7. Starbucks and Payne

589 20 0
                                    

<<Alla fragola va più che bene>> mormorai, dando un'occhiata alle mie sorelle da fuori il locale. Starbucks, stranamente, non pullulava di gente. Il locale era vuoto. Forse sarà per il fatto che era un orario lavorativo, o un giorno sparo per Londra. Fatto sta che presi i due bicchieri piccoli per Joe e Leila, mentre Harry teneva i nostri nelle sue mai.
Quando mi videro con lui, mi guardarono per un attimo stranita e iniziarono a ridere. Erano piccole, ma sapevano più di quanto dovevano sapere alla loro età. Per tutto il tragitto non lasciarono per un attimo Harry respirare, che lo iniziarono a riempire di domande assurde. Lui prese la cosa a divertimento, rispondendo come se fosse uno di quei libri che leggevano le due pesti per dormire. Esatto, loro non erano le classiche bambine alle quali si doveva leggere la favoletta della buonanotte. Joe, essendo la più grande, si prendeva cura della più piccola e faceva quello avremmo dovuti fare io, Liam o i mie genitori: leggeva per lei e per sé stessa, in modo da non avere i mostri sotto al letto.
<<Sono divertenti>> voltai lo sguardo verso Harry, il quale mi passò il frullato dopo aver dato i bicchieri alle mie sorelle. Sorrisi leggermente, alzando le spalle per poi fare un sorso dalla cannuccia. Era dannatamente buono.
<<Leggono troppo>> sospirai, riprendendo a camminare al suo fianco mentre guardavo le piccole Payne parlottare tra di loro poco più avanti a noi.
<<È un bene, mio fratello non vuole saperne di libri>> commentò, riprendendo a bere il suo frullato mentre portava i capelli verso dietro. I suoi ricci mi stavano incuriosendo, chissà se fossero stati così morbidi come la mia testa fantasticava dal giorno prima. Sospirai, strofinando l'indice contro l'anello sul pollice. Mi ricordai solo ora che dovevo ridarglielo, perciò lo sfilai dal dito e glielo parai di fronte il viso. Si fermò, guardandomi con un sopracciglio alzato mentre scuoteva la testa lentamente. I ricci gli andarono di nuovo sul viso, costringendolo a soffiare su uno di essi per farlo andare di nuovo su. Cercai di non ridere per quella scena, ma con Harry mi veniva spontaneo farlo.
<<Lo puoi tenere>> mormorò, prendendo l'anello tra le dita per poi farlo scivolare di nuovo sul mio pollice. Sorrisi a quel gesto, riportando la cannuccia tra le labbra e continuare a bere il frullato mentre riprendevo a camminare con lui di fianco. Le mie sorelle se la ridevano sotto i nostri nasi, guardandoci con occhi innamorati e urlavano come se avessero appena visto il loro idolo. Peccato che era un personaggio inesistente, come l'amore tra me ed Harry inventato da loro quello stesso pomeriggio.

