41. Thin white lies

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Royal Henry era immersa nel silenzio. Nessuna canzone di natale, nessuno che parlava, nessuno che correva nei corridoi col rischio di rompere qualcosa. C'erano solo i tintinnii dei bicchieri di cristallo, delle posate d'argento messe ai lati dei piatti, i mocassini dei maggiordomi e delle cameriere che calpestavano il parquet della sala ricevimenti. Il piano degli ospiti popolava nel silenzio assoluto.
Ero lì da sole due ore e la noia stava prevalendo su tutto. Non sapevo cosa fare, erano le dieci del mattino e la camera dov'ero non aveva intrattenimenti. Leggere un libro avrebbe annoiato, di studiare non se ne parlava, di stare in chiamata con le ragazze mentre erano con i propri fidanzati non mi andava. Harry dormiva, maledetto fuso orario.
Giocai con i ciondoli del bracciale di Luke, la mezza idea di chiamarlo mi martellava il cervello. Se fossi uscita per un'oretta non sarebbe dispiaciuto a nessuno, non potevano mica obbligarmi a stare chiusa in questa loggia fino al ventisette. Presi il cellulare, cercai il numero di Luke e aspettai che rispondesse alla chiamata. Cadde la segreteria, provai a richiamarlo. Nulla, era al quarto sonno anche lui. Calum era tornato in Australia, evitai di chiamarlo: c'era il fuso orario e lui era in letargo. Michael? No, impossibile. Se l'avessi chiamato ci avrebbe provato come un assatanato, non che chiamare Luke avrebbe risolto la questione...perché non avevo amiche femmine? Bussarono alla porta, lasciando che le seghe mentali abbandonino la nave momentaneamente.
<<Avanti>> il fratello di Maya fece capolino nella stanza, non ricordavo nemmeno come si chiamasse. Tomas se non sbaglio, come il padre.
<<Immaginavo che ti stessi annoiando. Sto andando in centro, vuoi venire?>> tutta questa confidenza dove l'avevamo coltivata? Mi sollevai sui gomiti e scossi la testa. Ci mancava questo figlio di papà a farmi la corte.
<<Preferisco annoiarmi che venire con te>> portai le braccia dietro la testa e tornai a fissare il soffitto. Uscire con il fratello di Maya mentre Harry dormiva beato negli Hamptons non era una buona idea, se mi avesse chiamato e glielo avessi detto mi avrebbe fatto il cazziatone a distanza, avremo litigato e avremo risolto solo fra tre giorni. Litigare col proprio ragazzo il giorno della vigilia di natale non mi andava. Scartai anche quello dalla lista delle cose da fare.
<<Sai, potresti anche essere gentile con chi ti ospita nella propria casa>> era ancora lì? Sospirai, sollevandomi dal letto per guardare il ragazzo sulla soglia della porta. Carino, era la versione maschile di Maya, solo che lui era più alto della sorella ed era un anno più piccolo di me.
<<Ascoltami, io non volevo neanche venire. L'ho fatto per Liam, Maya e le mie sorelle sotto costrizione di mia madre. Non voglio uscire con te per il semplice fatto di star aspettando un amico che mi venga a salvare prima di questa sera. Perciò, se non ti dispiace, quella è la porta la quale rimarrà chiusa ad ogni tua singola cortesia>> lo spinsi leggermente dal petto e chiusi la porta prima che lui potesse aggiungere altro. Sospirai di sollievo, sentendo il cellulare squillare e appena vidi il nome di Luke sullo schermo risposi. Finalmente qualcuno che sopportavo.

