. Volli sprofondare, ma cercai di non cadere dalle scale con i regali di mamma. A quel punto avrei preferito morire direttamente, che essere uccisa da lei. Raggiungemmo la cantina, appositamente sistemata per la cena di quella sera. Mia madre si girò, stava per parlare quando la sua bocca si fermò nello stesso istante che i suoi occhi si posarono sui ragazzi. Non era roba da tutti i giorni ritrovarsi con tre ragazzi tatuati in casa, soprattutto se due di loro puzzavano di tabacco e marijuana, uno era la cotta di mia sorella e il primo dei due pieno di piercing. Mio padre sembrò tranquillo, tanto che sorrise e li andò a salutare dopo che posarono la spesa in un angolo della stanza. Mia madre era sempre stata una tipa organizzata nella vita, tanto da arredare la cantina di casa in un appartamento sotterraneo in legno chiaro. I mobili scuri si abbinavano perfettamente all'arredo di tutto il resto della casa, cucina e salotto erano uniti tra loro e l'enorme divano in pelle popolava quest'ultimo con una televisione al plasma appesa al muro. In più aveva organizzato l'eventualità di una sorpresa in più dopo Leila, aggiungendo una camera da letto dall'altra parte della cantina e un bagno di fronte alla stanza. In tal caso, questa sarebbe diventata la dimora di Liam e la sua stanza sarebbe passata all'incognito non in programma dei miei genitori. Questi erano i piani di cinque anni e mezzo fa, ora la sfruttavano per le loro cene senza dover sporcare la cucina al piano di sopra.
<<Kendall, quando mi avresti detto che conosci questi tre?>> domandò mio padre, una volta che aiutai mamma a sistemare le cose in un assoluto silenzio. Sapevo cosa stesse pensando, l'aveva fatto anche con Luke e Niall. Sul primo aveva ragione, sul secondo aveva torto marcio.
<<Tua figlia tiene i suoi fidanzati per sé, papà. Non ama condividere>> commentò Joe dal salotto, con una nota di sarcasmo nelle sue parole. Sbuffai stufa delle sue inutili frasi e la ignorai, guardando i tre e mio padre che sembrava esser tornato adolescente guardando i ragazzi i quali se la ridevano. Harry aveva di nuovo in braccio Leila, la quale stava giocando con i suoi ricci facendolo ridere. Sorrisi a quella scena e sospirai avvicinandomi ai due, tralasciando le chiacchiere dei presenti.
<<Vado a cambiarmi, e possiamo andare>> mormorai, costringendo Harry a guardarmi e i suoi occhi avevano cambiato sfumatura: divennero dolci e chiari, come se fossi io la bambina e non mia sorella. Stava per parlare, quando Leila lo interruppe facendolo al suo posto.
<<Possiamo venire con te? Voglio vederti vestita da principessa!>> non dissi nulla, annuii e feci cenno al riccio di seguirmi con lei in braccio. Avvertimmo i ragazzi prima di salire, e loro liquidarono mio padre dicendo che ci avrebbero aspettato direttamente da Jace . Mia madre non aveva parlato.

Spensi la luce del bagno ed uscii da esso, per poi chiudere il separé che divideva zona notte e bellezza. Presi li stivaletti da sotto il letto e gli infilai senza troppi problemi mentre Leila ed Harry seguivano i miei movimenti con lo sguardo, in silenzio. Mi alzai, per sistemare la borsa con quello che serviva e la portai sulla spalla, girandomi verso i due i quali rimasero incantati. Optai per un corpetto nero in tulle con dei punti luce argentati e una gonna aderente nera. I capelli scendevano ondulati sulla schiena e scelsi il solito trucco naturale, sporcandomi le labbra con un rossetto bordeaux e osai nel mettere un choker in pelle nera con un anellino sul davanti. Giocai con l'anello di Harry tra le dita e lo guardai, alzando un sopracciglio facendogli un cenno di muoversi. Scosse la testa e si alzò dal letto assieme a Leila, la quale sorrise guardandomi. Fece per parlare ma corse subito al piano di sotto, dopo il richiamo di mia madre. Non ero l'unica a fare in fretta le cose quando il diavolo chiamava.
