50. Rather be the hunter than the prey

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Dopo un paio d'ore passate con Harry, decisi di raggiungere la palestra in modo da sgombrare la mente. Mens sana in corpore sano. Ero motivata, troppo motivata, tanto da eseguire gli esercizi uno dopo l'altro senza fermarmi. Con la musica a tutto volume, accompagnai riscaldamento, sollevamento pesi, addominali, esercizi per la schiena e stretching per ben due ore. Il mio tutor mi dava un'occhiata una volta ogni tanto, mi ricordava di fermarmi cinque minuti, ma ero su di giri. Saranno state le ore con Harry, le scuse dette una dopo l'altra, la decisione sulle moto, i momenti nel letto del mio ragazzo. Ero troppo felice, mi sentivo leggera e spensierata. Afferrai la bottiglietta di plastica, bevvi metà dell'acqua all'interno e mi stesi su una panca, prendendomi cinque minuti di pausa dopo lo stretching, prima di tirare qualche pugno al sacco. Sarei stata dagli Snakes per qualche mese, il tempo giusto di raccogliere le informazioni necessarie in modo che James risolva gli omicidi di Jackson e Jones. Vorrei arrivare direttamente al giorno in cui  Niall, Taylor, Mark e tutta la compagnia bella verranno arrestati, che le guardie li sbattano in prigione, così che marciscano fino alla fine dei loro giorni. Oltre l'accusa di omicidio, in ballo, c'era qualcosa di più. Qualcosa che dovevo ancora scoprire, qualcosa che Luke poteva sapere. Perché Jackson doveva dei soldi a Williams e Sullivan? Perché avevano ucciso Carl e Edward? Me lo domandavo da giorni, da quando James chiese il mio aiuto per le indagini e i segreti che Jackson nascondeva a me e al clan. Se Jones fosse vivo, ora, avremmo una pista.
<<Guarda chi si rivede>> aprii di scatto gli occhi, mi sollevai nello stesso modo dalla panchina e strinsi la bottiglietta dell'acqua tanto da far saltar via il tappo. Poggiato allo stipite della porta della saletta, con le braccia incrociate e un sorrisetto sghembo sulle labbra, Niall mi guardava con un certo sguardo. I suoi occhi azzurri brillavano, erano attenti e si spostavano su di me, si soffermavano sul petto scoperto e sudato, scendevano sulle gambe e tornavano sulle mie spalle, sul mio collo e, infine, sul mio viso. Presi un grosso respiro, mi concentrai sull'obbiettivo e continuai a ripetermi che potevo farcela. Dovevo farcela.
Poggiai la bottiglietta esplosa sulla panca, mi drizzai col corpo e incrociai le braccia per poi sollevare il mento in modo da reggere lo sguardo penetrante di Niall. Nella mia testai cominciarono a ripetersi le parole di Harry, le quali sussurrava ogni volta che avevo un incubo, ogni volta che cadevo nel ricordo di quel freddo venerdì. Divennero il mio mantra.
<<Niall>> entrambi avanzammo di un passo, entrambi ci guardammo con insistenza. Con la coda dell'occhio notai una macchia sul suo bicipite, avvolto dalla pellicola. Pensavo che avesse paura degli aghi, invece eccolo qui con un tatuaggio fresco sul braccio sinistro.
<<Kendall>> la sua voce fu un sussurro. Niall si era avvicinato di più, eravamo a pochi passi, uno di fronte all'altro. La paura è come un insetto fastidioso, ricordalo Kendall.
<<Pensavo che fossi scappato in Irlanda, dopo le tue ultime prestazioni da gentiluomo>> mormorai sarcastica, e lui sorrise emettendo un suono dolce. Rise leggermente, allungò una mano verso di me, le sue nocche scivolarono sulla mia guancia. Un tocco gelido, delicato, ma senza alcun sentimento. Strinsi le mani, cercando di non prendere la sua e toglierla innervosita. Devi ucciderla, o non ti darà pace.
<<Ho un piano da concludere, una ragazza da vincere>> mormorò, accarezzandomi il labbro inferiore col pollice e sollevandomi il mento con l'indice. Per lui non ero che una scommessa, una vittoria in sospeso, una vita a metà. Solo un premio in palio da rubare, da vincere a tutti i costi con la forza e tenere al sicuro, in una stanza chiusa a chiave, nel suo castello. Niall amava ottenere tutto ciò che voleva, comprese le ragazze. Allora capii dove andare a parare: dovevo ritornare quella di una volta, la Kendall innamorata di un ragazzo che non meritava. Decisi di reggergli il gioco. Portai le braccia intorno al suo collo, azzerai le distanze e lo guardai con un sorriso che stava a significare solo una cosa: flirt.
<<E dimmi, Horan, hai già in mente un piano?>> l'indifferenza, in certi casi, era fondamentale. Dovevo mettere da parte tutto, compreso il giorno più brutto della mia vita, quello che mi aveva resa ciò che ero, che mi ruppe i mille pezzi. E non parlavo del venerdì tragico, quello era solo una parte della mia indifferenza. Mi riferivo al giorno in cui Luke e Niall si sfidarono, quello in cui l'ultimo perse e il primo vinse. Parlo di quando, per la prima volta, mi tolsero la possibilità di amare una persona con tutta me stessa, di donare la mia vita a qualcuno, di condividere le mie passioni. Ma, da una parte, ero felice di quel che era successo con Niall, con Luke, con il resto del clan. Ero felice perché avevo incontrato Harry, l'unica persona che contava per davvero era lui.
