Una chioma rossa annebbiava la mia vista. Cercai di muovermi, di alzarmi dal letto, ma il mio corpo era bloccato da un peso. Ricordai di aver dormito con Allyson la notte precedente, perciò collegai il tutto: le lenzuola profumavano di fragole e camomille, i capelli rossi della ragazza erano sotto il mio mento, il corpo di Allyson avvinghiato al mio mi impedivano di sollevarmi dal letto, la sua gamba era attorno alle mie e il suo viso affondava nel mio petto. Sembrava di essere tornate a mesi fa, quando dormivamo assieme e lei diventava minuscola per cercare protezione.
Protezione da me.
Sfilai un braccio dai suoi tentacoli, mi stava mancando l'aria per l'assenza di finestre e di Allyson addosso, la mi quale mi bloccava il respiro. I miei polmoni stavo urlando pietà.
Provai a non combinare guai mentre toglievo le mie gambe dalle sue, c'ero quasi riuscita ma non so con quale criterio persi l'equilibrio e caddi verso dietro, finendo a terra.
<<Jesus>> massaggiai la testa e sbuffai, sollevandomi a sedere e imprecando a bassa voce. Se Harry mi avesse sentita, mi avrebbe portata in chiesa a confessarmi. La lampada sul comodino si accese.
<<Kendall...che stai facendo per terra?>> sollevai lo sguardo e mi ritrovai il viso di Allyson a pochi centimetri dal mio. Si era affacciata al letto, le mani poggiate sul bordo e i capelli che le ricadevano sul viso arrossato, le iridi le brillavano e le sue gambe dondolavano in aria. Calma Kendall, ce la puoi fare.
<<Faccio domande al pavimento>> le risposi, rendendomi conto dell'assurdità che le avevo detto. Allyson rise, un suono dolce uscì dalle sue labbra le quali coprì con la mano imbarazzata. Quanto era tene- terribili. Terribile è il termine giusto per la situazione.
<<Sei sempre la stessa>> scosse il capo e si voltò a pancia in su, lasciando che i capelli penzolassero dal letto assieme alla testa. Piegò le gambe e incrociò le mani sul ventre, sorridendo ancora e aspettando che dicessi qualcosa.
<<Buono a sapersi>> mi sollevai da terra e tirai giù la maglia. Mi andava enorme, sembrava che avessi un vestito addosso e, per non escludere niente, profumava di tabacco e vanilla. <<Vado a preparare la colazione>> avevo promesso alle ragazze che avrei fatto loro i pancakes, ripieni di nutella, accompagnati da un caldo cappuccino, con la schiuma ricoperta di cacao.
<<Vengo con te>> Allyson si alzò dal letto, stirò il pigiama con le mani e infilò i piedi nelle sue pantofole rosa. Io rimasi a piedi scalzi, presa da suoi gesti. Che qualcuno mi prenda a schiaffi e che mi faccia tornare etero. Pensa ad Harry nudo, genio.
Non dissi nulla, mi limitai ad uscire dalla camera dopo aver preso il cellulare. Mi concentrai a tornare su Harryland, percorrere lentamente la sala senza svegliare le ragazze sul divano letto, salire le scale con Allyson che mi seguiva il religioso silenzio, e finalmente entrare in cucina. In casa non c'era nessuno, cosa che mi confortò abbastanza.
Legai i capelli in una coda di cavallo, lavai le mani e mi misi all'opera. Allyson mi affiancò, dopo aver lavato le mani e portato i capelli dietro le orecchie.
<<Siediti, non ci metterò molto>> la avvisai, mentre prendevo gli ingredienti dal mobiletto e li poggiavo sull'isola della cucina.
<<Non sono brava a cucinare, ma lascia che ti aiuti in qualcosa>> portò una mano sulla mia schiena. Rimasi con il pacco di farina a mezz'aria, la polvere cadde lenta nella ciotola e passarono un manciata di secondi prima che rispondessi ad Allyson. Harryland, rimani su Harryland Payne.
<<Nell'ultimo cassetto, trovi le tovagliette per la colazione>> mormorai, scuotendo la testa e riprendendo ad aggiungere farina nella ciotola. Bastava? Forse sì, forse no. Allyson e la sua innocenza mi confondevano. Harry, quando servi non ci sei mai.
