«Oh, Harry!» Louis mi portò con i piedi per terra. Distolsi lo sguardo da lui e mi concentrai sulla sigaretta e sul discorso che si aprì tra i ragazzi.
«A voi i frullati, ragazzi» la sua voce fu una carezza. Chiusi gli occhi e sospirai forte il fumo dalla bocca, lasciandomi cullare da quel suono roco e dolce allo stesso momento. Come poteva, un ragazzo come lui, far parte di questa banda di pervertiti senza cervello?
«Grazie, riccio» guardai con la coda dell'occhio la scena patetica di Zayn che gli scompigliava i riccioli, ed Harry che rideva. Fermi! Come può un ragazzo avere una risata così? Scossi la testa e mi concentrai su di loro. I suoi occhi verdi iniziarono a fissarmi.
«Se avessi saputo del tuo arrivo, ne avrei preso uno anche per te» era fin troppo gentile per stare in mezzo a questi caproni. Buttai via la sigaretta e alzai le spalle.
«Non ti scomodare» risposi soltanto incrociando le braccia. Lui sorrise leggermente e continuò a guardarmi, come se gli altri attorno a noi non ci fossero.
«Allora, rimarrai per la gara di stasera?» mi domandò, giocando nervosamente con le dita e arrossendo sulle guance. Cercai di parlare in maniera chiara, ma la sua figura da ragazzo dolce e spensierato mi rese difficile la cosa. Sospirai forte e scricchiolai le dita.
«Si» risposi soltanto, sorpassando lui e i ragazzi che si stavano godendo l'invano tentativo di flirt di Harry. Fallimento totale, iniziai a camminare per il campo deserto guardandomi intorno: non era cambiato nulla dall'ultima volta.
Mi sedetti sui gradoni accanto al capanno e respirai l'aria di campagna: erba secca e muschio, benzina per moto e vernice fresca, le urla dei ragazzi in lontananza e profumo di frutta secca nelle mie narici. Chiusi gli occhi e mi lasciai cullare da quel dolce profumo di vaniglia e mandorla, mischiato all'odore fresco di menta appena raccolta. Poi ascoltai il lieve respiro di una seconda persona al mio fianco, quel profumo dolce di prima che si faceva più forte e il mio spazio essere invaso da un intruso. Aprii gli occhi e mi ritrovai la figura di Harry al mio fianco, sorridente e con le guance arrossate per via dell'imbarazzo. Guardai con la coda degli occhi i ragazzi che entravano nel capannone, riportando lo sguardo su di lui.
«Non è un posto per bambini, lo sai vero?» mormorai a bassa voce, non rovinando il momento. Lui mi rivolse i suoi occhi, chiari come l'acqua, i quali brillarono. Sorrise leggermente, alzando piano le spalle e iniziando a giocare con le sue stesse dita. Fece scivolare via un anello da esse, torturandolo tra le mani in modo da non risultare impacciato. Trovai quel gesto divertente, ma non glielo dissi. Presi l'anello dalle sue mani e iniziai a giocarci facendo spostare lo sguardo su di lui. Sorrise di più, avvicinandosi a me con il corpo. Portò un braccio sul gradone dietro di noi, in modo da farmi poggiare a lui. Lo trovai insolito come gesto, data la poca conoscenza e il fatto che eravamo due persone diverse. Lo guardai per un secondo, decifrando questa sua mossa mentre i suoi occhi verdi erano diretti verso il punto in cui si sarebbe tenuta la gara. Sospirai, rimanendo ancora in silenzio e poggiai la testa sulla sua spalla, guardando il suo anello tra le mie dita.
Fui invasa dal suo dolce profumo, misto di ogni cosa la quale mi ricordava gentilezza e purezza. Magari dovevo solo essere meno aggressiva verso i suoi confronti, alla fine non mi aveva fatto niente. Il mio problema era che non mi fidavo più di tanto di una persona, non riuscivo ad avere un rapporto sano con qualcuno che subito rovinavo tutto con il mio brutto carattere. Il mio sesto senso femminile, però, da una parte diceva che era anche il momento di prendere la situazione tra le mani e lasciare che questo ragazzo dai capelli ricci e il sorriso gentile, si intromettesse nella mia vita per portarmi un po' di colore.
Dall'altra, la mia testa mi continuava a ripetere di non fidarmi, che l'apparenza delle volte ingannava il prossimo e che il cuore ci prendeva solo in giro.
Sospirai, stringendomi di più ad Harry e accogliendo quel sapore di frutta secca sulla pelle e sui vestiti. Portai le gambe sulla sua, dondolandole lentamente mentre le sue dita giocavano con i capelli. Fu un gesto dolce, naturale, il quale non mi diede fastidio, stranamente. Mi sentivo al sicuro, nonostante conoscessi questo ragazzo da meno di un giorno e soltanto di vista .
«Chi è ora la bambina, Kendall?» mormorò, rinfacciandomi la domanda di prima. Sorrisi, sollevando la testa per guardarlo e i suoi occhi brillavano di verde selva nel mio campo di nocciole. Scossi la testa divertita e portai l'anello al pollice, l'unico dito in cui andava e schioccai la lingua sul palato.