<<Kendall, Kendall, Kendall. Ho sempre un piano, dovresti saperlo>> le mani di Niall scesero lungo la schiena, sfiorarono la curva e costrinsi il mio corpo a reagire, a rabbrividire, lasciando credere al biondo che il contatto mi piacesse. Avrei tanto voluto prenderlo a schiaffi, lui e la sua meschinità.
<<Buono a sapersi>> Fai della paura la tua arma. Continuai a ripeterlo, a ricordarlo, dandomi la forza di sopportare il tocco di Niall, le sue mani addosso, il suo respiro sulle labbra, i suoi occhi che incendiavano, il mio corpo bloccato tra un muro e il suo petto. Il suo fisico era cambiato, era diventato più massiccio, muscoloso e rigido. I capelli ora erano di un biondo scuro, il suo colore naturale, in contrasto con i suoi occhi azzurri e vivi. Presi un grosso respiro, gli accarezzai una guancia e lo guardai. Avrei vinto l'oscar per la miglior attrice dell'anno, dopo questa messa in scena.
<<Ho sentito che tu e il riccio vi siete lasciati>> ora le sue labbra erano sul mio collo, lo baciavano piano e le sue mani mi stringevano i fianchi. Chiusi gli occhi, stringendo i pugni e contando fino a dieci. Non devi farti sottomettere da lei, non può averti e non ti avrà mai. Harry è nella mia testa. Medito con lui le sue stesse parole e, lentamente, mi convinco dell'idea che posso dominare Niall.
<<Mi annoiava, era troppo dolce>> una dolcezza che liberava le farfalle nel mio stomaco, lasciava che gli elefanti danzassero assieme ad esse, che i brividi invadessero la pelle come un esercito di soldati scatenati. Una dolcezza lenta e violenta allo stesso tempo. Harry sapeva essere bipolare in tutti i sensi.
<<Sappiamo entrambi che a te piace il pericolo, la fantasia sessuale. Harry non è degno di certi privilegi>> sussurrò, sollevandomi dalle gambe e portandomi con lui sulla panchina di legno. Mi sistemò a cavalcioni, tenendomi ben stretta al suo corpo in modo che non scappassi. Mi guardai intorno, la porta era lontana e la saletta era deserta. Ringraziai il cielo per quella grazia e ritornai a guardare il biondo. Oh, Niall. Non puoi immaginare quanto Harry sia pericoloso, quanto fosse privilegiato dell'onore di avermi e di rendermi vulnerabile, quanto la sua immaginazione oltrepassasse il limite. Ricordo ancora della volta in cui mi bloccò i polsi al letto, prese dei cubetti di ghiaccio dal freezer e farli sciv-
<<Era solo una distrazione, niente di più>>
<<Il lupo perde il pelo, ma non il vizio>> rispose lui, sorridendo sghembo e spostandomi una ciocca di capelli dietro l'orecchio. Sollevai le spalle e presi a giocare con la sua collana, attorcigliandola tra le dita. Fanne il tuo punto di forza, Kendall.
<<Sai, Niall, pensavo a una cosa>> era il momento di scoprire le mie carte, di giocare tutto e sperare in una scala reale al fine partita. Niall mi guardò, sollevando un sopracciglio e aspettando che parlassi.
<<Avrai bisogno di qualcuno al tuo fianco>> mormorai, accarezzandogli le vene sulla mano. Le sue iridi si spostarono sulle nostre mani, rilassò i muscoli sotto il mio tocco e rimase fermo a guardare le dita che scorrevano su di lui. <<Qualcuno che ti consigli le decisioni  da prendere>> chiusi gli occhi baciandogli il collo, salendo con le dita sul suo braccio. La sua pelle fu invasa da brividi, le sue mani allentarono la presa sui fianchi. Niall piegò la testa di lato, sospirando sottovoce e annuendo con lentezza. Sarai il cacciatore, condurrai tu il gioco. Non dimostrarti debole, regna sulla tua stessa paura e trasformala nella tua carta vincente. Immaginai Harry dietro di me, a sussurrarmi parole che avevo già sentito troppe volte, le quali non mi sarei mai stancata di ascoltare.
<<V-vuoi davvero essere la mia regina?>> mugolò il ragazzo sotto di me, in preda all'eccitazione. Passai la lingua sul suo collo, mossi il bacino contro il suo e graffiai di poco la sua pelle. Conoscevo i punti deboli di Niall come se fossero le mie tasche, i modi in cui averlo completamente ai piedi. Stavo per raggiungere il mio scopo, Niall stava cedendo.
