53. Such a stalker, a watcher, a psychopath

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Il calcio che diedi alla porta, inizialmente, non mi sembrò così forte da poterla aprire. Ma, quando questa si spalancò, i due ragazzi al mio fianco si lanciarono un'occhiata decidendo di rimanere in silenzio. James aveva chiamato, dicendomi che aveva una pista e un appartamento da perquisire. Mi offrii volontaria, volevo che tutto questo finisse e che gli irlandesi bruciassero all'inferno.
Entrai nell'appartamento con Luke e Zayn, i quali lasciarono l'ospedale assieme a me circa un'ora fa. La casa in questione si trovava nel cuore di Londra, una zona abbastanza trafficata da macchine e gente che andava e veniva. L'appartamento era grazioso, fornito di qualsiasi necessità. Il salotto e la cucina erano collegati tra di loro, formando il solito open space che si vedeva, ormai, in tutte le case moderne.
<<Voi date un'occhiata qui, io mi occupo delle camere>> Luke e Zayn annuirono soltanto, iniziando a girovagare nella sala. Andai nella zona notte, infilando i guanti alle mani e imbattendomi in tre porte. Dietro una di quelle ci sarebbe stato sicuramente il bagno.
Aprii la prima, trovando quest'ultimo perfettamente pulito. Il detective James non era riuscito a identificare il proprietario dell'appartamento, il nome dell'interessato era un falso e il portiere all'entrata si era giustificato con è un tipo timido, solitario. Dedussi che il sospettato fosse un sociopatico, maniaco del pulito e dell'ordine. Il bagno splendeva, non c'era niente fuori posto. Aprii i cassetti del mobile sotto il lavandino, trovai alcune pastiglie, le riconobbi. Flaconi gialli pieni di capsule bianche. Camomilla e melatonina. Pillole a base di melissa, passiflora ed escolzia. Il soggetto soffriva di insonnia. Presi il cellulare e scattai una foto alle pastiglie, forse la Miller poteva aiutarmi a identificare il sospettato. Nel resto dei cassetti non trovai altro che accessori per il bagno: asciugamani, carta igienica, spazzolini nuovi, flaconi di dentifricio sigillati, niente assorbenti. Era di sicuro un uomo.
 Non trovai nulla di interessante, se non le pillole e un capello impigliato in un pettine, il quale conservai in un fazzoletto per poi metterlo in tasca.
Uscii dalla toilette e aprii la seconda porta, quella della camera da letto. La stanza era dominata dal buio. Alla cieca cercai l'interruttore della luce sul muro, non trovandolo presi il cellulare e accesi la torcia. Rimasi di sasso quando, invece di una camera da letto, mi ritrovai una camera oscura. Avevo fatto bingo.
<<Zayn! Luke! Ho trovato qualcosa!>> urlai, affacciandomi allo stipite della porta. I ragazzi mi raggiunsero dopo poco, fecero per parlare ma, vedendo la camera, rimasero in silenzio e si infilarono della stanza assieme a me. Chiusi la porta e vagai con la torcia per la stanza, doveva per forza esserci un interruttore da qualche parte.
<<Sociopatico, ossessivo, insonne>> mormorai, trovando l'interruttore e accendendo le luci rosse della camera oscura. Dal soffitto pendevano rullini, delle bacheche con alcune foto erano appese alle pareti della stanza, un tavolo -con tutta l'attrezzatura necessaria- occupava gran parte dello spazio e gli scaffali strabordavano di macchine fotografiche e scatole di cartone.
<<E anche stalker>> commentò Luke, indicando le foto sulle bacheche. Mi avvicinai a lui, osservando attentamente le figure ritratte. Varie scene riprese al Davidson e al Martin erano state scattate dal nostro sociopatico.
<<Hanno una sequenza temporale precisa>> commentò Zayn, indicando la prima bacheca, quella più vicina alla porta. Io e Luke affiancammo in nostro amico. In mezzo ai due, osservai le varie fotografie. Riconobbi il periodo.
<<Il primo giorno di scuola, quando sei venuta al Davidson>> le foto erano nitide, scattate da una certa distanza. Inquadravano me, Zayn, Calum e Louis fuori dal capannone mentre parlavamo della gara di quella sera. Gara vinta da Calum. Il resto delle foto riprendevano me ed Harry sugli spalti di cemento, accoccolati l'una all'altro. Presi un grosso respiro e, assieme ai due ragazzi, passai alla bacheca successiva. Mi sembrava di essere in una mostra di fotografie, senza aver pagato il biglietto. Entrata gratis, non rimarrete delusi!