Chiusi la porta di casa, dopo aver salutato Harry, e sospirai forte guardando le due pesti con gli occhi a cuore di fronte a me. Tre, due, uno... Ed eccole che iniziarono ad urlare per tutta casa mentre salivamo al piano di sopra. Eravamo solo noi tre, e mi pentii di aver portato le due con me ed Harry a prendere un frullato. Scossi la testa, guardando il bicchiere col mio nome scritto in nero sul bicchiere di plastica. Decisi di tenerlo per ricordo, il primo degli ultimi frullati con Harry. Quella storia sarebbe finita il più presto possibile, saremo solo dovuti rimanere amici o semplici conoscenti se solo non mi fosse venuta la brillante idea di giocare con il nuovo capo clan della baracca. Mi sarei risparmiata di ammazzare un'altra anima innocente, se solo la mia mania di scommettere sulle vite delle persone si fosse placata nello stesso momento in cui decisi di giocare. Ma, ovviamente, dovevo fare sempre di testa mia.
<<Quindi state insieme?>> urlò Joe dalla sua stanza, mentre io andavo nella mia per poggiare le cose sulla scrivania. Sospirai esasperata, togliendo le scarpe dai piedi e lanciandomi a peso morto sul letto. Chiusi gli occhi, cercando di ignorare le urla delle due pazze provenienti dalla loro camera da letto. Quando mia madre risultò incinta dell'ultima genita, l'enorme camera di Joe venne divisa per metà da un parete, in modo che i miei non dovessero comprare un'altra casa con una quinta camera. All'inizio, con solo me e Liam, pensavano che quattro camere da letto fossero troppe per quattro persone. Si ricredettero dopo Joe, ringraziando di aver lasciato la stanza più grande - la sua- per eventuali sorprese. Per fortuna non dovetti condividere la camera da letto con Liam, o lo avrei mandato ogni giorno giù in salotto a dormire sul divano. Quando voleva sapeva russare come un orso con l'asma.
<<Kendall, il bagnetto!>> mi ritrovai mia sorella Leila addosso, rischiando di perforarmi lo stomaco con il suo gomito. La guardai male, ricevendo un sorriso innocente da parte sua mentre si metteva sulle mie gambe a braccia aperte. Scossi la testa, sollevandomi col busto per prenderla in braccio. Aveva sempre detto che da grande voleva avere il mio carattere forte, di superare i problemi come facevo io. Le dissi che da me non doveva prendere nulla, se non la capacità di rispondere a tono alle persone che la trattavano male, o con poco rispetto. Il giorno dopo la sua maestra chiamò mia madre per dirle che aveva mandato a quel paese un bambino della sua classe, e dovetti prendermi la responsabilità di dire a Leila che non doveva più farlo. Poi, subii la sfuriata di Hannah Gray, come ogni giorno.
<<Hai preso i vestiti puliti?>> le chiesi, mentre uscivo con lei in braccio per andare verso il bagno. Aprii la porta, lasciandola poi con i piedi per terra e corse verso la sorella già spoglia delle vesti la quale aspettava che la vasca si riempisse.
<<Li ho sistemati in camera nostra>> rispose Joe, dondolando le gambe mentre spostava i capelli dalla fronte. La chioma liscia ormai le cresceva come non so cosa e la frangia le ricadeva sugli occhi, costringendola a passarsi la mano più volte sul viso. Le avevo detto di non farla ma, ovviamente, non mi ascoltò.
<<Ora che ci sei, togli i vestiti a tua sorella così sistemo le cose per il bagno>> e lei obbedii, scendendo dallo sgabello accanto la vasca per aiutare la più piccola. Eravamo solite a fare il bagno assieme, in modo che Leila non si sentisse costretta ad aspettare sempre mia madre la sera tardi. Una cosa che non avrei cambiato della mia routine, era proprio questa: il tempo con Joe e Leila erano importanti. Da piccola non avevo mai passato così tanto tempo con Liam e quando partì per il college sentii come un vuoto, la mancanza di una figura presente. Non volevo che Joe e, soprattutto, Leila non avessero qualcuno al proprio fianco come me. Il ruolo da sorella maggiore era anche questo: prendersi cura dei più piccoli e insegnarli ad affrontare i problemi al di fuori della vita privata. I miei genitori facevano il possibile per tutti e quattro, ma la maggior parte delle volte toccava a me fare da genitore alle due pesti.
<<Hai quella palla magica?>> scossi la testa, mentre buttavo i panni sporchi nel cesto accanto il mobile del lavandino. Legai i capelli, sospirando mentre mi avvicinavo alla vasca.
<<No, Leila, domani andrò a prenderle>> le risposi, prendendola in braccio e metterla nella vasca assieme alla sorella. La accolse tra le braccia, iniziando a bagnarle i capelli con una brocca di plastica. La vasca era abbastanza grande per contenere anche una quarta persona, e iniziai a ricordare ai pomeriggi con Niall dentro questo bagno e a come mia sorella Joe si infiltrava per stare con noi, in modo da sentire le storie assurde che raccontava il biondo. Sorrisi, nostalgica di quei giorni colorati e spensierati ormai troppo lontani. Mi aggiunsi anche io nella vasca, prendendo il loro shampoo e metterne due gocce sulle loro mani. Avevo la strana idea che le cose semplici dovevano essere insegnate già da piccoli, con le mie sorelle iniziai dal loro primo compleanno. Leila era più difficile da controllare. Nonostante fosse precoce a capire un concetto, faceva sempre di testa sua. Mamma mi dava la colpa, ma non era mia dato che la sua stessa figlia odiava il suo modo di fare. Leila era il mio orgoglio, mentre Joe prendeva Liam come esempio. Più razionale, pacifico e spargeva felicità da tutti i pori. Eravamo così diverse, ma avevamo comunque un bel rapporto. Finché erano piccoli era più semplice tenerli a bada.