<<Rivoglio il controllo>> sussurrai, ondeggiando i fianchi su di lui. Le sue mani scivolarono sul mio sedere, lo tennero stretto e guidarono i movimenti. Niall era confuso, con le labbra schiuse e lo sguardo perso. Si stava eccitando, stava crollando. <<Voglio sentire il fuoco, come una volta. Voglio governare con te, essere la regina dell'inferno con te al mio fianco>> mormorai le parole come se fossero una sinfonia sensuale, accarezzavo le braccia di Niall con delicatezza, baciavo la sua pelle come se fosse un oggetto di cristallo. Lui annuiva alle mie parole, mugolava per quello che gli stavo dicendo, lasciandosi persuadere dai miei gesti. Sai bene quanto sia difficile governare, ma sei nata per questo. I demoni si inchineranno solo a te.
<<Dovrai danzare per me>> ansimò il ragazzo, stringendomi a sé e nascondendo il viso nell'incavo del mio collo. Avevo sentito parlare del rito di iniziazione per le ragazze che entravano negli Snakes. Uno strip nel locale degli Hagrid, aperto solo per chi faceva parte del clan.
<<Non sarà un problema>> gli presi il viso tra le mani, tirai un sorriso sghembo e mi avvicinai a lui soffiandoli sulle labbra. <<Ad una condizione, però>> una volta che avrai la preda in pugno, sai bene cosa dovrai fare: attacca svelta, e prendi il posto che ti spetta.
<<Tutto quello che vuoi, angel>> Niall era devoto a me, le iridi brillavano di luce propria, battevano su un azzurro chiaro e aspettavano che parlassi, che finissi quella tortura infernale. Harry aveva ragione, come sempre. La paura è come un insetto fastidioso: devi ucciderla. Devi farne la tua arma, il tuo punto di forza.
<<Il gioco tra di noi, lo conduco io. Sarò io il leone, e tu il gladiatore. Sarò la tua regina, e tu il mio schiavo. Non mi toccherai, bacerai, o prenderai senza il mio consenso>> Niall annuì, lasciandosi baciare sulla mascella, sul collo, dietro l'orecchio. Si lasciò toccare sulle braccia, sul petto, sull'addome. Si lasciò fare di tutto, dandomi il completo accesso al suo corpo. Ormai era in gabbia, completamente sottomesso.
<<Non deciderai per me, sarò indipendente. Ti lascerai comandare a mio piacimento, toccare quando vorrò. Ma, dovrai promettermi una cosa>> fissai freddamente lo sguardo nel suo. Niall sembrò esitare, poi annuì guardandomi supplichevole.
<<Ogni suo desiderio è un ordine per me, sua maestà>> mi sollevai da lui presi le mie cose sotto il suo sguardo attento. Si alzò subito dopo, aspettò che gli dessi una risposta. Mi avviai verso la porta, Niall mi afferrò la mano con violenza. Il suo gesto mi infastidì, fui veloce con i movimenti. Gli presi la mano e lo spinsi contro il muro per poi premere il braccio contro il suo petto. Poco più alto di me, il biondo mi guardò sorpreso e con un pizzico di panico negli occhi. Era fottuto.
<<Tocca con un solo capello a Madison, Chanel, Claire o Allyson, e vedrai le fiamme dell'inferno, bruciarti vivo, per opera mia>> spinsi il braccio contro di lui, togliendogli il respiro lentamente. <<Prova a mettermi contro Zayn, Louis, Luke, Calum e il resto del clan, e vedrai il buio calare nei tuoi occhi>> lo presi per il colletto e lo spinsi sul materassino per terra. Lui mugolò per la botta e mi guardò, i suoi occhi chiedevano pietà. Sapeva di cosa fossi capace, sapeva che non doveva sfiorare quelle persone. Buttai il borsone per terra e mi chinai verso il ragazzo, infilai una gamba tra le sue e premetti il ginocchio contro il cavallo dei suoi pantaloncini da basket.
<<Avvicinati alla mia famiglia e giuro su Dio che affronterai le peggiori pene dell'inferno>> lui ansimò per il dolore. Lo guardai, annuì svariate volte e cercò di togliermi da lui. Non ho finito, non ancora Niall. Lo presi per il colletto e avvolsi la mano libera attorno al suo collo, facendo pressione con indice e pollice.
<<Infine, cosa più importante>> portò la mano attorno al mio polso, pregandomi con gli occhi di smetterla. <<Prova solo ad avvicinarti ad Harry, a toccarlo, provocarlo, istigarlo, mandare Taylor a fare la gatta morta con lui, e finirai al tuo stesso funerale>> lasciai la presa, mi sollevai da lui e ripresi il borsone da terra mettendolo in spalla. Niall tossì, rimanendo al suo posto e osservandomi di sottecchi mentre raggiungevo la porta.
<<Perché lo hai fatto?>> domandò, prima che potessi andare via. Mi voltai, sorridendo alla sua domanda. Notai il terrore nel suo sguardo, i demoni cominciarono a incamminarsi verso di lui, stavano per prenderlo, trascinarlo con loro. Niall stava per sprofondare nel suo loop infernale.
<<Ti sei messo contro la ragazza sbagliata. Ora soffrirai, come ho sofferto io>> e lo lasciai in quell'angolo, ad accogliere tra le braccia il suo peggior incubo: me.

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