Buio. Vedevo solo quello. Uno strano dolore alla testa, un freddo continuo alle gambe e un peso sul petto. Cos'era successo? Non ricordo. Penso che sia stato una perdita improvvisa dei sensi, non ne sono sicura. Di fronte a me, appare l'anfiteatro romano completamente bianco, coperto di neve. Fa freddo, credo che i brividi provengano da quello. Ricordo che avevo bisogno di schiarirmi le idee, avevo litigato con Madison, una piccola discussione come quelle di sempre. Lei era gelosa di me ed Harry, abbiamo litigato e sono andata via dal capannone. Ho fatto alcuni giri in moto, l'adrenalina pompava nelle vene come se fossero dei palloncini, poi ho preso la strada per l'anfiteatro e mi sono ritrovata in una collina bianca e fredda. La neve cadeva violenta sugli spalti, sull'arena e sul balcone dell'imperatore. Non ricordo altro, se non il contatto gelido con la neve. Poi il buio calò sui miei occhi, mi strinsi a me stessa, il respiro si era bloccato. Ero morta? Forse, ma i morti non pensano. Sono diventata Jack Frost? Probabile. Nessuno crede in me, perciò sono invisibile agli occhi degli altri.
<<Si sveglierà?>> una voce invase il mio monologo. Mi sembrò familiare, quasi di routine. Percepisco del calore attorno la mia mano, è confortante...Harry? Riconoscerei quel tocco su milioni. Non riuscivo ad aprire gli occhi, sembrava di avere due macigni su di essi.
<<Il dottore ha detto sta bene>> questo era..Luke? Harry e Luke nella stessa stanza, senza litigare? Forse era uno scherzo del mio subconscio, il mio peggior incubo. Io bloccata non so dove e loro nella stessa stanza a...fare chissà cosa.
<<Niall deve...se solo fossi andato con lei>> la mia mano venne stretta, sono le dita di Harry a farlo. Incredibile come riesca a riconoscere il suo tocco da incosciente, da mezza morta. Niall? Cosa centra lui con tut- delle immagini scorrono nella mia testa. Le corse in moto, la neve, l'anfiteatro, Niall che mi parla della festa in maschera. Lui, l'imperatore. Io, la sua ancella. Le immagini erano troppo veloci, non riuscivo a distinguerle, ebbi come la sensazione di un peso sul corpo e che qualcosa si stesse infliggendo dolore in esso. Vidi una me, priva di sensi su un letto di neve, abbandonata in un angolo gelido. Ho le labbra viola, sto tremando e riesco a stento a muovermi. Cerco di alzarmi, fallendo miseramente. Trovo il cellulare, sto chiamando Harry mentre mi stringo a me stessa per trovare calore. Ricordo poco della telefonata.
<<Harry, non darti la colpa. Non l'hai violentata tu>> la voce di Luke fu un sussurro. Ho le idee poco chiare, vorrei solo capire qualcosa delle mie immagini insensate, qualcosa delle parole di Harry e Luke, perché Niall era nell'anfiteatro con me? Vorrei stringere Harry in un abbraccio, forse anche Luke. Non riesco a muovermi, non riesco a vedere, forse sono invisibile a tutti e due, a quello che ci circonda e non mi notano. Provo ad aprire gli occhi, ho una visuale sfocata della stanza, dei due accanto a me. Ora, anche Luke mi tiene per mano, quella libera. La stringe, è confortante e premo le dita sui dorsi delle mani dei ragazzi. Provo ad aprire di più gli occhi, cerco di sgranare la vista, sento un bip continuo, ripetitivo, assordante e fastidioso. Percepisco dei dolori alle braccia, le gambe erano pesanti e il respiro accelerava.
<<Kendall! Kendall, stai calma>> Harry? Luke? Non seppi distinguere la voce. Chi mi chiamava?Chi mi stava abbracciando? Non riuscivo a capire che mi stesse premendo,forte, due mani sulle spalle, tenendomi giù. Erano delicate e ossute.
<<No...NO!>> apro gli occhi di scatto, il respiro sospeso e il cuore che pulsava in tutto il corpo. Il sangue freddo, il sudore sulla pelle e un mal di testa allucinante.
<<Kendall, stai tranquilla>> un sussurro, delle carezze e i polmoni pieni di ansia. Chiusi gli occhi, delle lacrime bagnavano le guance e avevo paura. Paura di cosa? Di chi? Perché avevo paura?
<<Signori, uscite per favore>> una voce che non conoscevo, estranea. Ebbi un ricordo, una chioma bionda e delle mani indesiderate su di me. Mi stringevano, mi spingevano contro quella che sembrava una panchina di pietra. Non capivo, ero di nuovo nell'anfiteatro, sotto la neve. Una sensazione di disgusto invase il mio corpo, mi irrigidii e accolsi, non volente, le mani estranee. Mi toccavano da per tutto, mi testavano, palpavano. Una chioma bionda, degli occhi azzurri freddi, come il ghiaccio, mi guardavano e un sorriso soddisfatto aleggiò sul viso del ragazzo. Nudi, sotto il cielo serale di Londra la quale era alle prese con una raffica di fiocchi di neve prepotenti, dolorosi. Le mani bloccate, lo sguardo assente, come la forza di reagire.
<<Sarò il tuo peggior incubo, Kendall. L'animale che ti squarcerà la notte, colui che ti strapperà ogni briciola di felicità sulla pelle e tutti i bei ricordi che hai di questi ultimi mesi>> aveva detto, il suo tono di voce era freddo, indifferente, da una parte felice della mia sofferenza. Abbandonata su quel cumulo di neve, su quella panchina fredda, su quel balcone gelido, in quell'anfiteatro desolato.
<<Sarai il mio gladiatore e io il leone che ti sbranerà viva sotto gli occhi del pubblico>> aveva spinto così forte, prendendosi l'ultima notte con Harry, l'ultimo mio momento di felicità. Era andato così a fondo, che aveva spezzato tutto quanto. Mi aveva trascinato con sé, nel suo limbo infernale e mi aveva tolto tutto. Non ricordai il resto, solo che volevo correre da lì a gambe levate, andarmene via e urlare, cercare aiuto. Volevo scappare, ma era troppo tardi. Il danno era già stato fatto.
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Dangerous Woman
Fiksi Penggemar[COMPLETA] Dopo quattro anni a guardarla tra i corridoi della scuola, ad osservare i suoi movimenti durante le corse, a sentire la sua risata e la sua voce confondersi con quelle dei suoi amici, Harry ebbe la possibilità di conoscere Kendall solo l...