La rossa si allontanò da me, lasciandomi il mio spazio. Dopo aver messo tutti gli ingredienti nella ciotola, mescolai energicamente l'impasto. Portai la ciotola sotto il braccio, sbattei con la frusta la miscela e mi poggiai con la schiena sul bordo della cucina. Ricordo quando Harry cercò di imparare a impastare la pizza, lamentandosi della pasta appiccicosa e della consistenza troppo molliccia. L' aveva paragonata ad una tetta moscia e ringrinzita, come quella di una vecchietta. La pizza, da quel giorno, la facevo sempre io. Harry si limitava a mangiare.
<<Stai sorridendo, a cosa stai pensando?>> Allyson mi riportò alla realtà. L'impasto dei pancakes era pronto, poggiai la ciotola accanto ai fornelli e guardai la rossa, intenta a sistemare le tovagliette sull'isola della cucina.
<<Nulla di importante>> le risposi, non volevo parlare con lei del mio ragazzo e non volevo che lei mi parlasse del suo ragazzo. Capitolo chiuso, vita loro. Rimisi a posto gli ingredienti e presi la padella per i pancakes dal cassetto in fondo al piano cottura. Per mia fortuna Hannah Gray era ossessiva compulsiva quanto me e lasciava le cose al proprio posto. Imburrai la padella e aspettai che si scaldasse.
<<Kendall, non arrivo>> mi voltai verso Allyson, la quale cercava di raggiungere la dispensa in alto con difficoltà. Ridacchiai, spostai la padella dalla fiamma e andai dalla rossa aprendo la dispensa con facilità.
<<Sei bassa>> la presi in giro, afferrando il barattolo della nutella.
<<Non è colpa mia se sei diventata una giraffa>> commentò lei, picchiettando il dito nella mia pancia facendomi ridere. In effetti, nell'ultimo periodo, mi vedevo più alta. Forse di cinque centimetri, tanto che Harry se la prendeva vedendomi raggiungere le sue labbra con più facilità. Lui, alto centottanta cinque centimetri, si lamentava della mia altezza.
<<Ho questo dono>> sollevai le spalle e chiusi la dispensa continuando a tenere il barattolo in alto guardando Allyson sghemba.
<<Non fare l'antipatica, sai che non ci arrivo>> sbuffò lei, poggiando la mano sul davanzale della cucina e sollevandosi sulle punte, cercando invano di raggiungere il barattolo con l'altra mano. Mi spostai di un passo indietro, ridacchiando per i suoi tentativi inutili.
<<Troverai un modo per farlo>> sorrisi e lei mi guardò male.
<<Stronza>> mormorò, azzerando la distanza tra i nostri corpi e sospirando frustrata. Continuai a tenere il barattolo in alto, lei portò le mani suoi miei fianchi, mantenendo lo sguardo nel mio. Rimasi ferma, la lasciai fare. Le iridi di Allyson brillavano, il caramello al loro interno era dolce, impazientite dalla mia impertinenza. Le sua dita sollevarono la mia maglietta, mi sfiorarono i fianchi e i brividi percorsero all'impazzata sulla mia pelle. Chiusi gli occhi, avevo ancora il braccio in alto, e sospirai.
<<Allyson>> mormorai, cercando di fermarla con la mano libera. Harryland era a kilometri di distanza.
<<Dammi il barattolo, Luna>> sussurrò, le sue labbra erano sul mio collo e soffiavano su di esso. Sospirai così forte che sembrò che avessi sbuffato. Fanculo alle donne, fanculo ad Allyson. Portai giù il braccio e mi staccai da lei dandole il barattolo. Mi allontanai, riportai la padella sul fuoco e iniziai a cucinai i miei pancakes.
Perché cavolo non riusciva a contenersi? Perché doveva provocarmi costantemente? Aveva un ragazzo, io avevo Harry, doveva essere facile da capire alla fine. Tu con Luke, io con Harry. Fine della storia. Ero stata la sua prima ragazza? Okay, anche lei fu la prima per me, ma non la stavo a toccare in quel modo, non le chiedevo se potevo baciarla, non la guardavo con gli occhioni dolci e non sbattevo le ciglia come Bambi solo per avere la sua attenzione. E doveva smetterla di chiamarmi Luna, non ero la sua luna da tempo e non potevo tornare indietro. I demoni dovevano marcire all'inferno, assieme al passato, non rovinarmi il presente.
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Dangerous Woman
Fanfic[COMPLETA] Dopo quattro anni a guardarla tra i corridoi della scuola, ad osservare i suoi movimenti durante le corse, a sentire la sua risata e la sua voce confondersi con quelle dei suoi amici, Harry ebbe la possibilità di conoscere Kendall solo l...