24. Don't run from me river

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Quando raggiungemmo la fossa dei leoni, un anfiteatro romano ormai abbandonato, il silenzio regnò sugli spalti tutti attorno. Io ero al posto dell'imperatore, l'atrio principale era illuminato dalle luci le quali si innalzavano dietro i gradoni. Con una lentezza moderata, i posti si riempirono in un religioso silenzio, il quale mi fece rabbrividire. La calma, in questo momento, non era una delle mie principali emozioni. Ero costantemente in ansia, non sapevo cosa fare e l'unico pensiero era: non avrei mai permesso ad Harry e Luke di prendersi a pugni, di fronte a un centinaio di persone per l'aggiunta. Poggiai le mani sul cornicione in pietra e cercai di capire come uscirne, avrei comandato io in qualsiasi circostanza, giusto? Perché non iniziare a cambiare le cose già da ora, prima che uno dei due ragazzi si ammazzasse e persone innocenti finissero nei guai per colpa loro e mia? Mi venne un'idea, ma dovetti sbrigarmi prima che iniziassero a prendersi a menate.
<<Dove stai andando?>> i ragazzi erano saliti assieme a me sul balcone dell'imperatore. Louis mi guardò, forse aveva capito dove volessi andare a parare. Mi fece un cenno di consenso e scese in fretta la scalinata trascinandosi dietro Chanel e Madison. Rimasi con Zayn, il quale non disse una parola. Parlai io, come sempre.
<<Evito che si ammazzino>> risposi alla sua domanda precedente, lui annuì e mi fece cenno di andare. Sospirai, scendendo con lui verso le gabbie, nelle quali tenevano i leoni in un tempo ormai lontano. Mi sarebbe piaciuto anche vivere a quei tempi, solo per vedere cose del genere o vestire da ancella per uno dei tanti imperatori i quali regnarono nel mondo per tempi infiniti. Tranne nell'età di Nerone, il quale nominò senatore un cavallo. Un cavallo, esatto.
<<Che intenzioni hai?>> domandò Zayn, facendo svanire una me su un cavallo con un vestito da valletta imperiale. Scossi la testa, guardando il ragazzo al mio fianco e mi fermai metri prima dei due sfidanti. Non so chi dei due stava messo peggio mentalmente, ma sapevo che io ero l'unica la quale ragionava su determinate cose. Luke non vedeva l'ora di prendere a pugni in faccia Harry per il suo menefreghismo verso i miei confronti, l'inglese moriva dalla voglia di rovinare il bel faccino di Luke per via della premura -e della gelosia- che esercitava verso i miei confronti. Avevo visto il biondo allenarsi in palestra, rompere nasi a chi ci provava con me e non lo avrei assicurato a nessuno. Harry? Avevo il giusto presentimento su di lui. Non c'eravamo mai allenati insieme, avevo imparato a difendermi grazie alla maestria di Luke nello spaccare sacchi da box. Ma non sottovalutavo Harry, aveva forza sufficiente per lanciare un ascia contro un muro. Le sue spinte e le sue prese avevano lasciato il segno, sempre.
Scossi la testa, guardando Zayn il quale non sembrava contento della mia decisione. Era scoccata la mezzanotte, eravamo avvolti dal buio e dalla quiete della natura. Moscerini che volavano, di zanzare non c'è n'era ombra. Infilai le mani nella giacca e mi strinsi nelle spalle riprendendo a camminare verso la galleria. Zayn mi seguì, rimanendo in silenzio e non ricevendo risposta da me. Ero ancora incazzata con lui e il suo abbandono.
Quando vidi Luke ed Harry a fine galleria, i due si zittirono e mi guardarono. Si avvicinarono a noi due, in totale silenzio e con sguardo torvo. Se loro erano incazzati, non immaginavano nemmeno quello che stavo provando io in quel momento. Erano dei cazzoni, ma il quesito era: chi superava chi?
<<Non ci sarà nessun combattimento, passeremo direttamente alla corsa nella foresta vicino il Martin. Non mi interessa quello che pensate, non mi importa se non siete d'accordo, sono stanca di essere spostata da un posto all'altro per una stupida sfida>> e guardai Harry, il quale rimase in silenzio. Le sue labbra si chiusero in una linea dura, strinse i pugni e le nocche gli diventarono bianche. Ma rimase in silenzio, annuì e spostò lo sguardo su Luke. Lui era consapevole di quello che stavo dicendo, perciò acconsentì alla mia scelta con un cenno della testa e fece un passo avanti verso di me. Mi poggiò le mani sulle spalle e le strinse, lasciandomi un bacio sulla fronte tornando a guardarmi.
