35. Feeling good

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Una volta al Martin, la mia direzione venne deviata: mentre io andavo, Luke tornava a casa per la stanchezza di aver letto e riletto scartoffie sul locale. Jonny, con mia sorpresa, riuscì a farmi un discorso liscio senza balbettare per più di un tot: Michael era passato dal locale per parlare con il biondo per riferirgli che sarebbe stato il nostro protettore e complice in una possibile guerra con gli Snakes. Direi bene, se non per il tentativo fallito di provarci con me spudoratamente nel portarmi a casa da bravo cavaliere. Purtroppo, per lui, il cavaliere lo tenevo già.

Saltai di nuovo sulla Ninja, misi a moto e sfrecciai per la strada in maniera da raggiungere casa Hemmings. Mandai prima un messaggio ad Harry, dicendogli dov'ero e sperai vivamente che non mi facesse storie per questo piccolo intoppo. Sapevo quanto fosse geloso verso i miei confronti, ma doveva fidarsi di me. Il bacio con Luke era solo un ricordo lontano, non c'era bisogno di alzare polveroni nel raccontarglielo.
La moto era uno spettacolo, le curve erano come una carezza sulla natica: leggera, precisa e sensuale. Niente di più eccitante, una corsa per le strade semi deserte di Londra era quello che mi serviva per affrontare l'argomento come ti salta in mente di spendere sterline per me, con Luke. Non capivo il suo gesto, che stesse giocando come i ragazzi? Che avesse anche lui una Roster nascosta nel cassetto? Che volesse sottrarmi ad Harry? Non credo arriverebbe a tanto, ma una moto ad una semplice amica come me, era un gesto troppo eccessivo anche se lo avesse fatto Harry. Scossi la testa, riprendendo a guidare e corsi sulla via delle villette bianche, notai quella di Louis, illuminata dalle prime luci di natale. Poi quella di Zayn, con la porta d'ingresso aperta e, con le solite musichette natalizie in eco per il quartiere, vidi Chanel e Madison uscire dalla casa di quest'ultima e suonai il clacson per salutarle. Mi fecero un cenno e ripresi a correre, superando casa mia e villa Styles, girai a sinistra dopo dieci isolati e imboccai la strada per casa di Luke. Una volta arrivata, parcheggiai di fronte l'enorme loggia e tolsi il casco, scuotendo la testa per via dei capelli schiacciati e mi ritrovai il diretto interessato nel giardino principale intento ad addobbare l'ingresso della casa. Semplice, come le ville del mio quartiere, Villa Hemmings veniva colorata con svariati addobbi e festoni luccicanti che davano non nell'occhio, ma di più. Pregavo che gennaio arrivasse velocemente, dato che casa nostra sarebbe diventata un faro per navi in arrivo, e aerei pronti all'atterraggio. Mia madre voleva a tutti i costi battere i vicini di fronte, i Kimberly, i quali festeggiavano il natale in grande. Mamma aveva comprato gli addobbi a giugno, tenendo egoisticamente per sé il progetto. Era aggressiva, competitiva, e una grandissima stronza: io ero la sua copia, con una trentina di anni in meno.
<<Vedo che il mio regalo ti è piaciuto>> ed ecco il principe azzurro venirmi incontro, con i suoi ricci perfetti, gli occhi che brillavano sotto le prime luci serali e i suoi abiti neri spezzati da un giaccone di jeans identico al mio. Io lo trovai buffo, Luke mi guardò e rise a sua volta, Harry lo avrebbe trovato patetico.
<<Il tuo regalo è un preliminare che dovrei rifiutare, ma sono egoista nel farlo>> ammisi, ancora sulla moto e scorrendo le dita sul manubrio in vernice sospirando. Cosa avrei detto ad Harry? Che il mio ex, ancora preso da me, mi ha regalato una Kawasaki nuova di zecca? Immaginai già Luke al suo stesso funerale, una me che faceva visita ad un Harry in prigione, e sempre una me a contare i giorni finché il suo ragazzo non verrà scagionato per aver commesso un omicidio. La causa di tanto scalpore? Il mio ex mi regala una moto che nemmeno la principessa Margaret rifiuterebbe. In prima pagina sul Times, ecco dove immaginavo la mia faccia.
<<Non è fatto per essere rifiutato, infatti>> sussurrò lui, accarezzandomi una spalla e stampandomi un bacio sulla guancia. Mi corressi: quasi sulla fossetta vicino le mie labbra, e il peggio lo sentii nel mio corpo quando avvampò al gesto. Okay, diamoci un contegno, Payne.
<<Harry ti ammazza se viene a sapere di questo>> mormorai, mettendomi verso di lui con le gambe, e non esitò a infilarsi tra di esse. Luke mi guardò alzando le spalle e portandomi i capelli dietro le orecchie, soffermandosi ad accarezzarmi gli zigomi con i pollici. Vorrei ritrarmi da questi suoi gesti, da questo suo continuo flirt.
<<Correrò il rischio, l'importante è che tu sia felice>> sussurrò, a pochi centimetri dal viso e gli occhi puntati nei miei. Azzurro, serenità, provocazione, e le sue labbra sfiorano lentamente le mie lasciando che un brivido mi percorresse tutto il corpo. Non andò oltre, mi lasciò sospesa ad un filo e con il cuore che si stava impegnando a soffocarmi la gola, come se avessi un cuscino in faccia. Luke mi rivolse un sorriso, mentre scorreva con le dita sulle braccia e sulle gambe, si allontanò lasciandomi così, senza niente, e il suo profumo australiano addosso. Io, ancora senza parole da quel gesto, presi la forza di estrarre il cellulare dalla tasca del giaccone e rispondere alla chiamata.

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