Una volta che finirono di domandarmi della presunta storia con Harry, si asciugarono aiutandosi l'un l'altra e filarono nella loro camera per infilarsi il pigiama in modo da mettersi a studiare. Joe mi aveva detto che la sua nuova maestra di inglese era un vera strega, le mancava la scopa e sarebbe stata perfetta per l'epifania. Le aveva dato da studiare un intero capitolo su non so quale autore per domani, perciò le sarebbe risultato difficile andare a letto presto se avesse perso ancora tempo. Leila era all'ultimo anno di scuola materna, cresceva così in fretta che aiutava la sorella ad esporre i concetti da studiare. Era sempre stata curiosa e il fatto di andare così d'accordo con Joe fu un bene, si aiutavano senza problemi. Si chiusero nella loro camera e io nella mia, preparandomi psicologicamente per l'uscita di quella sera.
Avevamo perso entrambi, Calum era migliorato nella velocità e al posto di rimanere senza premio, io ed Harry mettemmo in mezzo una tregua. Il frullato post scuola e la cena, al posto della noiosa festa scolastica di inizio anno. Adolescenti ubriachi e alcol senza un fine, ecco cos'erano le feste di ora.
Stavo cercando qualcosa nell'armadio, quando la porta della camera si aprì rivelando la figura di Liam poggiata sulla cornice. Sospirai, ignorando mio fratello mentre aprivo il separé il quale divideva la cabina e il bagno dal resto della camera. Mio padre aveva un certo gusto nel progettare le sue stesse case.
<<Stai uscendo?>> mi domandò, poggiandosi sul letto mentre indossavo l'intimo dietro il separé. Sciolsi i capelli, uscii con i vestiti tra le mani e lo guardai mentre mi avvicinavo alla scrivania. Lasciai gli abiti sullo schienale della sedia e incrociai le braccia guardando il castano, spostò lo sguardo arrossendo sulla faccia.
<<Sei venuto per impormi di uscire, o ti serve qualcosa?>> gli chiesi, mettendo i calzini ai piedi e recuperando la gonna corta a tubino dalla sedia. Mi rivolse di nuovo lo sguardo, era tra il preoccupato e l'imbarazzato e le sue guance stavano andando a fuoco. Era sempre così con lui: mi aveva vista crescere troppo in fretta.
<<Non credi sia troppo quel completo? Per non parlare della gonna co->> lo bloccai con un cenno della mano e scossi la testa divertita. Aveva avuto il suo tempo per fare il fratello protettivo, ma ora doveva solo abituarsi ad avermi così.
<<Liam, è tardi per fare il maggiore con me. Hai altre due sorelle con cui farlo>> risposi secca, infilando il top bordeaux e sedendomi dall'altra parte del letto per prendere gli anfibi sotto esso. Lo sentii sospirare, quasi sbuffare, e mi sollevai allacciate le scarpe in modo da truccarmi alla toilette. Mi sentivo osservata, una cosa che mi dava fastidio se non era fatta da me.
<<Mi dispiace di non esser stato presente>> sussurrò, mentre tracciavo una linea di eyes liner. Cercai di non sbagliare, vincendo contro la voglia di urlare contro mio fratello ogni singola cosa che tenevo dentro di me da anni. Ma ingoiai tutto quanto e finii di truccarmi, spegnendo la luce della toilette e avviandomi verso l'armadio per prendere una borsa nera. Portai gli occhiali sul naso, controllando lo schermo del cellulare e vedendo un messaggio di Harry sulla schermata. Sospirai, andando verso la porta in modo da uscire. Mi sentii poi prendere dal polso, mi girai incontrando lo sguardo di Liam. Eravamo così simili, esteticamente, ma caratterialmente eravamo due mondi diversi. Lui era il giorno e io la notte.
<<Kendall mi dis->> mi tolsi dalla sua presa, scuotendo la testa e sospirai forte per la pazienza che andava a scemare sempre di più.
<<Un altro giorno, Liam. Ora ho da fare>> lo liquidai, dandogli le spalle e raggiungendo in fretta il piano di sotto.

Dangerous WomanDove le storie prendono vita. Scoprilo ora