<<Dopo dieci minuti nella foresta, ti verrò a cercare>> mormorò Luke, staccandosi piano da me e continuando a tenermi d'occhio. Annuii solo, stringendomi di più nelle braccia e guardai Harry, il quale era intento a osservare tutto tranne che me. Feci un cenno con la mano a Luke e Zayn, esitarono per un attimo, ma mi lasciarono subito dopo da sola con Harry. Gli avrei dovuto dire cosa pensavo, cosa mi frullava per la testa, ma esitai e lo guardai soltanto. Ebbi la sua attenzione, portò la schiena sul muro e alzò un sopracciglio cercando di capire le mie intenzioni. Suonarti uno schiaffo in faccia e un calcio nelle palle, ecco quali erano le principali, ma andai subito alle secondarie.
<<Spero che sia Luke a vincere, la tua folle idea mi sta facendo impazzire>> commentai, allargando le braccia e portandole subito lungo i fianchi. Rise, scuotendo la testa e passando una mano tra i capelli. Si staccò col corpo, avvicinandosi a me. Rimasi ferma, non volevo dargli motivo in più che avessi paura dei suoi modi di fare con me. Sapeva che avrei ceduto ad un solo tocco.
<<Sappiamo entrambi che non vuoi lui al tuo fianco>> mormorò lui, egoista come sempre nel dovermi condividere con qualcuno che non sia se stesso. Mi faceva divertire questa parte di lui, quella un po' stronza velata di sarcasmo e oscurità tormentata. Sembrava così calmo all'inizio, un vero sostegno a cui aggrapparsi che caddi nella sua dannata trappola egoista. Lui si divertiva così con le ragazze, magari non era nemmeno vergine. Magari lo avrà detto solo per avermi, per farmi sentire la prima per lui, ma l'ennesimo per me. Taylor lo avrà soddisfatto con enorme piacere e accolto a gambe aperte. Il pensiero di loro due a letto mi fece salire il vomito.
<<Se è per questo, non voglio nemmeno un pallone gonfiato, egoista, puttaniere, e menefreghista del cazzo al mio fianco. Io sto bene da sola, stavo bene prima di incontrarti>> sputai fredda, alzando di poco la voce e mentendo leggermente. Stavo bene con lui, ma non volevo che la nostra relazione si basasse su una scommessa.
<<E aspetti che io ti creda?>> mi domandò, avvicinandosi di più abbassando la testa verso di me. Sentii il suo respiro sulla pelle, questa rabbrividire e i leoni ruggire nello stomaco. <<Ti devo ricordare com'eri felice quando salivi sulla mia moto, indossavi le mie maglie e sorridevi dopo che ci baciavamo?>> continuò a parlare, domandando del palese sentimento che provavo verso di lui e dei gesti che ci scambiavamo. Rimasi in silenzio, guardando da un'altra parte cercando di non urlargli quanto mi avesse fatto male, distrutta, sapere che dietro i suoi gesti c'era un accordo tra lui e Jackson.
<<Non ci hai pensato due volte, però, a mentirmi sul resto>> gli risposi, cercando di superarlo con scarsi risultati. Mi prese dal polso e mi spinse contro la parete, bloccandomi tra lui ed essa. Tese le braccia, poggiò le mani ai lati della mia testa e mi guardò. Decifrai il suo sguardo furioso, senza alcuna sfumatura di felicità o sentimenti positivi. Aveva una tempesta in quelle iridi chiare con le pupille dilatate per via del nervoso, del mio brutto carattere. Ingoiai un groppo alla gola, tenendo lo sguardo nel suo e cercando di non cedere, cadere, ancora una volta.
<<Ti ho detto che mi dispiace, che l'ho fatto per te e che il resto è solo per tenerti al mio fianco. Non sopporto di vedere la ragazza che mi piace tra le braccia di un altro: prima Louis, poi Zayn e ora Luke? Ho dei cazzo di sentimenti, Kendall!>> urlò a pochi centimetri dal mio viso, battendo un pugno sulla parete. Sussultai per lo spavento e mi strinsi di più alla pietra umida dietro la mia schiena. Non soffriva solo lui per quello, non era solo lui che stava male e pensava all'altra tra le braccia di una persona estranea. Non era l'unico che non poteva avere chi amava.
<<Dovevi pensarci la prima volta che mi hai persa>> mormorai, lasciando che le lacrime prendessero il sopravvento bagnandomi il viso. Una delle sue mani si posò con lentezza su di esso, mosse il pollice sulla guancia asciugandomi la pelle e lasciando che questo si bagnasse delle mie lacrime. Mi aveva completamente distrutta, pensava solo al suo bene e non al mio.
<<Io sono venuto a riprenderti, Kendall Nicole Payne. Io sto lottando per te, sto consumando il mio corpo per riavere il tuo su esso, o accanto. Lotto per amore, mia piccola guerriera. E quando ti avrò di nuovo, sappi che sarà l'ultima volta che ti avrò persa. Tu sei mia, e di nessun'altro>>.

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