<<Sei bellissima>> parlò poi il riccio, avendo la mia attenzione. Sorrisi, annuendo lentamente per poi guardare lui. Nemmeno lui era messo male in skinny neri, camicia a scacchi aperta ai primi tre bottoni e giacca di pelle nera. Notai che aveva cambiato solo stile di scarpe: stivaletti scamosciati al posto dei suoi soliti anfibi e, al posto di lasciare i capelli liberi, aveva indossato una bandiera che richiamava i colori della camicia.
<<Non sei male nemmeno tu, Styles>> lo canzonai, uscendo dalla mia camera seguita da lui mentre raggiungevamo il piano di sotto. Lo sentii ridere sottovoce, un suono che ti scaldava dentro e ti lasciava senza fiato. Mi fermai, pensando subito dopo a come avremo raggiunto casa di Jace dato che si trovava al confine della città. Zayn e Louis erano tornati a casa di uno dei due per prendere la macchina, pronti a sbronzarsi e scopare con la prima che capitava.
<<Tutto bene?>> mi domandò, portando una mano sulla schiena e accarezzandola lentamente. Rabbrividii, girando il viso verso di lui annuendo.
<<Come hai intenzione di andare da Jace, Harry?>> gli chiesi, facendolo sorridere mentre apriva la porta di casa e mi prendeva la mano. Le guardai, le nostra dita incrociate e sentii un morso allo stomaco. Mosse il pollice sul dorso, provocando gli ennesimi brividi sul mio corpo nel contempo che camminavamo verso quella che doveva essere casa sua. Come avevo già detto, questo viale sembrava non finire mai, finché non ti imbattevi nella casa dei White, o villa Tomlinson a fine quartiere. Rimasi in silenzio, mentre facevamo il giro di casa e guardandomi intorno. Strinsi leggermente la sua mano, vedendo che sul retro della giacca c'era il nome di Jackson. Deglutii, al sol pensiero che questo ragazzo potesse capitare in un qualcosa che vidi accadere due volte a me stessa nel giro di due mesi. L'inferno non era niente in confronto a quello.
<<Scusa il disordine, mio fratello ama stare qui>> mi riportò nella realtà e lo guardai. Le luci del garage si accesero, non sembrava così disordinato come diceva: la camera di Joe era un disastro rispetto a questo. Non era tanto diverso dal mio: scaffali appesi al muro, una zona per gli attrezzi e la macchina di Anne parcheggiata nello spazio restante. Conoscevo sua madre e non lui, questo mi sembrava divertente.
I miei occhi caddero su un qualcosa di più che eccitante. Staccai la presa dalla mano di Harry e mi avvicinai al paradiso terrestre, all'ottava meraviglia se non alla prima. Il rosso era così brillante che dovetti sbattere le palpebre più volte per capire che quello non era un sogno. Mia madre mi avrebbe ammazzato se le avessi chiesto una cosa del genere, ma non biasimavo di certo Harry per aver questo stallone. Meglio di una dannatissima Ferrari, la Ducati mi stava chiamando. Urlava il mio nome e mi pregava di montare su di lei per correre sulla costa. Era praticamente meglio del sesso.
<<Signorina>> Harry fermò i miei pensieri, porgendomi un casco da corsa. Lo presi senza indugiare e gli afferrai le chiavi della moto dalla mano guardandolo.
<<Solo l'andata, sogno questo momento da anni>> alzò le mani in segno di resa e infilò il casco per poi portare la moto fuori il garage in modo di chiuderlo dopo aver spento la luce. Misi il casco e seguii Harry sul vialetto di casa sua, così che mi trovassi più comoda nel salire su quel dannato sogno. si spostò verso dietro per farmi spazio, con semplicità -e per via delle sue gambe lunghe- tenne in equilibrio la Ducati porgendomi la mano. La accettai solo per carineria, sapevo come si salisse su una moto, e mi sedetti di fronte a lui poggiandomi con le mani al manubrio. Accesi il motore e chiusi gli occhi, sentendo le fusa di questa bambina. Era come sentire i gemiti durante un preliminare, se non proprio durante il sesso. Staccai i piedi da terra, sentendo la leggerezza della moto una volta partita per raggiungere casa di Jace. 

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