La seconda composizione, chiamiamola così, era divisa in quattro sequenze. La prima, focalizzata sulle uscite con Harry. Il primo frullato, la pizza da Mario, la festa da Jace. La seconda, ritraeva dei momenti con Louis. La scommessa, noi due sul muretto della scuola, la volta in cui andai a casa sua. Tutti momenti intimi con i quattro ragazzi più importanti per me. La terza era dedicata a Zayn. Le scene erano diverse, partivano dal giorno della scommessa, i momenti passati assieme, noi sulla moto (come me ed Harry nella prima fascia), la serata in discoteca, noi a casa sua. La quarta fascia era dedicata a me e Luke. Il giorno in cui andai da lui al Martin, noi al Davidson, il mio attacco di panico, lui che mi baciava, la Kawasaki, e tutto il resto.
<<È ossessionato da te>> mormorò il biondo, mentre passavamo alla terza bacheca.
<<Da lei, da noi, dal capannone. Non credo che il sociopatico in questione sia Niall, c'è anche lui>> Zayn indicò le foto con il mio ex, anche quelle rappresentavano dei momenti precisi in ordine cronologico. Dal momento in cui Niall si rifece vivo, fino al nostro ultimo incontro in palestra. Questa persona seguiva me e i miei amici da settembre, sei mesi da quando sono tornata nel clan. Presi un grosso respiro e raggiunsi i ragazzi all'ultima bacheca. Foto recenti inquadravano il compleanno di Harry, il mio, le nostre uscite di nascosto, Allyson con Luke, Chanel e Madison con i ragazzi, tutti noi al capannone che ci divertivamo.
<<Dovresti chiamare James, deve sapere>> senza pensarci due volte seguii il consiglio di Luke. Il telefono squillava, ma il detective non rispondeva. Forse era impegnato in un interrogatorio o in un inseguimento.
<<Non risponde, facciamo qualche foto e andiamo. Questo posto mi dà i brividi>> i ragazzi non me lo fecero ripetere due volte. Scattammo qualche foto alla camera ottica, uscimmo dall'appartamento e ci incamminammo verso l'uscita del palazzo. Un ragazzo munito di occhiali da sole, berretto, cappotto nero e sciarpa del medesimo colore ci superò, tenendo lo sguardo basso e una borsa stretta sotto il suo braccio. Dopo la scoperta dello stalker sociopatico, non mi sorpresi più di tanto a veder gente che si nascondeva. Prima che potessimo uscire dal palazzo, il portiere mi richiamò.
<<Miss! Il ragazzo che cercavate, era quello col cappuccio>> ecco perché nulla poteva sorprendermi più di tanto: lui era il sociopatico.


Dopo la terza chiamata a James, questo mi rispose. Io e i ragazzi raggiungemmo la centrale di polizia per poter informare il detective della nostra perlustrazione nell'appartamento in cui il capo di Scotland Yard ci diede l'okay per controllare. Gli diedi il fazzoletto con il capello del presunto sociopatico, James lo mandò alla scientifica e, insieme a Luke e Zayn, andammo nell'ufficio del detective, il quale ci offrì una tazza di caffè, il mio era macchiato dal latte. Guardai a lungo la lavagna con segnato il percorso del caso, le foto attaccate e una linea temporale in fondo.
<<Avete notato movimenti insoliti in questi mesi?>> domandò lui, guardando le foto che avevo scattato sul cellulare.
<<Nulla in particolare. Sapevamo che gli irlandesi ci tenevano d'occhio, ma non credevamo che arrivassero a tanto>> indicai il cellulare e sospirai, portando la tazza vicino le labbra e sorseggiando il caffelatte.
<<C'è la possibilità che ci sia più di una talpa nei vostri clan>>
<<Nora ha abbandonato il clan dopo che Louis l'ha piantata in asso per Madison>> Zayn spiegò a James i fatti. Il detective guardò per un attimo la lavagna, strofinò il pollice contro la sua tazza, passò la mano libera tra i capelli biondi, scivolò con le dita sulla rasatura delle guance e si sollevò dal posto sospirando. Poggiò la tazza sulla scrivania, fece il giro di questa e tornò da noi munito di carta e penna. Me li passò, per poi tornare alla sua postazione.
<<Voglio nome e cognome di tutti i membri del vostro clan, nessuno escluso>> presi la penna e guardai il detective dietro la scrivania, lui tornò a fissare le foto sul mio cellulare mentre i ragazzi al mio fianco rimasero in silenzio. Iniziai a scrivere tutti i nomi, cominciando dai membri del Davidson.
<<Chanel ed Allyson non farebbero mai qualcosa di simile>> mormorano i due all'unisono, notando i loro nomi sulla lista.