Dopo essermi infilata i vestiti per quella sera, una gonna e un maglioncino corto, entrambi neri, presi cappotto e borsa precipitandomi fuori dalla loggia. Mandai un messaggio a Liam, dove lo avvisavo che sarei tornata per cena e che stavo facendo un giro con un amico. Lui sembrò capire, rispose con un ci vediamo a cena e fine, ero fuori Royal Henry nel giro di due minuti.
Luke era poggiato sulla sua auto a fumarsi una sigaretta, sorrisi vedendo una faccia famigliare e non un ragazzino di sedici anni che ci provava. Poteva anche essere il fratello di Maya, ma con Tomas non avevo rapporto e non volevo averlo.
<<La tua faccia dice che sei contenta di vedermi>>
<<Molto intuitivo, Hemmings>> mi parai di fronte a lui, prendendo la sua sigaretta tra le dita e fecendo un tiro lungo e lento. Luke mi guardò, sorridendo leggermente e riprese la sigaretta sfiorandomi di poco le dita. Iniziai a scavarmi la fossa, in modo che Harry mi possa seppellire una volta tornato dagli Hamptons.
<<Quello è il fratello sedicenne di cui mi hai parlato?>>mi affiancai a lui, poggiandomi alla sua Audi R8 e annuii, incrociando le braccia al petto guardando la direzione che aveva indicato Luke.
Tomas mi fece un saluto da lontano, lo ignorai e tornai a guarda Luke che se la rideva sotto i baffi. So a cosa stava pensando, gli diedi un pizzicotto sul braccio e feci il giro della macchina per per poi entrare.
<<Non stareste male assieme>> mi canzonò una volta entrato, ridendo ancora. Lo pagavano male, al circo non c'era più l'intrattenimento di una volta.
<<Dovresti iniziare a cercarti una ragazza>> mise in moto e mi guardò da capo a piede. Perché non mi stavo zitta una volta tanto?
<<Al momento è occupata a ricevere avance da un ragazzino ricco, non vorrei mettermi in mezzo alla loro storia d'amore>> mi prese in giro lui, uscendo da villa Henry e ridacchiando sotto i baffi.
<<Preferirei che fosse una donna a farmi le avance, non un sedicenne in fase ormonale>> mi stiracchiai sul sedile e presi gli occhiali da sole di Luke dal suo naso.
<<Nella prossima vita nascerò donna>> mi diede un pizzicotto sul fianco e mi lanciò un'occhiata fuggitiva mentre cambiava marcia, imboccando la superstrada.
<<Dove mi porti, Lucy?>> Picchiettai il dito sulla coscia e lo  guardai da dietro i suoi occhiali.
<<In spiaggia, ci vorrà un'oretta e mezza>> rispose, accendendo la radio e cercando qualcosa di decente nelle stazioni. Aveva una macchina da milioni di sterline e non usava il bluetooth? Per fortuna c'ero io con la mia playlist pronta a salvare questa tortura.
<<Allora è meglio che Alex Turner ci salvi. Esiste il bluetooth, sai>> gli tolsi la mano dalla radio e collegai il mio cellulare a essa. Cercai la playlist e la feci partire, iniziando a godermi il viaggetto con Luke. L'ultima volta che mi portò in spiaggia fu ad aprile, voleva passare del tempo con me in modo da calmare il mio caratterino scontroso verso i suoi confronti per via della storia con Niall, della scommessa tra Jack e Jones, ma ormai era acqua passata e il resto non contava.
Pensai che non avrei dovuto chiamarlo quella mattina, ma rimanere in quella casa sarebbe significato morire di noia su quel materasso ad acqua e subire un sedicenne innamorato che falliva nel tentativo di provarci. Meglio Luke che Tomas. La differenza era ben evidente.
<<Allora, com'è avere una cognata miliardaria?>> Domanda il biondo, lanciandomi un'occhiata continuando a sfrecciare sulla strada. Maya mi aveva dato l'impressione di essere una di quelle ragazze americane ricche, le quali si vantano di avere una famiglia miliardaria che possedeva proprietà su proprietà. Era tutto il contrario.
<<Sembra di avere un Liam al femminile, con quattro anni in meno>> presi il cellulare e iniziai a scorrere sul sito di Shein, sperando di trovare qualcosa di carino. Avevo bisogno di nuovi vestiti, quelli nell'armadio stavano iniziando ad andarmi stretti ed ebbi la netta sensazione che sarebbero passati a mia sorella molto presto. 
<<Ti trovi bene, quindi?>> chiede ancora, fermandosi dopo dieci minuti in un parcheggio. Eravamo arrivati in spiaggia con mezzora di anticipo. Aveva corso parecchio, ma la sua auto era una di quelle sportive. Se non correvano quelle, chi doveva farlo?
<<Sì, è simpatica>> alzai le spalle e finii di aggiungere dei capi di abbigliamento al carrello. Tra due settimane avrei ricevuto il pacco. Uscii dalla macchina e stiracchiai le braccia, accogliendo il profumo di salsedine nelle narici. C'era un filo di vento, il sole batteva forte nonostante fossimo a dicembre e le onde del mare erano calme. Sembrava di essere in un aprile italiano del sud. 
<<Mangiamo qualcosa, poi facciamo due passi>> Luke mi prese per mano e mi portò con lui, camminando sulla litoranea mentre mi parlava del più e del meno. Sembravamo una coppia, ma non ero la sua ragazza. 

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