«In ognuno di noi c'è un bambino, Harry» sussurrai scherzosamente, facendolo sorridere e scuotere la testa divertito. Mi accarezzò piano la gamba, per poi darmi un bacio sulla guancia e tornare a fissare i ragazzi in lontananza che si preparavano per la gara. Morsi la lingua, portando lo sguardo nella sua stessa direzione rimanendo in silenzio. Lasciai che la sua mano facesse dei cerchi sul tessuto dei pantaloni e che il suo braccio mi stringesse di più a lui. Mi sembrava strano, quasi piacevole. Stavo per parlare, quando lui mi precedette.
«Su chi punti?» chiese, indicando i ragazzi facendo un cenno con la testa. Guardai per un secondo il gruppo in lontananza, erano tutti dei buoni partiti e dato che avevo frequentato quei ragazzi per anni che sembravano infiniti, avevo colto ogni singolo pregio e difetto di loro. Calum era troppo piazzato per la moto, rendendola pesante e lenta. La sua statura, assieme alle spalle larghe e l'ammasso di muscoli, non permetteva alla Honda Varadero di correre e bilanciarsi come dovrebbe.
«Escludiamo Calum» mormorai, e lui annuì soltanto per poi indicare Zayn con un cenno della testa. Scossi la mia, per il semplice motivo che la sua persona non poteva bilanciare la Yamaha in maniera lineare. La dominanza di certi mezzi dipendeva anche dalla forza e dalla statura di una persona. Zayn era di sicuro forte, ma la sua magrezza non lo avrebbe portato lontano, se non secondo.
«Louis» sussurrai, per poi guardarlo sorridendo leggermente. Annuì soltanto, guardandomi con occhi più scuri del solito e strinse la presa sulla mia gamba. Non seppi interpretare il suo gesto, ma distolsi lo sguardo sfregando il pollice sull'anello.
«Dovremo scommettere?» sussurrò, mantenendo la presa sulla mia coscia. Mi percorse un brivido sulla schiena, sentii i suoi occhi bruciarmi la pelle. Girai lenta lo sguardo, alzando le spalle mentre passavo la lingua sulle labbra per bagnarle. I suoi occhi scesero su esse, arrossendo sulle guance mi strinse di più la coscia lasciando che un mugolio sfuggì dalla mia bocca. Non so che cosa stesse succedendo in quel momento, ma tra il suo sguardo intenso e le labbra rosse, scelsi di guardare la sua mano su di me. Sospirai ancora una volta, cercando di connettere il cervello e spegnere gli ormoni assieme all'eccitazione.
«Hai mai scommesso prima d'ora, Styles?» mormorai, decidendo di portare lo sguardo nel suo e sollevare le gambe per poterle incrociare. La sua mano raggiunse senza esitazione il mio ginocchio, accarezzandolo lentamente. Mi resi conto solo ora di quanto curate e grandi fossero le sue mani, migliori di quelle di una donna.
«Diciamo che il bambino ha i suoi segreti, Payne» mormorò a sua volta, imitando il mio stesso tono scherzoso. Scossi la testa divertita e gli feci un cenno di continuare, sorrise e passò una mano tra i suoi ricci portandoli verso dietro. Distolsi lo sguardo, spostandolo sui ragazzi i quali erano pronti a partire.
«Io punto su Zayn, è migliorato dall'ultima volta che sei venuta qui» sussurrò, poggiando il gomito sul gradone dietro di noi, e la guancia sulla mano mentre continuava a fare dei cerchi con l'altra sul ginocchio.
«Se vincesse Louis, mi dovrai il frullato di oggi» e lui annuì, sorridendo leggermente portando la mano sulla coscia per accarezzarla. Rabbrividì e gli feci cenno di continuare.
«Se vincesse Zayn, tu verrai alla festa di domani con me»
«Negativo, Harry, io odio le feste dei liceali. Scegli un'altra cosa» gli risposi, facendolo sbuffare e roteare gli occhi. Passò la mano libera tra i capelli, girandosi intorno con lo sguardo per cercare di capire cosa fare. Poi schioccò la lingua contro il palato e mi guardò, sorridendo.
«Io, te e una pizza da Mario domani sera» aveva scelto bene, le pizze migliori di tutta Londra. Lo guardai per un secondo, felice della sua decisione verso i nostri confronti. Sembrava davvero un bambino, con quei lineamenti dolci sul viso e gli smeraldi che brillavano sotto la luce del sole. Gli porsi la mano e la prese, stringendola lentamente nella sua per poi baciarla sul dorso. Mi sentii andare a fuoco, quel piccolo gesto così sincero e deciso da parte sua. Non lo conoscevo bene, non sapevo nemmeno se avesse mai avuto una ragazza nel corso dei suoi diciotto anni.
«Che vinca il migliore» mormorai soltanto, riportando lo sguardo verso i ragazzi e poggiandomi con i piedi al gradone di fronte a noi. Il suo braccio si poggiò sulle mie spalle, stringendomi di nuovo a lui per farmi poggiare la testa sulla sua spalla. Rimase in silenzio, rigirando le dita tra i capelli e mi beai di quel suo dolce profumo nel mentre guardavamo la gara. Mi sentii in pace con me stessa.

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Dangerous Woman
Fiksyen Peminat[COMPLETA] Dopo quattro anni a guardarla tra i corridoi della scuola, ad osservare i suoi movimenti durante le corse, a sentire la sua risata e la sua voce confondersi con quelle dei suoi amici, Harry ebbe la possibilità di conoscere Kendall solo l...