<<Nessuno escluso, ragazzi. Questa storia sta andando avanti da sei anni>> sospirai rumorosamente, i due mi stavano alitando sul collo da ben quindici minuti.
<<Bob? Kendall, l'unico crimine di Bob è quello di fare i panini più buoni di tutta Londra!>> Zayn, ora ti arriva una bic nera a punta rotonda nell'occhio.
<<Nessuno escluso, Malik>> cercai di mantenere la calma alla sua insistenza, arrivando all'ultimo nome della lista.
<<Johnny? Ora me lo immagino a puntare una pistola contro Harry e sp->> mi voltai di scatto verso il biondo, il quale si fermò prima di peggiorare le cose. Harry era in ospedale da ben due giorni, e loro due continuavano a prendere la situazione alla leggera. Se fosse accaduto ad uno dei due, avrei messo in ballo la stessa preoccupazione. A quel punto mi alzai e diedi la lista a James, mentre i Luke e Zayn rimasero in silenzio. Scoppiai, non ce la facevo più, Harry era il mio sostegno e averlo lontano non mi rendeva altro che debole.
<<Avete finito di fare i bambini? Un vostro amico, nonché il capo clan, sta lottando tra vita e morte per colpa di un sociopatico maniaco dell'ordine e di irlandesi nazisti pronti a farci fuori uno per uno. E voi? Voi siete preoccupati di un pizzaiolo da galera e un ragazzino insicuro di sé!>> trattenni le lacrime, dovevo rimanere lucida e tenere testa a questi due. Zayn e Luke mi guardarono, non dissero parola. L'unica cosa che fecero, fu darmi ragione con un cenno della testa.
<<Nessuno escluso, abbiamo afferrato>> sussurrarono entrambi, tenendo uno sguardo basso. Presi un grosso respiro e ritornai seduta, James mi fissava con un certo bagliore negli occhi.
<<Lasciateci soli, devo parlare con la mamma>> i due arrossirono di colpo sulle guance, obbedendo subito dopo alla richiesta del detective. Quando uscirono dall'ufficio lasciai che un sospiro abbandonasse le mie labbra. Non mi resi conto nemmeno che stessi trattenendo il respiro.
<<Delle volte non si rendono conto della gravità delle situazioni>>
<<Sono ragazzi e hanno solo vent'anni>> li giustificò, ma non era una scusa plausibile.
<<Io ne ho diciotto, ma capisco quando le cose diventano serie>> James annuì sorridendo, mettendosi comodo sulla sua poltrona e guardò la lista che gli avevo dato. La bloccò sotto un portapenne e riprese a guardarmi, con ancora quel luccichio nelle iridi.
<<Per questo sei il capo>>
<<Anche Harry lo è, Luke tiene a bada i suoi>> mi affrettai a correggerlo, non mi piaceva prevalere sul mio ragazzo e sul mio amico.
<<Harry lo è solo per starti accanto e perché ha vinto una gara. Luke ha ancora una cotta per te>>
<<Luke sta con Allyson, ricorda?>> la fase Luke Hemmings e Kendall Payne era finita ormai da tempo. Nella mia testa c'era Styles, e nel mio cuore Harry. Non Luke ed Harry, solo il riccio dagli occhi verdi.
<<Ci sarà sempre un po' di te in lui, e in te ci sarà sempre un po' di lui. Non ti aiuterebbe a perquisire un appartamento di uno sconosciuto, se non fosse così>> rispose, lasciandomi per un attimo sospesa. Un po' di lui in me e viceversa? Che fosse davvero così? Che nessuno dei due avrebbe mai dimenticato l'altro? Forse era così per entrambi, o per uno dei due. Le nostre foto erano ancora sulla parete della mia camera, la Ninja alla fine non la volli più vendere, il braccialetto che lui mi aveva regalato a natale era ancora al mio polso. Che fosse vero? Forse, ma non volevo ritornare a quella fase della mia vita. La confusione per due ragazzi faceva parte della vecchia Kendall. Quella nuova voleva solo riavere indietro il suo ragazzo e la sua libertà.
Mi sollevai dal posto e guardai James, con un sorriso stampato in faccia. Odiavo quando i ragazzi avevano ragione.
<<Quando Harry si sarà svegliato, avvisami. Devo avere anche la sua versione dei fatti>>
<<La informerò, se lei ha qualche notizia...>> lui annuì, si alzò dal posto e allungò la mano verso di me. La strinsi e sorrisi di poco.
<<Lo farò, stai attenta Payne>> mi disse, ed uscii dal suo ufficio con un peso sulle spalle.

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